Il sistema operativo Android è stato sviluppato a partire dal 2005. Da allora è stato migliorato, revisionato e implementato decine di volte, fino ad arrivare all’attuale release Android 12. Viene sviluppato dall’ex società Android Inc., acquistata da Google nel 2005.
Sin dalla sua prima distribuzione pubblica, Android si è legato a tanti diversi modelli di smartphone. Anche per questo Google ha storicamente preferito delle piccole release costanti rispetto ai cosiddetti major update.
Nel corso degli anni, Android ha via via implementato il suo livello di efficienza, stabilità e sicurezza. Ha rivoluzionato la sua interfaccia ed ha investito sulla tutela della privacy dei suoi utenti. Non a caso si è rapidamente imposto come il sistema operativo più diffusoa livello internazionale.
Gli smartphone Android dispongono di alcune tra le app più apprezzate in assoluto, a partire da quelle targate Google. Software quali Gmail, YouTube, Maps e Chrome sono presenti di default in moltissimi dispositivi mobile attualmente in circolazione. Così come le app di elaborazione, conservazione e condivisione di documenti: Documenti, Drive, Fogli, Presentazioni, Calendar.
Infine spazio ad alcune tra le applicazioni sviluppate da parti terze che hanno fatto registrare il maggior numero di installazioni. È il caso di Facebook e di WhatsApp, che hanno superato i 5.000 milioni di download. Ma anche di Dropbox, TikTok e Skype, che hanno superato i 1.000 milioni di download.
- Breve storia del sistema operativo Android
- Le prime release di Android
- Da Android Ice Cream Sandwich ad Android Pie
- Le principali novità di Android 12
- Cosa sono le applicazioni di sistema Android
- Le migliori applicazioni per sistema operativo Android
- Come restartare un’app su Android
- I migliori giochi per sistema operativo Android
- Android 13, trucchi e consigli
- Come utilizzare iMessage su Android e Windows
- Android 14, caratteristiche e data di uscita
- Cosa fare se lo smartphone Android non riceve aggiornamenti
- Android come liberare spazio
- Cos'è NFC su Android e come utilizzarlo
- Google Telefono, cos'è e come funziona
- 5 motivi per usare Google Telefono su Android
- Come registrare una chiamata su Android
- Come riportare Android alle impostazioni di fabbrica
- 5 modi per rinnovare il tuo smartphone Android
- Come abilitare e disabilitare il Display Dlways-In di Android
- Come e perché utilizzare la modalità lettura su Android
- Come Attivare le Opzioni Sviluppatore su Android
- Android, 5 trucchi per gli screenshot
- Come scannerizzare documenti in pdf dalla fotocamera dello smartphone Android
- Browser Android che supportano estensioni
- Come stampare da uno smartphone Android
- Cosa fare se dimentichi il pin o la password di Android
- Come fare una videochiamata con Android
- Come impostare la modalità ospite di Android
- Come Cambiare la Tastiera su Android
- 7 modi per migliorare le notifiche su Android
- Come vedere e controllare uno smartphone Android da remoto
- Fotocamera Android non funziona, cosa fare
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0. Breve storia del sistema operativo Android
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La società Android Inc. viene fondata nell’ottobre del 2003 da Andy Rubin, Rich Miner, Nich Sears e Chris White. L’idea di base del team era quella di sviluppare dei dispositivi cellulari che fossero sempre più consapevoli delle preferenze dei loro proprietari.
Ciononostante Android Inc. si concentrò sin da principio sulla progettazione di software e non di smartphone. Dopo nemmeno due anni di attività, Android Inc. viene acquistata da Google, che iniziava a entrare nel mercato mobile.
È proprio a partire dal 2005 che il team di Andy Rubin inizia a sviluppare un sistema operativo basato su kernel Linux. Il risultato di questo lavoro è Android, con il suo iconico logo a forma di robot verde.
Android viene presentato a un consorzio di aziende del settore nel novembre del 2007: tra i presenti produttori di smartphone quali HTC e Samsung, operatori mobili come T-Mobile, ma anche produttori di microprocessori quali Qualcomm.
Non a caso il primo smartphone dotato di sistema operativo Android sarebbe stato proprio l’HTC Dream, messo in commercio da T-Mobile nel 2008. Il modello veniva venduto a 179 dollari e l’acquisto prevedeva la sottoscrizione di un contratto biennale con l’operatore.
La società Android Inc. nasce con l’obiettivo di sviluppare smartphone “consapevoli”. Acquisita da Google, si mette al lavoro si un nuovo sistema operativo
HTC Dream era dotato di una tastiera QWERTY a cui si aggiungeva uno schermo tattile scorrevole da 3,2 pollici. Lo smartphone supportava la connettività 3G, aveva 256 MB di memoria flash e 192 MB di RAM.
La prima interfaccia di Android generò una causa legale con Apple, che riteneva violati i propri brevetti. Il sistema operativo presentava inoltre alcuni limiti sia in termini di potenza che di sicurezza.
Già nei suoi primi anni di vita Android veniva condiviso da decine e decine di smartphone diversi, quindi è difficile parlare in maniera univoca delle sue caratteristiche e del livello delle sue prestazioni.
È però possibile individuare alcuni modelli specifici che testimoniano lo sviluppo costante del sistema operativo. Ad esempio Nexus One di Google (anche se prodotto da HTC), lanciato nel 2010: uno smartphone di nuova generazione con processore da 1 GHz.
Trainato da Nexus One e dal successivo Nexus S (stavolta prodotto da Samsung), Android avrebbe superato per la prima volta Symbian: il sistema operativo dei dispositivi mobile Nokia, che per anni era stato il numero uno del mercato. Circa un anno dopo, più precisamente nell’agosto del 2011, Android risultava installato in quasi il 25% degli smartphone distribuiti in tutto il mondo.
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1. Le prime release di Android
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Entrare nel merito delle release di Android è molto complicato. Questo sistema operativo infatti è storicamente contraddistinto da un ciclo di aggiornamento davvero molto rapido. I miglioramenti del software spesso sono graduali ed avvengono con intervalli regolari di circa 6-9 mesi.
Da questo punto di vista Android è molto diverso dal sistema operativo iOS, che invece è solito rilasciare major release. Non bisogna però dimenticare che iOS viene installato esclusivamente sui dispositivi mobile Apple.
Le prime versioni di Android sono state testate soltanto da pochi addetti ai lavori: presentano i nomi in codice Alpha e Beta e vennero mostrate esclusivamente a Google e ad alcune aziende partner.
Android 1.0 è il primo sistema operativo a disposizione del grande pubblico. Viene distribuito a partire dal settembre del 2008 ed era già dotato di un suo browser per navigare in Internet e di un market proprietario.
Era dotato di fotocamera, permetteva di accedere alla posta elettronica e di collegarsi alla rete tramite Wi-Fi. Inoltre alcuni smartphone Android consentivano una prima forma rudimentale di multitasking e di funzionamento di alcune app in background.
Android 1.0 è la prima release disponibile al pubblico, dopo alcune versioni test. Il sistema operativo, presentato nel 2008, era già in grado di garantire il multitasking
Gli aggiornamenti successivi ad Android 1.0 e all’update Android 1.1 sono noti con nomi in codice che rimandano al mondo dei dolci. Da Cupcake a Donut (ciambella), da Eclair a Froyo (Frozen Yogurt), da Gingerbread (pane allo zenzero) a Honeycomb (un dolce al caramello che ricorda un nido d’ape).
Queste release introducono tutta una serie di fix di bug e di miglioramenti in termini di tutela della privacy dell’utente e di sicurezza dei suoi dati personali. Parallelamente si lavora alla stabilità e alla velocità del sistema operativo, che viene integrato con nuovi widget.
Con i vari aggiornamenti, Android introduce la possibilità di connettersi alle reti CDMA e quella di utilizzare il Bluetooth. La possibilità di utilizzare il proprio smartphone come un hotspot wireless e quella di osservare nel dettaglio il livello di consumo della batteria in base alla singola app utilizzata.
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2. Da Android Ice Cream Sandwich ad Android Pie
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Il sistema operativo Ice Cream Sandwich è il primo che permette a uno smartphone Android di collegarsi con un PC diventando una specie di dispositivo multitouch di input. Il successivo Jelly Bean introduce il supporto al Bluetooth 4.0 e una prima versione dell’assistente vocale Google Now.
La celebre hotword “Ok Google” sarebbe però arrivata soltanto con l’aggiornamento Android 4.4 KitKat: una combinazione di parole che, di lì in avanti, avrebbe permesso agli utenti di tutto il mondo di attivare l’assistenza vocale.
