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Android, caratteristiche del sistema operativo

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Il sistema operativo Android garantisce un elevato livello di sicurezza dei dati e offre centinaia di app pensate per qualsiasi esigenza: ecco come funziona

Smartphone con Android

Il sistema operativo Android è stato sviluppato a partire dal 2005. Da allora è stato migliorato, revisionato e implementato decine di volte, fino ad arrivare all’attuale release Android 12. Viene sviluppato dall’ex società Android Inc., acquistata da Google nel 2005. 

Sin dalla sua prima distribuzione pubblica, Android si è legato a tanti diversi modelli di smartphone. Anche per questo Google ha storicamente preferito delle piccole release costanti rispetto ai cosiddetti major update.

Nel corso degli anni, Android ha via via implementato il suo livello di efficienza, stabilità e sicurezza. Ha rivoluzionato la sua interfaccia ed ha investito sulla tutela della privacy dei suoi utenti. Non a caso si è rapidamente imposto come il sistema operativo più diffusoa livello internazionale.

Gli smartphone Android dispongono di alcune tra le app più apprezzate in assoluto, a partire da quelle targate Google. Software quali Gmail, YouTube, Maps e Chrome sono presenti di default in moltissimi dispositivi mobile attualmente in circolazione. Così come le app di elaborazione, conservazione e condivisione di documenti: Documenti, Drive, Fogli, Presentazioni, Calendar

Infine spazio ad alcune tra le applicazioni sviluppate da parti terze che hanno fatto registrare il maggior numero di installazioni. È il caso di Facebook e di WhatsApp, che hanno superato i 5.000 milioni di download. Ma anche di Dropbox, TikTok e Skype, che hanno superato i 1.000 milioni di download. 

  • 0. Breve storia del sistema operativo Android

    Dispositivo Android

    Shutterstock

    La società Android Inc. viene fondata nell’ottobre del 2003 da Andy Rubin, Rich Miner, Nich Sears e Chris White. L’idea di base del team era quella di sviluppare dei dispositivi cellulari che fossero sempre più consapevoli delle preferenze dei loro proprietari.

    Ciononostante Android Inc. si concentrò sin da principio sulla progettazione di software e non di smartphone. Dopo nemmeno due anni di attività, Android Inc. viene acquistata da Google, che iniziava a entrare nel mercato mobile. 

    È proprio a partire dal 2005 che il team di Andy Rubin inizia a sviluppare un sistema operativo basato su kernel Linux. Il risultato di questo lavoro è Android, con il suo iconico logo a forma di robot verde.

    Android viene presentato a un consorzio di aziende del settore nel novembre del 2007: tra i presenti produttori di smartphone quali HTC e Samsung, operatori mobili come T-Mobile, ma anche produttori di microprocessori quali Qualcomm. 

    Non a caso il primo smartphone dotato di sistema operativo Android sarebbe stato proprio l’HTC Dream, messo in commercio da T-Mobile nel 2008. Il modello veniva venduto a 179 dollari e l’acquisto prevedeva la sottoscrizione di un contratto biennale con l’operatore.

    La società Android Inc. nasce con l’obiettivo di sviluppare smartphone “consapevoli”. Acquisita da Google, si mette al lavoro si un nuovo sistema operativo

    HTC Dream era dotato di una tastiera QWERTY a cui si aggiungeva uno schermo tattile scorrevole da 3,2 pollici. Lo smartphone supportava la connettività 3G, aveva 256 MB di memoria flash e 192 MB di RAM. 

    La prima interfaccia di Android generò una causa legale con Apple, che riteneva violati i propri brevetti. Il sistema operativo presentava inoltre alcuni limiti sia in termini di potenza che di sicurezza.

    Già nei suoi primi anni di vita Android veniva condiviso da decine e decine di smartphone diversi, quindi è difficile parlare in maniera univoca delle sue caratteristiche e del livello delle sue prestazioni.

