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Di chi è il copyright delle immagini create dalle intelligenze artificiali?

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Ricorrere all’IA per realizzare un'opera d’arte non preclude di invocare il copyright, a meno che abbia assorbito in toto la creatività dell'artista. La pronuncia della Cassazione

intelligenza artificiale che dipinge Shutterstock

Continua l’acceso dibattito inerente gli evidenti limiti e rischi connessi all’uso di modelli di intelligenza artificiale generativa. In particolare, negli ultimi mesi, si sta discutendo della liceità delle operazioni di scraping sul web alla ricerca di milioni di creazioni di artisti e fotografi indipendenti che vengono utilizzate, spesso senza il loro consenso, per addestrare gli AI Art Generator

Ora anche la Corte di Cassazione si pronuncia sul diritto d’autore dell’IA. Una sentenza di fresca data ha stabilito che nel caso di un'opera realizzata con l'intelligenza artificiale è invocabile la tutela autoriale, ma solo in caso in cui caso l’utente sia in grado di provare - e il tema delle evidenze probatorie sarà determinante - che il modello abbia rappresentato un momento o uno strumento all’interno di un processo creativo ben più complesso e sofisticato.

Le azioni legali contro gli AI Art Generator

azioni legali e intelligenza artificiali

Credits Shutterstock

Avevamo già dato notizia, qualche tempo fa, delle azioni legali intentate nel Regno Unito e negli Stati Uniti contro società che hanno sviluppato modelli di IA generativa text-to-image

Da una parte, la società di immagini stock Getty Images ha avviato una causa contro Stability Ai, l'azienda proprietaria della piattaforma Stable Diffusion, accusata di aver copiato ed elaborato illegalmente un enorme database di immagini protette da copyright di proprietà di Getty Images o comunque, di soggetti da lei rappresentati.

Dall’altra, è stata promossa una class action contro Stability Ai e Midjourney Ai che avrebbero creato contenuti violando i diritti di “milioni di artisti” addestrando i loro modelli di IA su cinque miliardi di immagini prelevate dal web a loro insaputa.

Di chi è il copyright delle immagini create dall’IA

copyright immagini AI

Credits Shutterstock

Il dibattito è diventato ancor più concitato dopo la comparsa di ChatGPT di OpenAI, che alcuni hanno acclamato come la rivoluzione dei nostri tempi, dopo l'invenzione della stampa o di Internet. Se il chatbot AI è in grado di conversare con l’essere umano fornendo risposte appropriate, raccontando storie o scrivendo codici informatici, piattaforme come Midjourney e DALL-E 2 sono in grado di generare immagini con lo stile richiesto dall’utente, il tutto in tempi eccezionalmente brevi. 

Tutto partendo da un semplice input testuale. Ed è proprio l’estrema velocità e facilità con cui questi strumenti possono creare nuovi contenuti a spingere sempre più aziende a ricorrere a modelli di AI generativa per creare contenuti e prodotti ad hoc, potendo godere di un minore investimento in termini di risorse impiegate.

La domanda che ci si pone, a questo punto, riguarda la tutelabilità in base al diritto d’autore dei contenuti generati da questi modelli di AI considerando che sono frutto dell’elaborazione di sofisticati algoritmi, che rispondono alle istruzioni impartite dall’utilizzatore finale.

Un altro quesito attiene alla possibilità di attribuirne la paternità all’uomo o alla macchina. Infatti, se secondo alcuni in assenza dell’apporto creativo dell’autore, non si possa includere questo tipo di opere nella cerchia delle protette, altri sono convinti del contrario.

Pareri contrastanti: a chi spetta la paternità delle immagini

intelligenza artificiale

Credits Shutterstock

Per ora il legislatore italiano e quello comunitario si sono rifiutati di qualificare il modello di AI generativa come autore dell’opera. Questo perché un'opera può essere protetta ai sensi del copyright se è frutto dell’ingegno e dotata di carattere creativo, nel senso che deve essere espressione della creazione intellettuale dell’autore. 

Parlando di paternità dell’opera invece ci si riferisce alla possibilità di interpretare l’output generato dall'AI come espressione della creazione intellettuale dell'autore e il fatto che solo un essere umano possa essere un autore di un’opera sembra al momento un punto fuori discussione in quasi tutti gli ordinamenti europei nonché negli Stati Uniti.

Non si può concludere però che i contenuti generati dall’AI siano di pubblico dominio solo perché risultato del lavoro di un algoritmo. La risposta può essere un’altra nel momento in cui sia identificabile un autonomo e sufficiente contributo creativo umano nel processo che ha visto il concorso, anche consistente, dell’AI.

La tutela autoriale dipende dalla “misurazione” dell’apporto creativo umano

intelligenza artificiale

Credits Shutterstock

La Suprema Corte è stata recentemente chiamata a rivedere una decisione della Corte d'Appello di Genova, che ha commesso uno sbaglio nel considerare un'immagine generata da un software (quella utilizzata come scenografia fissa per il Festival di Sanremo 2016) come un'opera dell'ingegno. L'autrice dell'immagine, infatti, si è limitata a scegliere un algoritmo matematico da utilizzare e successivamente approvare il risultato prodotto dal computer, senza alcuna idea creativa.

La corte di Cassazione ha riconosciuto di non avere titolo per affrontare questo ricorso, inammissibile perché tardivo, e la non sussistenza delle condizioni processuali per affrontare temi come quello dell’arte digitale, almeno per il momento inesplorati dalla giurisprudenza della corte.

Tuttavia, ha affermato (nella pronuncia 1107 del 16 gennaio 2023) che sarebbe stato necessario un accertamento per verificare se e in quale misura l'utilizzo del software avesse assorbito l'elaborazione creativa dell'artista che se ne era avvalsa.

Questo significa che le volte in cui si vorrà appellarsi alla tutela autoriale per le opere d’arte generate da o con l’aiuto di modelli di AI, sarà fondamentale considerare la misura in cui la creatività umana ha influito sul processo generativo di un’opera digitale.

Ne consegue che, se i risultati dell’IA generativa sono frutto di un processo decisionale automatizzato, con un input minimo da parte dell’utente che si concentra sulle indicazioni testuali in input, non potranno facilmente ambire alla tutela autoriale.

Per saperne di piùIntelligenza Artificiale, cos'è e cosa può fare per noi

A cura di Cultur-e
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