Android Lollipop è una release fondamentale soprattutto in termini di interfaccia. Con questo aggiornamento le icone vengono praticamente ridisegnate da zero, all’insegna di uno stile minimale. Le animazioni del sistema operativo passano a 60 fps e viene sostituito il runtime system, in modo tale da migliorare le performance della batteria.
La release Nougat apporta molteplici miglioramenti tecnici: dall’implementazione della realtà virtuale all’inserimento del noto tasto hamburger (tre linee orizzontali), che rende più semplice tornare ai menù principali.
La release successiva Oreo invece è ricordata soprattutto per l’inserimento automatico in sicurezza delle password (soltanto per alcune app) e per Android GO: una modalità del sistema operativo che diminuisce la richiesta hardware, pensata per gli smartphone più economici.
Infine Pie, l’ultimo aggiornamento Android con un nome “dolciario”: una release che ritocca il design generale, aggiungendo una serie di funzionalità ai notch: le tacche che si trovano nella zona superiore della schermata di determinati modelli di smartphone.
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3. Le principali novità di Android 12
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A partire dal 2019 i sistemi operativi Android hanno ricominciato a venire comunicati con una semplice numerazione crescente. La scelta di abbandonare il naming ispirato ai dolci pare sia stata presa perché molti di questi prodotti erano quasi totalmente sconosciuti al pubblico non statunitense. Nonostante ciò va detto che, secondo alcuni rumors, Google starebbe lavorando sul nuovo sistema operativo mobile Android 13, con nome in codice Tiramisù.
Comunque il 22 agosto 2019 è stato presentato ufficialmente Android 10, a cui sarebbe seguito Android 11. Soprattutto l’ultimo sistema operativo viene ricordato ancora oggi per l’introduzione di un nuovo tema scuro e per una gestione più approfondita del permesso di accesso a diverse applicazioni.
Si arriva così ad Android 12, la major release più recente in circolazione al momento della stesura di questo articolo. Questo sistema operativo ha rinnovato molti aspetti grafici, a partire dall’introduzione del nuovo linguaggio Material You. Sono stati ridisegnati quasi tutti i widget ed è stato rinnovato persino l’aspetto delle notifiche a comparsa.
Dal punto di vista tecnico Android 12 sembra essere più veloce di circa il 22% rispetto ai sistemi operativi precedenti. Sono stati ridotti i tempi di utilizzo della CPU ed è stato migliorato il tempo di avvio delle app.
Dopo la release Pie Android ha smesso di puntare su nomi dolciari. Ciononostante il nuovo Android 13, attualmente in lavorazione, potrebbe chiamarsi Tiramisù
Novità significative anche dal punto di vista della privacy. Grazie a una nuova Dashboard dedicata, è possibile visionare tutti i programmi che hanno accesso alla posizione dello smartphone, alla sua fotocamera o alla sua posizione. Android 12 offre la possibilità inedita di fornire una posizione approssimativa alle app, in modo da tutelare ulteriormente la sicurezza dell’utente.
Alcune app specifiche sono adesso in grado di interagire tra loro, di scansionarsi e di accoppiarsi ad altri dispositivi. Tutto questo senza dover condividere informazioni chiare in merito alla loro posizione.
I software che si occupano della fotocamera sono stati integrati con nuove estensioni che permettono di conseguire diversi vantaggi, a prescindere dal produttore del proprio smartphone. Dalla modalità notturna alla tecnologia HDR (High Dynamic Range), passando per il bokeh: un effetto sfocato che permette di gestire liberamente le parti in primo piano e quelle in secondo piano di un’inquadratura.
Android 12 ha migliorato sensibilmente anche le diverse esperienze legate all’utilizzo del feedback aptico. Il risultato è percepibile soprattutto in caso di gaming, per cui il sistema operativo ha sviluppato una nuova API.
La Game Mode API di Android 12 permette di giocare a un titolo anche mentre sta venendo scaricato. Inoltre consente di creare diversi profili sulla base del gioco utilizzato: uno stratagemma che permette ad esempio di alzare gli fps, o in alternativa di aumentare la durata della batteria.
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4. Cosa sono le applicazioni di sistema Android
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Si parla di applicazione di sistema Android soltanto nel caso in cui il programma risulti già installato all’interno di un dispositivo al momento del suo acquisto. Queste app non vanno però confuse con altre app preinstallate: ad esempio quelle legate al produttore dello smartphone piuttosto che all’operatore mobile con cui si è formato un contratto.
Tra le app di sistema Android di solito è possibile individuare i principali software della galassia Google: il servizio di posta elettronica Gmail o la piattaforma per la visualizzazione e la condivisione di contenuti multimediali YouTube.
Lo stesso discorso vale per i vari programmi che appartengono alle suite di office automation Google: da Documenti a Presentazioni, passando per Fogli, Disegni e Moduli. Molti smartphone Android vengono venduti con Drive e Calendar preinstallati.
Google Drive è un servizio di memorizzazione e sincronizzazione sul cloud di documenti, che si lega direttamente all’account di un utente e che permette di condividere file con altri indirizzi. Anche Calendar fa parte dei software che si integrano con un account Google: un’agenda che permette di creare, sincronizzare e condividere più calendari personali.
Le app della galassia Google risultano quasi sempre tra quelle preinstallate nei dispositivi Android: da Gmail a YouTube, da Documenti a Fogli, da Drive a Calendar
Tra le altre app di sistema di uno smartphone Android si trovano quelle generiche dedicate alla gestione della fotocamera, della calcolatrice, dell’orologio. Alla scrittura di note, alla visualizzazione di immagini o alla registrazione di note vocali. Tutte queste app possono variare leggermente in base all’aggiornamento del sistema operativo e al modello di smartphone che si possiede.
Le app di sistema generalmente sono considerate indispensabili per garantire un corretto funzionamento dello smartphone. Dunque è quasi sempre sconsigliato eliminarle: il rischio infatti è quello di dover reinstallare Android da zero, magari perdendo dei dati non ancora sincronizzati su cloud.
Detto questo anche le app di sistema possono venire disinstallate: ad esempio effettuando il cosiddetto root. Il root (o rooting) è una serie di processi che permettono a un utente di ottenere dei controlli privilegiati sul sistema operativo Android. I singoli passaggi possono variare di smartphone in smartphone, ma il risultato conseguito è il medesimo: l’acquisizione dei diritti di superuser.
Un super user gode di una libertà di intervento dentro Android praticamente senza limiti. Questo vuol dire che può modificare il sistema operativo a proprio piacimento e che quindi può eliminare qualsiasi app ritenga non necessaria.
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5. Le migliori applicazioni per sistema operativo Android
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Stilare una lista delle migliori applicazioni realizzate per smartphone Android è obiettivamente complicato. Secondo stime recenti infatti il Play Store di Google è popolato da circa 2 milioni di app.
Un elemento utile da tenere in considerazione è sicuramente il numero complessivo dei download. E da questo punto di vista esistono diversi portali che rendicontano costantemente la quantità di installazioni delle principali app internazionali.
I software Google dominano in lungo e in largo le posizioni più alte di questo genere di classifiche. Basti considerare che le sopracitate Gmaile YouTube hanno superato i 10.000 milioni di installazioni su tablet e smartphone Android. Un traguardo centrato anche dal browser Chrome e dal servizio di ricerca e visualizzazione di carte geografiche Maps.
Esistono però anche software di terze parti che hanno ottenuto risultati semplicemente straordinari: ad esempio Facebook e WhatsApp di casa Meta. Sia il social network che il servizio di messaggistica istantanea online sono stati scaricati più di 5.000 milioni di volte.
Social storicamente più recenti come Instagram e TikTok hanno comunque già superato la soglia dei 1.000 milioni di download, così come il software per chiamate online Skype e il servizio di file hosting Dropbox.
Anche alcune app di casa Microsoft sono riuscite a centrare i 1.000 milioni di installazioni su sistema operativo Android: è il caso di Word, ma anche del servizio di backup e cloud storage OneDrive.
Infine, spazio ad alcune tra le app in grado di raggiungere i 500 milioni di installazioni. Tra le più note e apprezzate si trovano Flipboard, WeChat e Shazam. Flipboard permette di creare un flusso di news in linea con i propri interessi. WeChat è una via di mezzo tra un servizio di comunicazione, un e-commerce e un social che sta letteralmente spopolando in Cina. Infine Shazam è un software che permette di identificare brani musicali.
