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6G, negli Stati Uniti già si pensa alle connessioni del futuro

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Gli scienziati negli USA stanno già pensando a come sarà il 6G e a quali vantaggi porteranno queste connessioni veloci all’uomo. Ecco tutto quello che sappiamo

6G Tapati Rinchumrus/Shutterstock

Quando si parla di connessioni mobili, al momento, il 5G rappresenta ancora una specie di “novità” e pur essendo arrivato sul mercato da diversi anni ha ancora una diffusione relativamente contenuta, anche perché può essere utilizzato solamente su device di fascia medio-alta ed è, quindi, ancora precluso a tutta quell’utenza “generalista” che utilizza device low-cost.

Nonostante questo, però, l'associazione 5G Americas ha pubblicato un interessante report sulle possibili prestazioni delle tecnologie 6G nella banda dei 7 GHz, dimostrando le grandi potenzialità di questa futura tecnologia.

Cosa cambierà con l’arrivo del 6G

Sul report di 5G Americas si offre un quadro (estremamente precoce) su come le reti 6G potrebbero funzionare negli Stati Uniti; qui si ipotizza che la velocità media potrebbe raggiungere i 18 Gbit/s molto più elevata rispetto agli 800 Mbit/s delle reti 5G.

Il rapporto si concentra sullo spettro nella banda 7GHz, uno “spazio” che a più riprese è stato chiamato in causa dall’attuale amministrazione Biden proprio perché individuato come quello da tenere libera per implementare il 6G.

Sembra, quindi, che lo spettro 7-8 GHz diventerà centrale per questa tecnologia consentendo reti più veloci e molto più affidabili che saranno essenziali per la prossima generazione di connessioni e per lo sviluppo di tecnologie future, come l'intelligenza artificiale, le smart city e l’arrivo di tecnologie immersive per la realtà aumentata a la realtà virtuale.

Tuttavia, nonostante queste presunte performance, l'azienda avverte anche che la copertura 6G iniziale potrebbe essere molto limitata e, probabilmente, molto inferiore rispetto a quella delle reti 4G e 5G.

Molto probabilmente, almeno in un primo momento, il 6G funzionerà su una più ampia varietà di bande di spettro e, come accade oggi con il 5G, dovrebbe garantire performance ben diverse rispetto alla banda a cui si appoggia.

Chiaramente si tratta solo di ipotesi e siamo ancora ben lontani dal poter provare questa tecnologia, anche perché la principale associazione per la standardizzazione dei sistemi wireless al mondo, la 3GPP, ha appena iniziato a lavorare allo sviluppo di questo standard.

Oltretutto gli enti regolatori degli USA non hanno ancora dato il via libera per poter utilizzare lo spettro nella banda 7 GHz per le operazioni cellulari e, finché questo non accadrà, i lavori dovranno procedere a piccoli passi.

Tuttavia alcune aziende stanno già iniziando a sperimentare in questo senso, e tra queste ci sono realtà come Docomo, NEC, NTT e Fujitsu che hanno iniziato di recente i test per un dispositivo wireless in grado di raggiungere velocità di 100 Gbit/s, che si muoverà nelle bande di spettro da 100 GHz e 300 GHz.

Si tratta, naturalmente, di un progetto in fase embrionale ma, secondo il parere degli esperti, getterà le basi per l’utilizzo del 6G.

6G, i primi dubbi al riguardo

Quando si parla di “dubbi” rispetto al 6G, si vuole sottolineare l’ondata di diffidenza dei consumatori che, confusi anche dalle fake news sul 5G, hanno iniziato a dubitare di queste tecnologie, considerandole erroneamente pericolose.

Questa situazione sta avendo anche ripercussioni sulle future tecnologie che, prima di essere lanciate sul mercato, dovranno riuscire a convincere gli utenti della loro totale sicurezza; questo è un compito che spetta alle aziende produttrici di device e ai fornitori dei servizi che dovranno riconquistare in qualche modo la fiducia del pubblico.

Quando questa “conversione” sarà compiuta, si potrà lavorare serenamente alle nuove tecnologie e, magari, svilupparle in un’ottica più globale, pronte dunque a diventare sempre più accessibili e sempre più utili al progresso di tutto il genere umano.

Per saperne di più: Cosa sono e come funzionano le telecomunicazioni

A cura di Cultur-e
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