    È però possibile individuare alcuni modelli specifici che testimoniano lo sviluppo costante del sistema operativo. Ad esempio Nexus One di Google (anche se prodotto da HTC), lanciato nel 2010: uno smartphone di nuova generazione con processore da 1 GHz.

    Trainato da Nexus One e dal successivo Nexus S (stavolta prodotto da Samsung), Android avrebbe superato per la prima volta Symbian: il sistema operativo dei dispositivi mobile Nokia, che per anni era stato il numero uno del mercato. Circa un anno dopo, più precisamente nell’agosto del 2011, Android risultava installato in quasi il 25% degli smartphone distribuiti in tutto il mondo

  • 1. Le prime release di Android

    Smartphone con Android

    Shutterstock

    Entrare nel merito delle release di Android è molto complicato. Questo sistema operativo infatti è storicamente contraddistinto da un ciclo di aggiornamento davvero molto rapido. I miglioramenti del software spesso sono graduali ed avvengono con intervalli regolari di circa 6-9 mesi.

    Da questo punto di vista Android è molto diverso dal sistema operativo iOS, che invece è solito rilasciare major release. Non bisogna però dimenticare che iOS viene installato esclusivamente sui dispositivi mobile Apple.

    Le prime versioni di Android sono state testate soltanto da pochi addetti ai lavori: presentano i nomi in codice Alpha e Beta e vennero mostrate esclusivamente a Google e ad alcune aziende partner. 

    Android 1.0 è il primo sistema operativo a disposizione del grande pubblico. Viene distribuito a partire dal settembre del 2008 ed era già dotato di un suo browser per navigare in Internet e di un market proprietario

    Era dotato di fotocamera, permetteva di accedere alla posta elettronica e di collegarsi alla rete tramite Wi-Fi. Inoltre alcuni smartphone Android consentivano una prima forma rudimentale di multitasking e di funzionamento di alcune app in background

    Android 1.0 è la prima release disponibile al pubblico, dopo alcune versioni test. Il sistema operativo, presentato nel 2008, era già in grado di garantire il multitasking

    Gli aggiornamenti successivi ad Android 1.0 e all’update Android 1.1 sono noti con nomi in codice che rimandano al mondo dei dolci. Da Cupcake a Donut (ciambella), da Eclair a Froyo (Frozen Yogurt), da Gingerbread (pane allo zenzero) a Honeycomb (un dolce al caramello che ricorda un nido d’ape). 

    Queste release introducono tutta una serie di fix di bug e di miglioramenti in termini di tutela della privacy dell’utente e di sicurezza dei suoi dati personali. Parallelamente si lavora alla stabilità e alla velocità del sistema operativo, che viene integrato con nuovi widget. 

    Con i vari aggiornamenti, Android introduce la possibilità di connettersi alle reti CDMA e quella di utilizzare il Bluetooth. La possibilità di utilizzare il proprio smartphone come un hotspot wireless e quella di osservare nel dettaglio il livello di consumo della batteria in base alla singola app utilizzata. 

  • 2. Da Android Ice Cream Sandwich ad Android Pie

    due smartphone Android

    Shutterstock

    Il sistema operativo Ice Cream Sandwich è il primo che permette a uno smartphone Android di collegarsi con un PC diventando una specie di dispositivo multitouch di input. Il successivo Jelly Bean introduce il supporto al Bluetooth 4.0 e una prima versione dell’assistente vocale Google Now.

    La celebre hotword “Ok Google” sarebbe però arrivata soltanto con l’aggiornamento Android 4.4 KitKat: una combinazione di parole che, di lì in avanti, avrebbe permesso agli utenti di tutto il mondo di attivare l’assistenza vocale. 

    Android Lollipop è una release fondamentale soprattutto in termini di interfaccia. Con questo aggiornamento le icone vengono praticamente ridisegnate da zero, all’insegna di uno stile minimale. Le animazioni del sistema operativo passano a 60 fps e viene sostituito il runtime system, in modo tale da migliorare le performance della batteria. 