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6. Come restartare un’app su Android
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Le app su un device Android possono bloccarsi per diversi motivi: RAM insufficiente, aggiornamenti mancanti, bug nel sistema oppure incompatibilità con il dispositivo.
Quando questo accade è necessario procedere con il riavvio dell’applicazione stessa e per farlo non bisogna fare altro che aprire la schermata delle app recenti, trovare l'app bloccata tra quelle nell’elenco e fare swipe verso l’alto o verso i lati (a secondo del telefono) e chiudere il software che non risponde.
A questo punto non resta che riaprire l'app e vedere se tutto funziona come dovrebbe.
Se le cose ancora non sono tornate alla normalità si può provare a forzare l'arresto andando nelle impostazioni del dispositivo, cercare l'app e selezionare l’opzione Forza arresto.
In alternativa può essere utile anche il riavvio del telefono che, come ben noto, può risolvere molti problemi temporanei.
In alcuni casi il problema potrebbe dipendere da una versione obsoleta del software, perciò è opportuno controllare se è disponibile un aggiornamento sul Google Play Store e installarlo quanto prima.
Infine, potrebbe essere opportuno verificare la compatibilità dell'app con proprio device o con la versione di Android in uso. Se così non fosse sarà necessario trovare un software alternativo.
Riavviare un'app bloccata su Android è un'operazione semplice e spesso risolutiva. Ma se con tutte le procedure appena illustrare il problema persiste ancora, potrebbe essere necessario adottare misure più drastiche, come il ripristino delle impostazioni di fabbrica o rivolgersi all'assistenza clienti.
Per approfondimenti: Come riavviare un’app su Android
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7. I migliori giochi per sistema operativo Android
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Un discorso a parte lo meritano i giochi. Gli aggiornamenti più recenti del sistema operativo Android prestano grande attenzione al gaming mobile, che coinvolge un numero sempre crescente di utenti.
Il mercato dei videogiocatori da smartphone è in fermento da anni: tra Stati Uniti e Canada si parla di quasi 230 milioni di persone. In Italia più del 60% dei gamer dichiara di avere giocato almeno una volta con il proprio smartphone.
Anche in questo caso i traguardi ottenuti in termini di download possono aiutare a capire quali siano i giochi più apprezzati dall’utenza internazionale. A partire da Subway Surfers: ad oggi il videogame mobile più scaricato della Storia.
Subway Surfers è stato sviluppato da Kiloo e SYBO Games ed ha superato i 1.000 milioni di installazioni. L’utente veste i panni di un giovane writer e deve scappare dopo essere stato colto in flagrante mentre faceva dei graffiti in metropolitana.
Subway Serfer è il videogioco mobile più scaricato in assoluto su sistema operativo Android. È un endless runner che segue la scia di Temple Run
Subway Serfer rientra nella categoria dei cosiddetti endless runner: giochi in cui si prende il controllo di un personaggio in movimento continuo, che deve evitare ostacoli e raccogliere oggetti. Il tutto senza mai poter interrompere la corsa.
Da questo punto di vista Subway Serfer è il degno erede di un'altra saga endless runner che aveva convinto i giocatori quasi all’unanimità. Il riferimento è a Temple Run e al successivo Temple Run 2: videogame mobile che sono stati installati più di 500 milionidi volte ciascuno.
Impossibile poi non citare Candy Crush Saga (oltre 1.000 milioni di download) e Fruit Ninja (oltre 500 milioni di download per la versione free). Candy Crush Saga è un puzzle game in cui l’utente deve creare file di tre elementi uguali tra loro, destreggiandosi tra varie modalità e sfide.
Fruit Ninja invece è un gioco in cui l’utente deve fare scorrere le dita sul touch screen come se fossero una lama: l’obiettivo è tagliare della frutta senza incappare nelle bombe che, di tanto in tanto, appaiono sullo schermo.
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8. Android 13, trucchi e consigli
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Android 13 è l’ultimo sistema operativo di casa Google ed è disponibile per moltissimi dispositivi già da febbraio 2022.
Tra le caratteristiche principali di questa release molti cambiamenti che riguardano la personalizzazione del proprio device, con l’utente che può organizzare in completa libertà applicazioni e contenuti.
A tal proposito, con Android 13 sarà possibile utilizzare una rinnovata gestione delle applicazioni nel dispositivo, che possono essere impostate per garantire un notevole risparmio di RAMe di batteria. L’utente, infatti, potrà attivare o disabilitare i programmi tramite Task Manager, bloccandoli o riavviandoli a proprio piacimento.
Il sistema operativo permette anche una migliore gestione delle notifiche che possono essere controllate e organizzate dalle impostazioni.
Android 13 è l’ultima versione del sistema operativo di Google che strizza l’occhio alla personalizzazione del dispositivo e alle impostazioni di sicurezza
Un’altra delle funzioni integrate riguarda la copia di una porzione di testo. Questa versione di Android ha al suo interno una specie di editor per gli appunti che ne permette una gestione più efficiente e tutta una serie di strumenti di editing che semplificano molto il processo di copia e incolla.
A grande richiesta è arrivata una nuova App per la scansione dei QR Code, con uno scanner proprietario per sfruttare appieno le potenzialità dei celebri codici a barre.
Tra le caratteristiche più attese dell’ultimo aggiornamento anche Material You, che garantisce nuove modalità di organizzazione di App e cartelle.
Sempre con Material You è possibile modificare la lingua dei singoli programmi installati, cambiare colore e forma delle icone, modificare il lettore multimediale e cambiare radicalmente (quasi) tutto dell’interfaccia del sistema operativo.
Infine installato dentro Android 13 ci sarà Photo Picker che impedisce alle applicazioni di terze parti di accedere a contenuti dell’utente. Il software funziona in maniera quasi del tutto automatico, consentendo l’accesso esclusivamente a determinati contenuti multimediali indicati dall’utente.
Per approfondimento: Android 13, trucchi e consigli
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9. Come utilizzare iMessage su Android e Windows
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IMessage è il nome dato da Apple a un servizio di messaggistica istantanea. Si connette alla rete Internet e permette l’invio messaggi tra dispositivi quali iPhone e iPad, ma anche MacBook e iPod.
IMessage è attiva di default sui vari sistemi operativi OS, ma è comunque possibile attivarla manualmente. Per farlo è sufficiente passare per le Impostazioni del proprio dispositivo e poi entrare nel sottomenù di nome Messaggi.
Allo stesso tempo esistono delle alternative che permettono di usare iMessage su Android, ma anche di usare iMessage su Windows. In entrambi i casi però l’utente deve essere pronto a seguire procedure elaborate, che prevedono diversi passaggi.
Per utilizzare iMessage su Android o su Windows è necessario ricorrere a dei software noti col nome di macchine virtuali o emulatori: programmi che replicano il funzionamento di un dispositivo fisico. In questo caso emulano proprio il sistema operativo macOS: più precisamente devono emulare per lo meno l’aggiornamento di sistema operativo del 2015, di nome macOS X El Capitan.
Per usare iMessage su Android o su Windows bisogna installare e configurare un server self-hosted tipo BlueBubbles e connetterlo a una soluzione multipiattaforma
Lo step successivo consiste nell’installazione e nella configurazione di BlueBubbles: si tratta di un server self-hosted, un hub grazie a cui l’utente potrà effettivamente usare iMessage su Windows piuttosto che su Android.
La prima cosa da fare è scaricare un file di tipo DMG, che poi andrà trascinato all’interno della cartella Applicazioni della macchina virtuale. Bisogna inoltre ricordarsi di concedere l’Accesso Completo al Disco a BlueBubbles.
A questo punto è possibile connettere il software a una soluzione multipiattaforma come ad esempio Firebase Cloud Messaging. Un programma che permetterà all’utente di ricevere notifiche anche nel caso in cui BlueBubbles sia in esecuzione background.
Infine bisognerà connettere l’app BlueBubbles ad Android o Windows, a seconda delle proprie esigenze. Se saranno stati seguiti tutti i passaggi, per avviare la sincronizzazione dovrebbe essere sufficiente l’inquadratura di un codice QR.
Per approfondimento: Come utilizzare iMessage su Android e Windows
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10. Android 14, caratteristiche e data di uscita
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Android 14 è l'ultima versione del sistema operativo di Google e punta a ridefinire la user experience con una serie di aggiornamenti davvero significativi.
La versione stabile è stata rilasciato nel 2024 e l’intero software si muove su quattro punti principali: prestazioni, sicurezza, personalizzazione e connettività.
Uno degli obiettivi principali di Android 14 è quello di migliorare le prestazioni e l'efficienza energetica, andando ad ottimizzare l’uso delle risorse optando per applicazioni più reattive e un nuovo sistema di gestione delle attività in background che limita l'uso intensivo della CPU, prolungando la durata della batteria.
