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Ecco le applicazioni aziendali di realtà virtuale, realtà aumentata e realtà mista

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Virtual reality, augmented reality e mixed reality sono ormai parte integrante delle strategie aziendali, perché portano vantaggi profondi e quantificabili

realtà aumentata Shutterstock

In questo momento storico diverse aziende puntano sempre più forte su realtà virtuale, realtà aumentata e realtà mista. Per non parlare poi dell’interesse crescente nei confronti di quel luogo ancora da esplorare, noto col nome di “metaverso”. 

Per comprendere meglio le applicazioni aziendali di virtual reality, augmented reality e mixed reality occorre innanzitutto fissare qualche paletto. 

A partire da una definizione netta dei tre concetti di cui sopra. Fino ad arrivare a un’analisi chiara di punti di contatto e differenze fondamentali tra le diverse tecnologie che caratterizzeranno tanti lavori del futuro.

  • 0. Cos’è la realtà virtuale

    realtà virutale

    Shutterstock

    La realtà virtuale (virtual reality o VR) di base è una simulazione della realtà fisica, che viene sviluppata utilizzando software e hardware ad hoc. Lo scopo della realtà virtuale è inserire l’utente all’interno di un ambiente virtuale, facendogli vivere un’esperienza immersiva. 

    Il primo dispositivo di realtà virtuale riconosciuto come tale è l’Aspen Movie Map del 1977. Uno strumento che permetteva di visitare un’intera città del Colorado, attraverso una simulazione invernale e una simulazione estiva. 

    Allo stesso tempo esistono diversi esperimenti precedenti, sia dal punto di vista della teoria che da quello dei dispositivi. Si pensi in tal senso al celebre Sensorama di Morton Heiling, datato 1957. Ma anche a Spada di Damocle: un antecedente dei visori contemporanei, che permetteva di visionare spettacolari stanze a tre dimensioni. 

    Un ultimo anno da tenere a mente quando si parla di realtà virtuale è il 1989: l’anno della nascita ufficiale della “virtual reality”: un termine pensato dall’informatico Jaron Lanier, per descrivere uno stato di immersione in un altro mondo

    Si può parlare di realtà virtuale ogni qualvolta ci si trova di fronte a un’operazione di simulazione della realtà da parte di hardware o software. 

    Oggi, perché si possa parlare di realtà virtuale o virtual reality con cognizione di causa, è necessario tenere conto di almeno due fattori. Da una parte la presenza, dall’altra l’immersione

    Il concetto di “presenza” permette di entrare nel merito del livello di realismo che l’utente esperisce nel momento in cui “entra” all’interno di un qualsiasi ambiente o mondo virtuale. Un esempio perfetto di “presenza” è la percezione della gravità da parte dell’utente, nel momento in cui si ritrova a interagire con oggetti virtuali

    Il concetto di “immersione” permette invece di osservare in maniera più generale l’ambiente virtuale, tenendo conto delle sue potenzialità in termini di coinvolgimento. L’immersione può dunque avere che fare con l’attivazione delle risorse cognitive. Ma anche con la creazione di un isolamento completo rispetto alla realtà fisica circostante. 

    Per approfondimento: Realtà virtuale e realtà aumentata: cosa sono e come possono cambiare la nostra vita

  • 1. Cos’è la realtà aumentata

    realtà aumentata

    Shutterstock

    La realtà aumentata (augmented reality o AR) corrisponde a tutti quegli interventi che mettono l’utente nella condizione di aggiungere un arricchimento percettivo alla visione di ciò che lo circonda. 

    Si pensi in tal senso a tutte quelle informazioni aggiuntive che possono venire fornite da dispositivi come gli smartphone, i computer o i visori. Si può parlare di realtà aumentata ogni qual volta software e hardware permettono di sovrapporre dati o contenuti utili alla realtà fisica inquadrata. 

    È il caso delle mappe che vengono arricchite da itinerari o punti di interesse. Ma anche dei cataloghi che mostrano prodotti in vendita, arricchiti da informazioni utili sulla composizione, le funzionalità o il prezzo.