    La release Nougat apporta molteplici miglioramenti tecnici: dall’implementazione della realtà virtuale all’inserimento del noto tasto hamburger (tre linee orizzontali), che rende più semplice tornare ai menù principali.

    La release successiva Oreo invece è ricordata soprattutto per l’inserimento automatico in sicurezza delle password (soltanto per alcune app) e per Android GO: una modalità del sistema operativo che diminuisce la richiesta hardware, pensata per gli smartphone più economici. 

    Infine Pie, l’ultimo aggiornamento Android con un nome “dolciario”: una release che ritocca il design generale, aggiungendo una serie di funzionalità ai notch: le tacche che si trovano nella zona superiore della schermata di determinati modelli di smartphone. 

  • 3. Le principali novità di Android 12

    Simbolo Android

    Shutterstock

    A partire dal 2019 i sistemi operativi Android hanno ricominciato a venire comunicati con una semplice numerazione crescente. La scelta di abbandonare il naming ispirato ai dolci pare sia stata presa perché molti di questi prodotti erano quasi totalmente sconosciuti al pubblico non statunitense. Nonostante ciò va detto che, secondo alcuni rumors, Google starebbe lavorando sul nuovo sistema operativo mobile Android 13, con nome in codice Tiramisù.

    Comunque il 22 agosto 2019 è stato presentato ufficialmente Android 10, a cui sarebbe seguito Android 11. Soprattutto l’ultimo sistema operativo viene ricordato ancora oggi per l’introduzione di un nuovo tema scuro e per una gestione più approfondita del permesso di accesso a diverse applicazioni. 

    Si arriva così ad Android 12, la major release più recente in circolazione al momento della stesura di questo articolo. Questo sistema operativo ha rinnovato molti aspetti grafici, a partire dall’introduzione del nuovo linguaggio Material You. Sono stati ridisegnati quasi tutti i widget ed è stato rinnovato persino l’aspetto delle notifiche a comparsa. 

    Dal punto di vista tecnico Android 12 sembra essere più veloce di circa il 22% rispetto ai sistemi operativi precedenti. Sono stati ridotti i tempi di utilizzo della CPU ed è stato migliorato il tempo di avvio delle app

    Dopo la release Pie Android ha smesso di puntare su nomi dolciari. Ciononostante il nuovo Android 13, attualmente in lavorazione, potrebbe chiamarsi Tiramisù

    Novità significative anche dal punto di vista della privacy. Grazie a una nuova Dashboard dedicata, è possibile visionare tutti i programmi che hanno accesso alla posizione dello smartphone, alla sua fotocamera o alla sua posizione. Android 12 offre la possibilità inedita di fornire una posizione approssimativa alle app, in modo da tutelare ulteriormente la sicurezza dell’utente. 

    Alcune app specifiche sono adesso in grado di interagire tra loro, di scansionarsi e di accoppiarsi ad altri dispositivi. Tutto questo senza dover condividere informazioni chiare in merito alla loro posizione. 

    I software che si occupano della fotocamera sono stati integrati con nuove estensioni che permettono di conseguire diversi vantaggi, a prescindere dal produttore del proprio smartphone. Dalla modalità notturna alla tecnologia HDR (High Dynamic Range), passando per il bokeh: un effetto sfocato che permette di gestire liberamente le parti in primo piano e quelle in secondo piano di un’inquadratura. 

    Android 12 ha migliorato sensibilmente anche le diverse esperienze legate all’utilizzo del feedback aptico. Il risultato è percepibile soprattutto in caso di gaming, per cui il sistema operativo ha sviluppato una nuova API.