Sul fronte della sicurezza sono state introdotte nuove funzionalità per proteggere la privacy degli utenti, come un controllo migliorato dei permessi delle app e nuove modalità per l'autenticazione avanzata tramite parametri biometrici.
Inoltre, anche il Google Play Protect è stato potenziato ed è in grado di rilevare e prevenire le minacce in modo molto più efficace.
Per quanto riguarda la personalizzazione Android 14 offre un ampio margine di manovra agli utenti che possono modificare l'interfaccia di sistema con maggiore libertà, scegliendo tra una grande selezione di temi, icone e stili.
Inoltre con i nuovi strumenti per i widget è possibile gestire al meglio la schermata iniziale “costruendola” per visualizzare solo le informazioni utili e avere tutto a portata di mano.
Infine con la nuova versione del sistema operativo, Google ha migliorato notevolmente la connettività ottimizzando, l’utilizzo delle connessioni veloci (e a bassa latenza) e integrando all’interno dei software tante funzionalità per i device IoT così da gestire molto più facilmente i vari dispositivi smart.
Per approfondimenti: Android 14 arriva sui Pixel 8 e 8 Pro, le novità
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11. Cosa fare se lo smartphone Android non riceve aggiornamenti
tomeqs/ShutterstockL'ecosistema Android, caratterizzato da una grande varietà di dispositivi prodotti da diverse aziende, cosa che comporta una frammentazione nella distribuzione degli aggiornamenti. Questo significa che non tutti i dispositivi ricevono gli aggiornamenti allo stesso tempo, e alcuni potrebbero non riceverli affatto.
Ci sono, però dei fattori che influenzano gli aggiornamenti: Il primo è il produttore del dispositivo con aziende come Samsung e Google generalmente offrono un supporto più lungo per i propri device, garantendo un maggior numero di aggiornamenti.
Influisce anche il modello dello smartphone e, ad esempio, i prodotti di fascia alta tendono a ricevere aggiornamenti più a lungo rispetto a quelli di fascia bassa.
Contano molto anche le interfacce Android personalizzate, come quelle di Samsung o Xiaomi, che possono rallentare il processo di aggiornamento.
Quando un device è tropo obsoleto, potrebbe non ricevere più aggiornamenti di sistema ed essere, quindi, esposto a rischi di sicurezza
Infine, bisogna considerare l’età del dispositivo con gli smartphone più vecchi che potrebbero non essere più supportati dal produttore, interrompendo così la ricezione degli aggiornamenti.
Se un device non riceve più gli aggiornamenti, potrebbe essere necessario prendere in considerazione l'acquisto di un nuovo modello e anche in questo caso i motivi potrebbero essere diversi
Ad esempio, il produttore potrebbe aver deciso di interrompere il supporto per quel prodotto specifico.
Oppure potrebbero esserci problemi di compatibilità con i nuovi aggiornamenti che potrebbero non essere compatibile con l’hardware.
Infine la colpa potrebbe essere di errori nell'installazione con un update in sospeso che potrebbe aver temporaneamente bloccato l’arrivo di nuovi pacchetti.
Per non incappare in situazioni del genere i consigli sono semplici: è opportuno scegliere un dispositivo di un produttore affidabile.
Controllare periodicamente la disponibilità di aggiornamenti e mantenere il sistema operativo sempre aggiornato per garantire la migliore sicurezza possibile e non intaccare le prestazioni del dispositivo.
L’ultima opzione, come già detto, potrebbe essere quella di valutare l'acquisto di un nuovo prodotto che, essendo più recente, riceverà gli aggiornamenti ancora per molto tempo.
Per approfondimenti: Cosa fare se lo smartphone Android non riceve aggiornamenti
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12. Android come liberare spazio
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Liberare spazio sul proprio dispositivo Android è un’ottima soluzione per migliorare le prestazioni e la velocità.
La prima cosa da fare è eliminare le app inutilizzate che, seppur in modo ridotto, andranno comunque ad occupare prezioso spazio.
Per cancellare un’applicazione basta andare su Impostazioni, selezionare la scheda App e notifiche e, da dentro i singoli programmi, andare a disinstallare quelli che non vengono utilizzati.
Anche svuotare la cache è un buon modo per recuperare spazio e andare ad eliminare tutti quei file temporanei accumulati nel tempo.
Per farlo bisogna andare su Impostazioni, poi su App e notifiche ed infine eliminare la cache dalle singole app. In alternativa si può utilizzare il pulitore di file installato di default o sceglierne uno di terze parti dal Google Play Store così da pulire tutta la cache delle applicazioni senza dover selezionare ogni singolo programma.
Uno smartphone pulito ed efficiente dipende anche dalla corretta gestione dei file multimediali.
Uno smartphone efficiente dipende anche dalla corretta gestione della memoria interna
Foto, video e file audio possono occupare molto spazio, perciò di tanto in tanto è opportuno eliminare qualcosa oppure trasferire il tutto su un servizio di cloud storage (come Google Foto o Dropbox), su una microSD esterna (se il telefono è compatibile) oppure sul proprio PC.
Stesso discorso per i file scaricati che possono occupare parecchia memoria ed essere utilizzati molto raramente.
Per questo motivo è sempre consigliabile controllare la cartella dei download ed eliminare i file non più necessari.
Disattivare o rimuovere i bloatware è l’ultimo consiglio per tenere pulito il proprio device Android.
Si tratta di tutte quelle applicazioni che spesso sono preinstallate sul device e che non sempre si utilizzano. Tuttavia possono essere disattivate e spesso disinstallate, così da recuperare memoria preziosa; per farlo basta andare su Impostazioni, poi su App e cercare i vari bloatware installati rimuovendoli o congelandoli.
Per approfondimenti: Come liberare spazio su Android
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13. Cos'è NFC su Android e come utilizzarlo
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NFC è l’acronimo di Near Field Communication, una tecnologia di comunicazione wireless a corto raggio che permette a due dispositivi compatibili di scambiarsi informazioni semplicemente avvicinandoli tra loro.
Naturalmente è presente su molti degli smartphone Android sul mercato e può essere utilizzata per numerose attività quotidiane, dalla lettura delle schede elettroniche fino ad arrivare ai pagamenti contactless.
Vediamo allora come utilizzare l’NFC sui device Android.
I pagamenti contactless sono uno degli utilizzi più comuni dell’NFC, utilizzando app come Google Wallet o altre app compatibili è possibile registrare la propria carta di credito o di debito e pagare nei negozi semplicemente avvicinando il telefono al terminale POS abilitato.
In alternativa l’NFC può essere utilizzato per condividere rapidamente contatti, foto, link o altri file tra due dispositivi compatibili; basta avvicinarli e confermare l'invio.
Con pagamenti contactless è sufficiente utilizzare lo smartphone al posto della carta di credito, senza dover portare con sé il portafogli
Inoltre l’NFC semplifica l’accoppiamento con i dispositivi Bluetooth come speaker o auricolari.
Basta fare tap sul dispositivo con il telefono e accoppiarli senza dover passare attraverso altre impostazioni.
L’ultimo punto riguarda la lettura dei tag NFC, dei piccolo chip posizionati in posti diversi che permettono allo smartphone di eseguire determinate azioni, come aprire una pagina web o accedere a un servizio.
Per utilizzare l'NFC, prima di tutto bisogna verificare che il dispositivo sia compatibile con la funzione.
Per attivare l’opzione bisogna andare su Impostazioni, poi su Connessioni e infine su NFC, attivando l’impostazione se disattivata.
L’utilizzo della funzionalità è davvero semplice ed è sufficiente avvicinare il dispositivo e il gioco è fatto.
Per approfondimenti: Cos'è NFC su Android e come utilizzarlo
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14. Google Telefono, cos'è e come funziona
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Google Telefono è il dialer preinstallato di default su dispositivi che utilizzano una versione stock di Android, i come GooglePixel ad esempio.
Come accade per tutti gli altri dialer, la sua funzione principale è la composizione di numeri e le chiamate vocali ma nel caso di Google Telefono si va ben oltre le semplici telefonate.
Questa applicazione, infatti, include anche un utilissimo filtro antispam che può essere utilizzato per bloccare le chiamate indesiderate in modo facile e veloce.
Oltretutto l’app integra al suo interno anche Google Duo e, quindi, può essere utilizzata tranquillamente anche per le videochiamate, a patto che l’utente dall’altra parte utilizzi ugualmente Duo sul suo smartphone.