    La realtà aumentata, dal punto di vista teorico, presenta diversi elementi di contatto con la realtà virtuale. E dunque non sorprende che i primi esperimenti della Storia di virtual reality portassero in sé anche elementi di augmented reality. Ad esempio il dispositivo di realtà virtuale Spada di Damocle, datato 1968 e già descritto nei capoversi precedenti, permetteva in effetti di accedere a una realtà aumentata

    Si parla di realtà aumentata ogni qual volta un dispositivo o un software siano in grado di arricchire la naturale visione della realtà con contenuti aggiuntivi.

    Anche se è stato soltanto a partire dagli anni ’90 che la realtà aumentata ha iniziato effettivamente a integrarsi con i principali dispositivi elettronici sul mercato. Sia per quanto riguarda il settore dei device mobile, che per quanto riguarda quello dei computer

    Nel caso di smartphone, tablet e simili, l’augmented reality è generalmente legato all’utilizzo della fotocamera. L’utente inquadra un qualsiasi elemento fisico nei dintorni e i software arricchiscono l’immagine con informazioni utili di varia natura. 

    Nel caso dei computer l’augmented reality è invece generalmente legata ai marcatori ARtags. Anche in questo caso il primo step viene compiuto dalla webcam, che inquadra la realtà circostante. I marcatori contengono informazioni multimediali aggiuntive, che vengono mostrate come overlay su schermo al momento del loro riconoscimento.

    Per approfondimento: Realtà Aumentata: app, occhiali e loro utilizzo

  • 2. Cos’è la realtà mista 

    realtà mista virtuale e aumentata

    Shutterstock

    Prima di entrare nel merito della definizione di realtà mista (mixed reality o MR), è sicuramente utile fissare alcune differenze di base tra realtà virtuale e realtà aumentata: due campi che spesso vengono confusi tra loro. 

    Virtual reality e augmented reality costruiscono le loro fondamenta di senso a partire dall’esperienza dell’utente. Nel caso della realtà virtuale l’idea è che ci si ritrovi all’interno di un ambiente nuovo, che di fatto sostituisce la realtà circostante. 

    Al contrario nel caso della realtà aumentata l’esperienza del mondo fisico rimane prioritaria per l’utente, che si trova semplicemente a stretto contatto con informazioni aggiuntive e arricchenti. 

    La realtà mista, a volte nota come realtà estesa, può essere considerata la fusione ideale di realtà virtuale e realtà aumentata. O meglio, realtà virtuale e realtà aumentata rappresentano i due poli estremi della linea su cui si muove il più vasto concetto di realtà mista. 

    Si parla di realtà mista nel momento in cui l’utente alterna esperienze di realtà virtuale a esperienze di realtà mista e viceversa.

    È infatti lecito parlare di mixed reality ogni qual volta l’elemento digitale si mischia con l’elemento della realtà fisica. Nel momento in cui la realtà fisica rimane preponderante, è più opportuno pendere per la definizione di realtà aumentata. Nel momento in cui il digitale prevale sul reale, è più opportuno pendere per la definizione di realtà virtuale

    Le esperienze più perfette di realtà mista sono quelle in cui l’utente si sposta in continuazione dalla realtà virtuale alla realtà aumentata e viceversa. Un concetto sicuramente complesso, che può essere reso più semplice attraverso alcuni esempi pratici. 

    Si pensi ad esempio a un utente che vive un’esperienza di realtà virtuale all’interno di uno spazio domestico. È possibile parlare di realtà mista nel momento in cui il sistema sia in grado di riconoscere un ostacolo fisico e segnalarlo all’interno del mondo virtuale: in modo da evitare l’urto, senza però compromettere l’esperienza di immersione. 

    Si pensi in alternativa alla possibilità di inquadrare uno spazio fisico reale. Avendo però la possibilità di immergersi completamente all’interno di immagini o informazioni digitali aggiuntive: a partire dal dialogo con un avatar, fino ad arrivare all’esplorazione di un rendering.