    La Game Mode API di Android 12 permette di giocare a un titolo anche mentre sta venendo scaricato. Inoltre consente di creare diversi profili sulla base del gioco utilizzato: uno stratagemma che permette ad esempio di alzare gli fps, o in alternativa di aumentare la durata della batteria

  • 4. Cosa sono le applicazioni di sistema Android

    Simbolo Android

    Shutterstock

    Si parla di applicazione di sistema Android soltanto nel caso in cui il programma risulti già installato all’interno di un dispositivo al momento del suo acquisto. Queste app non vanno però confuse con altre app preinstallate: ad esempio quelle legate al produttore dello smartphone piuttosto che all’operatore mobile con cui si è formato un contratto. 

    Tra le app di sistema Android di solito è possibile individuare i principali software della galassia Google: il servizio di posta elettronica Gmail o la piattaforma per la visualizzazione e la condivisione di contenuti multimediali YouTube.

    Lo stesso discorso vale per i vari programmi che appartengono alle suite di office automation Google: da Documenti a Presentazioni, passando per Fogli, Disegni e Moduli. Molti smartphone Android vengono venduti con Drive e Calendar preinstallati.

    Google Drive è un servizio di memorizzazione e sincronizzazione sul cloud di documenti, che si lega direttamente all’account di un utente e che permette di condividere file con altri indirizzi. Anche Calendar fa parte dei software che si integrano con un account Google: un’agenda che permette di creare, sincronizzare e condividere più calendari personali. 

    Le app della galassia Google risultano quasi sempre tra quelle preinstallate nei dispositivi Android: da Gmail a YouTube, da Documenti a Fogli, da Drive a Calendar

    Tra le altre app di sistema di uno smartphone Android si trovano quelle generiche dedicate alla gestione della fotocamera, della calcolatrice, dell’orologio. Alla scrittura di note, alla visualizzazione di immagini o alla registrazione di note vocali. Tutte queste app possono variare leggermente in base all’aggiornamento del sistema operativo e al modello di smartphone che si possiede. 

    Le app di sistema generalmente sono considerate indispensabili per garantire un corretto funzionamento dello smartphone. Dunque è quasi sempre sconsigliato eliminarle: il rischio infatti è quello di dover reinstallare Android da zero, magari perdendo dei dati non ancora sincronizzati su cloud. 

    Detto questo anche le app di sistema possono venire disinstallate: ad esempio effettuando il cosiddetto root. Il root (o rooting) è una serie di processi che permettono a un utente di ottenere dei controlli privilegiati sul sistema operativo Android. I singoli passaggi possono variare di smartphone in smartphone, ma il risultato conseguito è il medesimo: l’acquisizione dei diritti di superuser

    Un super user gode di una libertà di intervento dentro Android praticamente senza limiti. Questo vuol dire che può modificare il sistema operativo a proprio piacimento e che quindi può eliminare qualsiasi app ritenga non necessaria. 

  • 5. Le migliori applicazioni per sistema operativo Android

    una serie di app installate su smartphone Android

    Shutterstock

    Stilare una lista delle migliori applicazioni realizzate per smartphone Android è obiettivamente complicato. Secondo stime recenti infatti il Play Store di Google è popolato da circa 2 milioni di app.

    Un elemento utile da tenere in considerazione è sicuramente il numero complessivo dei download. E da questo punto di vista esistono diversi portali che rendicontano costantemente la quantità di installazioni delle principali app internazionali. 

    I software Google dominano in lungo e in largo le posizioni più alte di questo genere di classifiche. Basti considerare che le sopracitate Gmaile YouTube hanno superato i 10.000 milioni di installazioni su tablet e smartphone Android. Un traguardo centrato anche dal browser Chrome e dal servizio di ricerca e visualizzazione di carte geografiche Maps. 

    Esistono però anche software di terze parti che hanno ottenuto risultati semplicemente straordinari: ad esempio Facebook e WhatsApp di casa Meta. Sia il social network che il servizio di messaggistica istantanea online sono stati scaricati più di 5.000 milioni di volte.