Come già anticipato, questo tool è compatibile solamente con alcuni specifici dispositivi e per essere installato ha bisogno di almeno Android 7.0 o versioni successive, così da garantire libero accesso alle varie funzionalità avanzate.
Sui Pixel di Google è il dialer installato di default ma può essere installato anche sui device che utilizzano una versione stock di Android, prelevandolo dal Google Play Store oppure tramite pacchetto APK, da scaricare sul web.
Google Telefono è una delle app di dialing più versatili in assoluto e non stupisce dunque che anche chi non possiede un Pixel voglia installarla sul proprio device, così da rendere ancora più immediata la gestione delle chiamate e delle videochiamate e avere sempre la garanzia di un sistema sicuro e moderno.
Per approfondimenti: Google Telefono, cos'è e come funziona
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15. 5 motivi per usare Google Telefono su Android
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L'app Google Telefono è una delle migliori opzioni disponibili per gestire le chiamate su dispositivi Android e, in molti casi, viene utilizzata di default.
Sviluppato da Google per i suoi Pixel e non solo, questo tool offre una serie di funzionalità avanzate che migliorano la user experience del telefono. Vediamo allora quali sono i cinque motivi per passare a Google Telefono.
Una delle funzionalità più apprezzate di questo tool è la sua capacità di identificare e bloccare automaticamente le chiamate spam.
Grazie all'integrazione con il vasto database di Google, infatti, l'app è in grado di riconoscere e segnalare le chiamate sospette, proteggere gli utenti da telemarketing e dalle truffe telefoniche.
Google Telefono offre un'interfaccia semplice e pulita, progettata per essere estremamente intuitiva.
Tutte le funzioni sono a portata di mano, con un design minimalista che rende l'utilizzo fluido e molto immediato.
Un’altra caratteristica molto interessante è la ricerca di luoghi e aziende direttamente all'interno del dialer.
L’utente può cercare ristoranti, negozi, o altre attività commerciali senza uscire dall'app, e chiamare direttamente con un tocco.
Altra peculiarità di questo tool è il supporto alla tecnologia HD Voice per le chiamate, che migliora notevolmente la qualità del suono durante le conversazioni, per utilizzarla, però, c’è bisogno che il proprio operatore telefonico sia compatibile con l’impostazione.
Infine l’app è perfettamente integrata con molti altri servizi di Google come Google Contatti, Google Maps, e Google Assistant, così da utilizzare rapidamente le varie funzioni associate.
Per approfondimenti: 5 motivi per usare Google Telefono su Android
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16. Come registrare una chiamata su Android
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Registrare una chiamata su Android, a prescindere da quale dialer si utilizza, è un’operazione abbastanza semplice e per farlo è sufficiente premere l’apposito pulsante per la registrazione.
Bisogna ricordare, però, che in alcuni paesi questo non è possibile, perciò il dialer non consentirà all’utente di premere il pulsante in oggetto che resterà in trasparenza e non sarà utilizzabile.
Comunque, dove possibile, una volta premuto il tasto Registra la registrazione partirà in automatico e non bisognerà fare altro.
Per interrompere l’operazione basta fare tap nuovamente sullo stesso pulsante.
I file registrati si trovano all’interno dell’applicazione per i file multimediali, la destinazione può cambiare in base al proprio device, ma generalmente si trovano nella cartella Registrazioni o in quella Chiamate registrate ordinate cronologicamente.
Se non fosse possibile farlo, l’unica soluzione alternativa al problema è mettere la chiamata in vivavoce e far partire la registrazione tramite un dispositivo esterno, un secondo smartphone ad esempio oppure un registratore vocale che, inoltre, garantirà un risultato davvero ottimale.
registrate. Assicurati di cercare la legge nella tua posizione prima di utilizzare questo metodo.
Infine bisogna ricordare che già da qualche anno le app di terze parti per registrare le chiamate non sono più utilizzabili e, anzi, Google le ha disattivate completamente nel 2022.
Perciò per chi abita in una regione dove la registrazione non è consentita, l’unico modo è utilizzare un device esterno, tralasciando completamente le applicazioni di terze parti che, non essendo più in funzione, potrebbero nascondere un virus.
Per approfondimenti: Come registrare una chiamata su Android
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17. Come riportare Android alle impostazioni di fabbrica
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Riportare un device Android alle impostazioni di fabbrica è un ottimo sistema per risolvere eventuali problemi software o per preparare il dispositivo alla vendita, avendo cura di cancellare tutte le informazioni personali al suo interno.
Prima di effettuare il reset è opportuno, anzitutto, eseguire il backup di tutti i dati importanti, l’operazione in questione cancellerà completamente il contenuto del device, perciò per non perdere tutto è sempre consigliabile salvare foto, video, audio e contatti.
A questo punto è consigliabile anche caricare il dispositivo e non procedere col ripristino se la batteria non è almeno al 50%. Va bene anche collegare il telefono alla presa di corrente durante l’operazione di reset.
A questo punto si può riportare lo smartphone alle impostazioni di fabbrica, per farlo basta andare su Impostazioni, andare su Sistema, poi su Avanzate e infine sulla scheda Backup e ripristino.
Qui basta selezionare Ripristino Dati di Fabbrica e fare tap sull’opzione Cancella tutti i dati (ripristino dati di fabbrica) e confermare l’operazione nella modalità suggerita dallo smartphone.
Prima di procedere è necessario comunque inserire il PIN o la Password del dispositivo e avviare finalmente le operazioni di ripristino del telefono.
Dopo il Reset bisognerà ripartire con la configurazione del device, regolando i vari settaggi di Android proprio come fatto quando è stato acquistato.
Fatto questo si possono rimettere i file personali dentro lo smartphone e procedere nuovamente con il download e la configurazione delle varie applicazioni.
Per approfondimenti: Come riportare lo smartphone Android alle impostazioni di fabbrica
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18. 5 modi per rinnovare il tuo smartphone Android
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Può capitare delle volte di stancarsi del proprio smartphone Android e di voler trovare qualche soluzione per rinnovarlo ma senza acquistarne uno nuovo.
Farlo è abbastanza semplice e viste le grandi possibilità di personalizzazione del sistema operativo di Google, l’utente ha diverse opzioni a disposizione.
La più semplice consiste nel cambiare sfondo o tema, un modo semplice e veloce per “rinfrescare” il look del device, scegliendo tra una foto personale oppure uno dei molti sfondi gratuiti disponibili sul web.
Altra soluzione pratica, economica e veloce è acquistare una nuova custodia o una cover optando, magari, per una personalizzata con foto o design unici.
Molto semplice anche cambiare le icone con la possibilità di dare un nuovo look al dispositivo senza dover spendere nulla.
Addirittura molti smartphone permettono di cambiare le icone di default, ma è possibile anche scaricare diversi icon pack dal Google Play Store.
Un’altra soluzione per rinnovare il proprio device è scegliere un nuovo launcher, scaricandone uno tra i molti a disposizione sullo store di Google.
Questo permette non solo di cambiare l’aspetto della schermata Home e dei vari menu, ma consente anche di accedere a nuove opzioni di personalizzazione ed esperienze d’uso totalmente inedite.
L’ultima soluzione è quella più “drastica” e passa necessariamente per l’acquisto di un nuovo smartphone.
Chiaramente questa è la soluzione più costosa ma per chi non ne può più del proprio smartphone, soprattutto se piuttosto datato, è l’unica cosa da fare pera dare un taglio al passato e ricominciare da capo.
Il consiglio, però, è quello di scegliere anche un brand o un modello diverso dal precedente così da trovarsi a utilizzare un dispositivo totalmente inedito.
Per approfondimenti:5 modi per rinnovare il tuo smartphone Android
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19. Come abilitare e disabilitare il Display Dlways-In di Android
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L'Always-On Display è una funzionalità molto molto utile su moderni smartphone. È disponibile su molti dispositivi Android di fascia alta che, naturalmente, per accedere a questa caratteristica devono avere uno schermo OLED.
Lo scopo di questa opzione è quello di visualizzare informazioni essenziali come l'ora e la data oppure le notifiche sullo schermo anche quando è in standby e, naturalmente, senza doverlo sbloccare.
È un’impostazione molto comoda soprattutto per quegli utenti che vogliono tenere sempre sotto controllo il proprio device ma senza dover accendere e spegnere di continuo lo schermo.
L'Always-On Display consente di risparmiare batteria e di vedere sullo schermo comunque le notifiche e le informazioni più importanti
Inoltre in questo modo, si riduce notevolmente il consumo di batteria, con questa impostazione che ha un impatto minimo sull’autonomia del device che non ha più bisogno di accendere tutti i pixel dello schermo ma solo quelli che visualizzano le informazioni.