    Per approfondimento: Cos'è la realtà estesa, ambiti di applicazione

  • 3. La realtà virtuale applicata alla formazione aziendale

    realtò virtuale

    Shutterstock

    Nei suoi primi anni di diffusione, la realtà virtuale veniva relegata più o meno consapevolmente a pochi ambiti specifici: a partire da quello dei videogame, fino ad estendersi a quello dell’intrattenimento

    Oggi le cose stanno molto diversamente: le potenzialità della virtual reality hanno convinto tanto l’utente comune quanto le imprese. E non a caso è molto difficile realizzare un elenco esaustivo di tutte le applicazioni VR nei diversi settori aziendali. Basti pensare che, secondo studi recenti, quasi un’azienda su due valuta la possibilità di integrare soluzioni di realtà virtuale all’interno dei suoi processi. 

    Al tempo stesso è possibile fornire alcune coordinate per imparare a orientarsi in questo mare magnum di possibilità. Una panoramica utile a capire in che modo le aziende si stiano avvicinando alle nuove tecnologie

    La realtà virtuale è l’alleato ideale dei percorsi di formazione a distanza: a prescindere dall’argomento trattato e dal tipo di risorsa a cui sono indirizzati. I dispositivi di virtual reality permettono infatti di creare scenari e percorsi immersivi. Il luogo perfetto per velocizzare il processo di apprendimento di una competenza. 

    La formazione è uno degli ambiti che possono venire maggiormente migliorati dall’adozione di soluzioni di realtà virtuale. 

    Parallelamente molte aziende sviluppano soluzioni VR per simulare attività o procedure di vario genere. Anche in questo caso il personale ha la possibilità di mettersi alla prova e fare pratica all’interno di un ambiente verosimile, senza però correre il rischio di compromettere alcunché. 

    In entrambi i casi è possibile apportare gli esempi più disparati: dalle simulazioni di volo alla formazione per personale medico. Dai corsi di aggiornamento professionale, all’elaborazione di render o modelli complessi

    Infine vale la pena di citare la cosiddetta formazione multiutente: un altro scenario che viene potenziato (e, per certi versi, addirittura abilitato) dalla virtual reality. Basti pensare a tutti quegli spazi digitali in cui diversi utenti hanno la possibilità di interagire tra loro: non solo di comunicare, ma anche di lavorare assieme all’esecuzione di un compito o alla risoluzione di un problema.

    Per approfondimento: Perchè scegliere la FAD, la formazione a distanza

  • 4. Altre applicazioni della realtà virtuale per il B2B e il B2C

    realtà virtuale

    Shutterstock

    La realtà virtuale può venire utilizzata dalle aziende anche nelle diverse fasi di presentazione o vendita di prodotti e servizi. Tanto di quelli pensati in ottica business to business (B2B), quanto di quelli rivolti direttamente al consumatore (B2C). 

    Il marketing può sfruttare soluzioni e dispositivi della virtual reality per rendere le sue azioni ancora più coinvolgenti e persuasive. Si pensi ad esempio alla possibilità di creare dei veri e propri showroom virtuali, in cui interagire con un prodotto o sperimentare un servizio.

    Una soluzione efficace soprattutto nel caso di prodotti difficili da raggiungere per l’utente o da trasportare per l’azienda. È il caso ad esempio delle automobili e, più in generale, dei veicoli di locomozione

    Ma non solo. La realtà virtuale può infatti venire applicata a tante altre dimostrazioni di prodotto. E alla creazione di spazi digitali ad hoc per eventi particolari: si pensi in tal senso alle collaborazioni tra brand.

    Anche in questo caso la realtà virtuale si dimostra in grado di ottenere un risultato coinvolgente e spettacolare. Andando al tempo stesso a garantire un saving economico considerevole per l’azienda. Basti pensare al costo di allestimento di uno spazio fieristico o di un palco, paragonato a quello di sviluppo di un ambiente VR. 

    Per approfondimento: I migliori dispositivi per la Realtà Virtuale

  • 5. Applicazioni di realtà aumentata per le aziende

    realtà aumentata

    Shutterstock

    Anche la realtà aumentata può essere utilizzata in molti dei processi descritti nei capoversi precedenti. A partire dalla possibilità di formare o supportare le risorse aziendali impegnate in attività più o meno complesse. Fino ad arrivare a scenari e prospettive future.