    Social storicamente più recenti come Instagram e TikTok hanno comunque già superato la soglia dei 1.000 milioni di download, così come il software per chiamate online Skype e il servizio di file hosting Dropbox

    Anche alcune app di casa Microsoft sono riuscite a centrare i 1.000 milioni di installazioni su sistema operativo Android: è il caso di Word, ma anche del servizio di backup e cloud storage OneDrive

    Infine, spazio ad alcune tra le app in grado di raggiungere i 500 milioni di installazioni. Tra le più note e apprezzate si trovano Flipboard, WeChat e Shazam. Flipboard permette di creare un flusso di news in linea con i propri interessi. WeChat è una via di mezzo tra un servizio di comunicazione, un e-commerce e un social che sta letteralmente spopolando in Cina. Infine Shazam è un software che permette di identificare brani musicali

  • 6. I migliori giochi per sistema operativo Android

    gioco su Android

    Shutterstock

    Un discorso a parte lo meritano i giochi. Gli aggiornamenti più recenti del sistema operativo Android prestano grande attenzione al gaming mobile, che coinvolge un numero sempre crescente di utenti. 

    Il mercato dei videogiocatori da smartphone è in fermento da anni: tra Stati Uniti e Canada si parla di quasi 230 milioni di persone. In Italia più del 60% dei gamer dichiara di avere giocato almeno una volta con il proprio smartphone. 

    Anche in questo caso i traguardi ottenuti in termini di download possono aiutare a capire quali siano i giochi più apprezzati dall’utenza internazionale. A partire da Subway Surfers: ad oggi il videogame mobile più scaricato della Storia

    Subway Surfers è stato sviluppato da Kiloo e SYBO Games ed ha superato i 1.000 milioni di installazioni. L’utente veste i panni di un giovane writer e deve scappare dopo essere stato colto in flagrante mentre faceva dei graffiti in metropolitana. 

    Subway Serfer è il videogioco mobile più scaricato in assoluto su sistema operativo Android. È un endless runner che segue la scia di Temple Run

    Subway Serfer rientra nella categoria dei cosiddetti endless runner: giochi in cui si prende il controllo di un personaggio in movimento continuo, che deve evitare ostacoli e raccogliere oggetti. Il tutto senza mai poter interrompere la corsa.

    Da questo punto di vista Subway Serfer è il degno erede di un'altra saga endless runner che aveva convinto i giocatori quasi all’unanimità. Il riferimento è a Temple Run e al successivo Temple Run 2: videogame mobile che sono stati installati più di 500 milionidi volte ciascuno.

    Impossibile poi non citare Candy Crush Saga (oltre 1.000 milioni di download) e Fruit Ninja (oltre 500 milioni di download per la versione free). Candy Crush Saga è un puzzle game in cui l’utente deve creare file di tre elementi uguali tra loro, destreggiandosi tra varie modalità e sfide. 

    Fruit Ninja invece è un gioco in cui l’utente deve fare scorrere le dita sul touch screen come se fossero una lama: l’obiettivo è tagliare della frutta senza incappare nelle bombe che, di tanto in tanto, appaiono sullo schermo. 

  • 7. Android 13, trucchi e consigli

    Android 13

    DANIEL CONSTANTE / Shutterstock.com

    Android 13 è l’ultimo sistema operativo di casa Google ed è disponibile per moltissimi dispositivi già da febbraio 2022.

    Tra le caratteristiche principali di questa release molti cambiamenti che riguardano la personalizzazione del proprio device, con l’utente che può organizzare in completa libertà applicazioni e contenuti.

    A tal proposito, con Android 13 sarà possibile utilizzare una rinnovata gestione delle applicazioni nel dispositivo, che possono essere impostate per garantire un notevole risparmio di RAMe di batteria. L’utente, infatti, potrà attivare o disabilitare i programmi tramite Task Manager, bloccandoli o riavviandoli a proprio piacimento.