Per attivare l’Always-On Display bisogna andare nelle Impostazioni di Android, fare tap sulla scheda Display e scorrere fino a trovare le opzioni relative alla funzionalità in oggetto.
Qui, non bisogna fare altro che spostare il selettore su On alla dicitura Always-On Display oppure Schermo sempre attivo.
Qui è possibile anche personalizzare l’aspetto dello schermo, scegliendo lo stile dell'orologio, le impostazioni sulle notifiche da visualizzare e molto altro ancora.
Anche disattivare l’Always-On Display è piuttosto semplice e non bisogna fare altro che seguire la procedura appena elencata al contrario, avendo cura di spostare il selettore di fianco alla funzione su Off.
È bene ricordare, però, che disattivare questa caratteristica non è mai consigliabile, visto che aumenteranno drasticamente i consumi e alcune notifiche potrebbero passare inosservate in un momento di distrazione.
Per approfondimenti: Come abilitare e disabilitare il display always-on di Android
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20. Come e perché utilizzare la modalità lettura su Android
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La Modalità lettura è disponibile sui dispositivi Android e consente di trasformare le pagine web in versioni semplificate e più leggibili, eliminando elementi di distrazione come annunci pubblicitari, banner e formattazioni complicate. Questa modalità è pensata per offrire agli utenti un'esperienza di lettura fluida e priva di interruzioni, simile a quella offerta dagli ebook.
Questa modalità è particolarmente utile per chiunque desideri concentrarsi esclusivamente sul contenuto testuale di una pagina web senza essere disturbato da elementi visivi non necessari.
Questo è particolarmente indicato per la lettura di articoli lunghi o complessi, dove una presentazione pulita e priva di distrazioni può migliorare la comprensione e la fruizione del contenuto.
Oltre a rendere la lettura più piacevole, questa modalità offre una serie di opzioni di personalizzazione, come la possibilità di modificare la dimensione del testo, la spaziatura delle righe, il colore del carattere e dello sfondo.
Queste regolazioni sono particolarmente utili per le persone con difficoltà visive, che possono adattare la visualizzazione alle proprie esigenze per facilitare la lettura.
Per iniziare a utilizzare la Modalità lettura, è necessario scaricare l'applicazione dedicata dal Google Play Store.
Dopo l'installazione, l'utente deve attivare la funzione attraverso le impostazioni di accessibilità del dispositivo.
Questo processo include l'abilitazione di una scorciatoia che apparirà sullo schermo, permettendo di attivare la Modalità lettura con un semplice tap.
Una volta attivata, l'applicazione semplifica automaticamente la pagina web corrente, rimuovendo tutti gli elementi superflui e presentando solo il testo e le immagini essenziali in un formato facilmente leggibile.
Per approfondimenti: Come e perché utilizzare la modalità lettura su Android
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21. Come Attivare le Opzioni Sviluppatore su Android
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Le Opzioni Sviluppatore su Android permettono di accedere a una serie di impostazioni avanzate che possono essere utili, appunto, per gli sviluppatori o per gli utenti pratici sull’argomento che in questo modo possono personalizzare e ottimizzare il proprio dispositivo.
Si tratta, chiaramente, di uno strumento molto potente me anche molto pericoloso perché la scelta di un’impostazione sbagliata potrebbe compromettere il corretto funzionamento dello smartphone e vanno, quindi, utilizzate con estrema cautela.
Il suggerimento, dunque, è che se non si è sicuri di cosa faccia una particolare opzione, è meglio non modificarla o chiedere a qualcuno competente in materia.
Per attivare le Opzioni Sviluppatore basta accedere alle Impostazioni di Android e cercare la scheda chiamata Info sul telefono o Informazioni sul dispositivo. Su alcuni modelli, questa opzione potrebbe trovarsi all’interno del menu Sistema.
Una volta trovata bisogna cercare la dicitura Informazioni software e poi quella Numero Build avendo cura di fare ripetutamente tap su di essa fino a che non comparirà il messaggio di conferma dell’attivazione delle Opzioni Sviluppatori.
In alcuni casi potrebbe essere necessario inserire il PIN o la password del dispositivo per confermare l’operazione.
A questo punto la voce Opzioni Sviluppatore dovrebbe apparire come una nuova voce nel menu Impostazioni, solitamente si può trovare nella sezione Sistema o in quella Avanzate.
Entrando nella nuova scheda è possibile gestire le varie impostazioni avanzate del device tra cui il debug USB, la velocità delle animazioni e molto altro.
Per disattivare le Opzioni Sviluppatore basta tornare all’interno delle Impostazioni e, dentro la scheda Opzioni sviluppatore disattivare l’apposito interruttore, facendo così scomparire il “menu segreto” attivato in precedenza.
Per aggiornamenti: Come attivare le opzioni sviluppatore su Android
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22. Android, 5 trucchi per gli screenshot
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Acquisire uno screenshot su Android è semplice: basta premere contemporaneamente il tasto di accensione e volume giù.
Questa azione cattura lo schermo e mostra un'anteprima in alto a destra, da cui è possibile condividere, modificare o eliminare lo screenshot.
In alternativa è possibile anche usare l'icona screenshot presente nel menu a tendina delle notifiche.
Su dispositivi Samsung, oltre alla combinazione di tasti standard, è possibile catturare screenshot usando i gesti della mano o l'assistente vocale Bixby, con gli utenti che possono anche personalizzare gesti nelle impostazioni per acquisire screenshot in modi diversi.
Per catturare uno screenshot più lungo, come una pagina web intera, si può usare la funzione Scorri, disponibile dopo aver catturato uno screenshot. Tuttavia, questa funzione al momento non è disponibile su Google Chrome.
Come Bixby, anche Google Assistant (o Google Gemini) può essere utilizzato per acquisire screenshot tramite comandi vocali, dicendo semplicemente "Ehi Google, fai uno screenshot".
Dopo aver catturato una schermata, è possibile modificarla immediatamente utilizzando strumenti di disegno e modifica integrati, come pennarelli e taglierini. Queste funzioni sono accessibili direttamente dall'anteprima dello screenshot o dalla galleria.
Alcuni dispositivi, come i Google Pixel, permettono di acquisire screenshot tramite gesti personalizzati. Per dispositivi che non supportano nativamente questa funzione, è possibile utilizzare applicazioni di terze parti come Tap, Tap, che permette di simulare gesti personalizzati per catturare screenshot, anche se potrebbe presentare problemi di compatibilità su alcuni modelli.
Per approfondimenti: Android, 5 trucchi per gli screenshot
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23. Come scannerizzare documenti in pdf dalla fotocamera dello smartphone Android
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Per tutti coloro che non hanno a disposizione uno scanner o una stampante multifunzione, possono scannerizzare i propri documenti utilizzando la fotocamera del proprio smartphone Android, che si presta più che bene a questo compito.
Farlo è molto semplice e le opzioni sono generalmente due: utilizzare uno dei programmi di default che i vari produttori inseriscono all’interno dei loro device, oppure scaricare un’applicazione di terze parti dal Google Play Store.
In questo secondo caso le opzioni sono davvero molte e tra le più popolari, solo per citarne alcune, troviamo Google Drive, Adobe Scan oppure MicrosoftLens. Importante ricordare che a prescindere da quale si sceglie il funzionamento è sempre più o meno lo stesso.
Per prima cosa bisogna scegliere un’app per scannerizzare i documenti e installarla sul proprio smartphone.
Fatto questo non resta che aprirla e selezionare l’apposita funzionalità che, generalmente, prende il nome di Scanner oppure dell’opzione Documenti, da selezionare dall’interfaccia della fotocamera.
A questo punto la procedura è la stessa di quando si scatta una foto: basta inquadrare il documento da scannerizzare avendo cura di centrarlo il più possibile nell’apposita griglia, metterlo a fuoco e premere il pulsante di scatto.
In molti casi sarà il software stesso a trasformare la foto in un vero e proprio documento, ritagliando i bordi in eccesso e, se serve, raddrizzando l’immagine.
Ora non resta che salvare file, solo che a differenza di una classica fotografia, stavolta verrà salvato in automatico all’interno del telefono (o su cloud, a seconda di cosa si sceglie) in PDF.
Una volta che il documento è pronto può essere archiviato dove si preferisce oppure condiviso via email, tramite servizi di messaggistica oppure caricandolo su uno dei vari servizi di cloud storage a disposizione dell’utente.
Per approfondimenti: Come scannerizzare documenti in pdf dalla fotocamera dello smartphone Android
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24. Browser Android che supportano estensioni
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Alcuni dei dei browser su Android offrono funzionalità avanzate come il supporto alle estensioni dei particolari strumenti che arricchiscono l'esperienza di navigazione, offrendo funzionalità aggiuntive come il blocco degli annunci pubblicitari, gestione delle password e molto altro.
Installarle è davvero semplice e basta visitare l’apposito “store” contenente tutti questi addons e scaricare quello che si vuole utilizzare. Vediamo allora i principali browser compatibili con le
Mozilla Firefox è uno dei browser più popolari non solo su Android è, ovviamente supporta le estensioni.
Le impostazioni sono davvero molte e ricalcano quelle disponibili nella versione desktop tra cui LastPass, per la gestione delle password e DarkReader, una modalità scura per tutti i siti.
Con le estensioni gli utenti possono espandere notevolmente le potenzialità dei propri browser preferiti e personalizzarli in base ai loro bisogni
Anche Kiwi Browser permette di usare le estensioni su Android ed è compatibile con la maggior parte delle estensioni disponibili per Google Chrome, ma ovviamente su dispositivi mobili.
Altra opzione molto interessante è Brave Browser un tool che garantisce un’esperienza focalizzata sulla privacy, con un efficiente tool per il blocco degli annunci integrato.
La possibilità di aggiungere le estensioni è più limitata rispetto agli altri prodotti già esaminati, ma comunque è compatibile con queste funzionalità.
Anche Microsoft Edge di recente ha introdotto il supporto per le estensioni su Android. incluse quelle da installare direttamente dal Chrome Web Store, offrendo una vasta gamma di opzioni per personalizzare e migliorare la user experience.
Per approfondimenti: Browser Android che supportano estensioni
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25. Come stampare da uno smartphone Android
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Già da qualche anno è diventato possibile stampare direttamente da uno smartphone Android, un modo semplice e veloce che non richiede il salvataggio di file su PC o su altre fonti esterne.
A prescindere dal fatto che si vogliano stampare documenti, foto o email, il sistema operativo di Google offre diverse opzioni per connettere il dispositivo a una stampante compatibile; vediamo come fare.
Per prima cosa bisogna verificare che la stampante sia accesa e connessa alla stessa rete WiFi a cui è collegato lo smartphone.
A questo punto bisogna andare nelle Impostazioni di Android, selezionare la scheda Connessioni o Dispositivi collegati e cercare l’opzione Stampa o Servizi di stampa. Se non fosse presente, potrebbe essere necessario cercare nelle impostazioni avanzate del device.
Fatto questo bisogna aggiungere un Servizio di Stampa, facendo tap su Aggiungi servizio e seguendo le istruzioni sullo schermo per installare quello relativo alla propria stampante dal Google Play Store.
Una volta configurato il servizio di stampa, lo smartphone cercherà automaticamente le stampanti compatibili sulla rete WiFi e, se tutto è andato come dovrebbe, tra le varie opzioni dovrebbe comparire proprio la stampante di casa.
A questo punto non resta che aprire il file da stampare, scegliendolo tra quelli sul telefono oppure su una delle varie piattaforme cloud come Google Drive, Dropbox e così via.
Una volta selezionato basta fare tap sul menu rappresentato dai tre punti nell'angolo superiore destro dell'app e selezionare Stampa dal menu a discesa.
Nella schermata di anteprima di stampa, è possibile selezionare la stampante, il numero di copie, l'orientamento della pagina e molte altre impostazioni.
Per approfondimenti: Come stampare da uno smartphone Android
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26. Cosa fare se dimentichi il pin o la password di Android
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Può capitare in certi casi di dimenticare il PIN, la password o il pattern di sblocco del proprio dispositivo Android.
Quando questo accade ci sono diversi metodi per recuperare le proprie credenziali di accesso e tornare a utilizzare il dispositivo come sempre.
La prima opzione passa per Trova il Mio Dispositivo, il servizio di Google che permette di localizzare, bloccare, o cancellare il contenuto dello smartphone da remoto.
Passando per questo servizio è possibile anche reimpostare il blocco schermo con un PIN temporaneo che può essere utilizzato non appena si torna in possesso del device.
Per i possessori di un device Samsung, invece, è possibile utilizzare Samsung Smart Things Find che, tra le altre cose, consente di sbloccare anche il device da remoto.
In certi casi potrebbe essere opportuno contattare il supporto tecnico del produttore del dispositivo oppure portarlo in un centro di assistenza.
In alcuni casi, gli specialisti del supporto tecnico potrebbero essere in grado di sbloccare il dispositivo senza perdere dati, ma molto dipende dalle politiche di sicurezza del produttore.
Infine se non fosse possibile recuperare l'accesso con i metodi precedenti, potrebbe essere necessario ripristinare il dispositivo alle impostazioni di fabbrica.
Questo processo, però, cancellerà tutti i dati sul dispositivo, quindi è importante avere un backup di tutti i propri file così da non perdere niente
Per farlo bisogna spegnere il telefono e riaccenderlo tenendo premuti contemporaneamente i pulsanti di accensione e volume su, fino a quando non appare il logo del produttore.
Nel menu di ripristino, si possono usare i pulsanti del volume per navigare e selezionare l’opzione Wipe data/factory reset.
Per approfondimenti:
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27. Come fare una videochiamata con Android
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Negli ultimi anni le videochiamate sono diventate uno strumento di uso comune sia per l’intrattenimento che per il lavoro, con decine di ore passate davanti allo smartphone o al PC con amici, familiari e colleghi.
Tra i device più utilizzati per questo scopo, ci sono sicuramente gli smartphone Android che in realtà consento agli utenti ampia possibilità di scelta su dove e come effettuare una chiamata.
Anzitutto bisogna dire che Android è compatibile con buona parte delle app più popolari e, oltre a Google Meet, permette di effettuare una videochiamata tramite WhatsApp, Zoom, e Skype, tanto per citare le più famose.
Con Google Meet, basta aprire l'app e fare tap su Nuova riunione per creare una videochiamata da zero e procedere con la condivisione dei link con i vari partecipanti o sceglierne uno tra i propri contatti.
Su WhatsApp bisogna solo apri l'applicazione, selezionare la chat del contatto che si vuole videochiamare e fare tap sull'icona della videocamera in alto a destra.
Con Zoom basta accedere all'app, selezionare l’opzione Nuova riunione, invitare i partecipanti tramite un link oppure scegliere un contatto tra quelli disponibili.
Con Skype non serve fare altro che aprire l'app, selezionare un contatto dalla lista e toccare l'icona della videocamera.
A prescindere dall’applicazione scelta, a questo punto la videochiamata funziona come una classica telefonata solo che bisogna, ovviamente, utilizzare la fotocamera dello smartphone.
Proprio come una chiamata classica è possibile attivare o disattivare il microfono, in più è anche possibile attivare o disattivare la fotocamera oppure passare a quella posteriore e inquadrare l’ambiente circostante.
Alla fine della conversazione non serve fare altro che fare tap sull’icona del telefono rosso e terminare la conversazione.
Per approfondimenti: Come fare una videochiamata con Android
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28. Come impostare la modalità ospite di Android
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La modalità ospite su Android è una particolare funzionalità utile quando si presta il proprio dispositivo a qualcun altro, senza dare l’accesso completo ai propri dati personali, come foto, messaggi, app o account.
Questa modalità, in sintesi, permette di creare un profilo temporaneo che consente a chi utilizza il dispositivo di accedere solo a determinate funzioni, proteggendo la propria privacy. Ecco come impostare la modalità ospite e utilizzarla.
Per attivare la modalità ospite, per prima cosa bisogna aprire le Impostazioni, scorrere verso la sezione Sistema (in alcuni dispositivi potrebbe essere chiamata Utenti e account).
Qui bisogna fare tap su Aggiungere un Nuovo Utente scegliendo tra un utente o un ospite.
Una volta creato il profilo, il dispositivo passerà automaticamente alla modalità ospite e chi utilizza il telefono avrà accesso a un ambiente pulito, senza dati personali, account o app installate sul profilo principale.
L'ospite potrà comunque accedere a Internet e utilizzare le app preinstallate.
Quando l'ospite ha finito di utilizzare il telefono è possibile tornare al profilo principale; per farlo basta abbassare la barra delle notifiche, fare tap sull'icona del profilo utente e selezionare l’opzione Rimuovi Ospite oppure Torna al mio profilo così che il telefono torni alla normale modalità di utilizzo.