    Il sistema operativo permette anche una migliore gestione delle notifiche che possono essere controllate e organizzate dalle impostazioni. 

    Android 13 è l’ultima versione del sistema operativo di Google che strizza l’occhio alla personalizzazione del dispositivo e alle impostazioni di sicurezza

    Un’altra delle funzioni integrate riguarda la copia di una porzione di testo. Questa versione di Android ha al suo interno una specie di editor per gli appunti che ne permette una gestione più efficiente e tutta una serie di strumenti di editing che semplificano molto il processo di copia e incolla.

    A grande richiesta è arrivata una nuova App per la scansione dei QR Code, con uno scanner proprietario per sfruttare appieno le potenzialità dei celebri codici a barre.

    Tra le caratteristiche più attese dell’ultimo aggiornamento anche Material You, che garantisce nuove modalità di organizzazione di App e cartelle.

    Sempre con Material You è possibile modificare la lingua dei singoli programmi installati, cambiare colore e forma delle icone, modificare il lettore multimediale e cambiare radicalmente (quasi) tutto dell’interfaccia del sistema operativo.

    Infine installato dentro Android 13 ci sarà Photo Picker che impedisce alle applicazioni di terze parti di accedere a contenuti dell’utente. Il software funziona in maniera quasi del tutto automatico, consentendo l’accesso esclusivamente a determinati contenuti multimediali indicati dall’utente. 

    Per approfondimento: Android 13, trucchi e consigli

  • 8. Come utilizzare iMessage su Android e Windows

    messaggi con android

    Shutterstock

    IMessage è il nome dato da Apple a un servizio di messaggistica istantanea. Si connette alla rete Internet e permette l’invio messaggi tra dispositivi quali iPhone e iPad, ma anche MacBook e iPod

    IMessage è attiva di default sui vari sistemi operativi OS, ma è comunque possibile attivarla manualmente. Per farlo è sufficiente passare per le Impostazioni del proprio dispositivo e poi entrare nel sottomenù di nome Messaggi. 

    Allo stesso tempo esistono delle alternative che permettono di usare iMessage su Android, ma anche di usare iMessage su Windows. In entrambi i casi però l’utente deve essere pronto a seguire procedure elaborate, che prevedono diversi passaggi.

    Per utilizzare iMessage su Android o su Windows è necessario ricorrere a dei software noti col nome di macchine virtuali o emulatori: programmi che replicano il funzionamento di un dispositivo fisico. In questo caso emulano proprio il sistema operativo macOS: più precisamente devono emulare per lo meno l’aggiornamento di sistema operativo del 2015, di nome macOS X El Capitan

    Per usare iMessage su Android o su Windows bisogna installare e configurare un server self-hosted tipo BlueBubbles e connetterlo a una soluzione multipiattaforma

    Lo step successivo consiste nell’installazione e nella configurazione di BlueBubbles: si tratta di un server self-hosted, un hub grazie a cui l’utente potrà effettivamente usare iMessage su Windows piuttosto che su Android. 

    La prima cosa da fare è scaricare un file di tipo DMG, che poi andrà trascinato all’interno della cartella Applicazioni della macchina virtuale. Bisogna inoltre ricordarsi di concedere l’Accesso Completo al Disco a BlueBubbles.

    A questo punto è possibile connettere il software a una soluzione multipiattaforma come ad esempio Firebase Cloud Messaging. Un programma che permetterà all’utente di ricevere notifiche anche nel caso in cui BlueBubbles sia in esecuzione background. 

    Infine bisognerà connettere l’app BlueBubbles ad Android o Windows, a seconda delle proprie esigenze. Se saranno stati seguiti tutti i passaggi, per avviare la sincronizzazione dovrebbe essere sufficiente l’inquadratura di un codice QR. 

    Per approfondimento: Come utilizzare iMessage su Android e Windows

A cura di Cultur-e
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