Per approfondimenti: Come impostare la modalità ospite di Android
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29. Come Cambiare la Tastiera su Android
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Una delle particolarità di uno smartphone Android è la possibilità di personalizzare quasi ogni aspetto del sistema operativo, inclusa la tastiera.
Di solito i device in questione utilizzano la GBoard, la tastiera sviluppata da Google, anche se alcuni produttori hanno dei tool predefiniti che inseriscono all’interno del dispositivo.
Per chi volesse provare tastiere diverse, però, può facilmente scaricarne una aggiuntiva dal Google Play Store e utilizzarla come se fosse quella di default.
Per farlo, quindi, per prima cosa bisogna scaricare un’alternativa dallo store di Big G; le opzioni sono davvero molte e non resta che scegliere quella che ha un layout di proprio gradimento o che è compatibile con particolari funzioni.
Una volta installata bisogna andare alle Impostazioni del dispositivo e cercare la scheda Lingua e Inserimento che in alcuni casi potrebbe trovarsi all’interno della cartella Sistema, in quella Generale oppure più raramente in quella delle Impostazioni avanzate.
Qui bisogna selezionare l’opzione Tastiera e fare tap sulla dicitura Tastiera corrente che aprirà un menu a tendina con tutte le varie tastiere installate sullo smartphone.
Facendo tap di fianco a una delle varie proposte, questa verrà impostata come tastiera preferita, consentendo all’utente anche di modificare le varie opzioni come il layout, il tema, le lingue, i pulsanti speciali e molto altro ancora.
Tra le altre particolarità di Android, la funzione per passare rapidamente da una tastiera all’altra, per farlo durante la digitazione di un testo basta fare tap sull’icona della tastiera che appare nella barra delle navigazioni e selezionare una delle varie alternative tra quelle disponibili.
Per approfondimenti: Come cambiare la tastiera su Android
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30. 7 modi per migliorare le notifiche su Android
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Sui dispositivi Android è possibile migliorare e personalizzare le notifiche in modo da adattarle meglio alle proprie esigenze.
In questo senso, infatti, il sistema operativo di Google offre ampie possibilità di personalizzazione come, ad esempio, la cronologia delle notifiche che permette di recuperare eventuali avvisi eliminati per errore entro le 24 ore dalla ricezione.
Per attivare la funzione bisogna andare nelle Impostazioni, fare tap su Notifiche, poi su Impostazioni avanzate e attivare l'opzione.
Allo stesso modo è possibile evitare di visualizzare notifiche indesiderate nella barra di stato bloccandole.
Per farlo, alla ricezione di un avviso, basta tenere premuto su di esse e selezionare Blocca notifiche.
A volte le notifiche possono non arrivare a causa dell'Ottimizzazione della batteria, che chiude i processi in background.
Per evitare questo, si può disattivare tale funzionalità per le varie applicazioni andando nelle impostazioni di risparmio energetico.
Un’altra caratterista interessante permette di bloccare la comparsa del banner notifiche.
Per farlo basta andare su Impostazioni, su Notifiche e selezionare la modalità di visualizzazione, disattivando l'opzione che mostra il popup sullo schermo.
Inoltre per proteggere la privacy, si può nascondere la visualizzazione delle notifiche sulla schermata di blocco.
Questa opzione si trova in Impostazioni, Notifiche e nella scheda Notifiche sulla schermata di blocco, dove è possibile disattivare tutte le notifiche o solo quelle di specifiche app.
Altra particolarità di Android è la possibilità posticipare le notifiche, proprio come si fa con le email.
Per provare la funzione si può andare in Impostazioni, Notifiche e Consenti posticipo notifiche. Una volta attivata la funzione, si può scegliere quando far riapparire una notifica dopo averla posticipata.
Infine per evitare distrazioni, è possibile utilizzare la modalità Concentrazione, che blocca temporaneamente tutte le notifiche per un periodo stabilito. Questa funzione, simile a Non disturbare, è pensata per brevi periodi ed è attivabile dal menu delle notifiche, se disponibile sul proprio dispositivo.
Per approfondimenti: 7 modi per migliorare le notifiche su Android
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31. Come vedere e controllare uno smartphone Android da remoto
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In alcune situazioni può essere necessario accedere e controllare uno smartphone Android da remoto, magari per aiutare qualcuno con un problema tecnico oppure per gestire qualche specifica funzionalità del device.
Seppur cosa meno frequente rispetto a quanto accade con un PC, è comunque un’eventualità da tenere in considerazione e, quindi, è bene conoscere i diversi strumenti e le applicazioni che consentono di accedere a un dispositivo mobile da remoto.
Prima di vedere come fare, però, è opportuno fare una precisazione: questo sistema deve essere utilizzato esclusivamente per fini legali e il possessore dello smartphone che si andrà a gestire deve essere totalmente consapevole della cosa, così da non violare la sua privacy e utilizzare la funzione in totale sicurezza.
Sul Google Play Store sono molte le app che possono fare al caso nostro ma tra le più famose ci sono sicuramente TeamViewer e AirDroid.
Per quanto riguarda TeamViewer per prima cosa bisogna scaricare e installare l’applicazione sul device da cui effettuare la gestione da remoto, quindi un PC o un secondo smartphone.
Poi bisogna scaricare sul telefono da controllare l’app Quick Support e trovare il Codice ID che dovrà essere utilizzato per accedere in sicurezza al dispositivo.
Dopo aver inserito il codice sul PC o lo smartphone da cui effettuare il monitoraggio si può richiedere la connessione e iniziare la gestione da remoto.
Anche AirDroid funziona in modo molto simile e permette di gestire e controllare uno smartphone Android da un computer. Interessante sottolineare che questo tool consente anche di inviare file, ricevere notifiche e inviare messaggi.
Per utilizzare il programma bisogna scaricarlo e installarlo sul device Android da controllare e accedere col proprio account AirDroid.
Sul computer bisogna andare sul sito web di AirDroid o scaricare l’app desktop e accedere con lo stesso account utilizzato sullo smartphone
Merita una menzione a parte Trova il mio Dispositivo di Google che permette solo di localizzare, bloccare e formattare a distanza uno smartphone Android.
Per utilizzarlo basta attivare la funzione sul telefono e da un altro dispositivo andare sulla pagina web ufficiale, avendo cura di accedere con lo stesso account in uso sul telefono da controllare.
Per approfondimenti: Come vedere e controllare uno smartphone Android da remoto
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32. Fotocamera Android non funziona, cosa fare
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Anche sui device Android non sono insoliti i problemi con la fotocamera che, spesso, possono essere risolti dall’utente senza dover chiedere necessariamente aiuto all’assistenza clienti.
Il primo passo per risolvere un malfunzionamento della fotocamera è chiudere e riavviare l'applicazione o, in alternativa, forzarne l’arresto dalle impostazioni.
Può capitare che delle applicazioni come Instagram e Facebook che utilizzano la fotocamera, possano causare conflitti con la fotocamera stessa. Chiudere queste app potrebbe risolvere il problema.
Banalmente, riavviare lo smartphone è un altro metodo semplice ed efficace per risolvere molti problemi, inclusi quelli della fotocamera.
Se la fotocamera continua a non funzionare come dovrebbe, è anche possibile cancellare i dati dell'app e svuotare la cache così da eliminare eventuali bug.
Inoltre, l’eventuale presenza di aggiornamenti in sospeso per il sistema operativo o l'app della fotocamera, potrebbe causare il blocco della funzione. In questo caso per risolvere basta portare a termine l’update e riprovare.
Dopo un aggiornamento o con uno smartphone nuovo, potrebbe essere necessario concedere alla fotocamera le dovute autorizzazioni.
Per farlo basta andare all’interno dell’app e alla voce Autorizzazione spuntare tutte le opzioni.
Una memoria piena o un livello di batteria basso possono influire sul funzionamento della fotocamera. Liberare spazio e ricaricare il dispositivo sono la soluzione più veloce per risolvere il problema.
Se la fotocamera predefinita non funziona, si può provare a installare un'app di fotocamera alternativa tra quelle presenti nel Google Play Store così da verificare se il problema dipende dal software o dal componente stesso.
Se nessuna delle soluzioni precedenti funziona, l'ultima opzione è il ripristino delle impostazioni di fabbrica. Come ben noto, questo cancellerà tutti i dati, quindi va eseguito con cautela.
Se anche questo non risolve il malfunzionamento, potrebbe essere necessario rivolgersi all'assistenza clienti o considerare l'acquisto di un nuovo dispositivo.
Per approfondimenti: Fotocamera Android non funziona, cosa fare