    Utilizzando dispositivi e soluzioni di augmented reality, gli operatori hanno la possibilità di mantenere il contatto visivo con il mondo fisico. Arricchendo però la loro esperienza con informazioni aggiuntive

    Un valido esempio in tal senso ha a che fare proprio con la formazione. Alcuni istituti stanno infatti ricorrendo alla realtà aumentata per accorciare i tempi e semplificare le modalità di istruzione degli studenti di anatomia

    La realtà aumentata permette di migliorare diverse attività di formazione e assistenza, ma anche di testare nuovi prototipi.

    Allo stesso modo l’augmented reality è in grado di potenziare qualsiasi attività di assistenza. Si pensi in tal senso alla possibilità di accompagnare le persone nella riparazione o la manutenzione dei prodotti più disparati: dai veicoli agli elettrodomestici, passando per i dispositivi tecnologici o gli elementi di arredo. 

    Anche in questo caso l’utente non deve fare altro che inquadrare l’oggetto in questione con un device a scelta. Ed ha la possibilità di vedere in sovraimpressione suggerimenti, buone pratiche, o addirittura tutorial animati ad hoc. 

    Le soluzioni AR vengono inoltre utilizzate per rendere progetti e modelli ancora più ricchi di informazioni e funzioni. È il caso dei render tridimensionali di appartamenti, ma anche delle versioni di prova di un prodotto piuttosto che di un packaging. 

    In effetti la realtà aumentata è facilmente applicabile al test di prototipi ancora da scalare. Anche in questo caso si tratta di una soluzione ideale per abbattere i costi, però dover rinunciare alla ricerca di soluzioni innovative

    Per approfondimento: Realtà aumentata, come sta cambiando la tecnologia e quali sono le prospettive future

  • 6. La realtà aumentata nella vendita al dettaglio

    realtà aumentata

    Shutterstock

    Quando si parla di augmented reality, è sicuramente possibile soffermarsi in maniera più specifica sul mondo della vendita al dettaglio. Un settore che ha già testato diverse soluzioni AR trasformatesi in veri e propri casi studio

    Si pensi in tal senso alla prima ditta cosmetica che ha sviluppato un’app con cui vedere in anteprima l’azione di un rossetto, una terra o un ombretto direttamente sul proprio viso. 

    O alla prima realtà immobiliare che ha diffuso l’AR all’interno dei propri ambienti, in modo che gli utenti potessero vederli già arredati in base al loro gusto personale. 

    Alcune aziende di vendita al dettaglio, così come alcuni e-commerce, sfruttano la realtà aumentata per permettere di esplorare prodotti altrimenti difficili da intercettare. È il caso ad esempio delle vetture di lusso, che tra l’altro oggi possono venire personalizzate con pochi clic. 

    Restando in tema di visite, anche l’industria alberghiera sta puntando sempre di più sull’AR. Con l’obiettivo di permettere tour coinvolgenti all’interno delle strutture, senza che l’utente debba alzarsi dalla poltrona di casa. 

    Per approfondimento: Anche gli e-commerce cambiano con la realtà aumentata: cosa succede

  • 7. Come la realtà mista può rivoluzionare i processi aziendali

    realtà aumentata

    Shutterstock

    Come già anticipato nei capoversi precedenti, la realtà mista può essere intesa come un mix di realtà virtuale e realtà aumentata. Una tecnologia completa e complessa, che, ad oggi, richiede un impegno economico superiore rispetto alle “semplici” virtual reality e augmented reality. 

    Allo stesso tempo proprio la mixed reality è potenzialmente in grado di prendere il meglio di entrambi i mondi, portando un vantaggio competitivo considerevole alle aziende che scelgono di integrarla ai loro processi.

    Basti pensare ai diversi settori descritti in precedenza: dalla formazione dei dipendenti alla progettazione di prototipi. Dall’assistenza del cliente alle molteplici applicazioni in ambito sanitario

    In tutte le occorrenze di cui sopra la realtà mista permette di integrare al meglio ambienti, oggetti e informazioni digitali con lo spazio fisico reale

    Questo presupposto, apparentemente teorico, si traduce in benefici pratici e quantificabili. Diversi esperti nel settore ritengono la MR applicata ai processi aziendali produca un ROI di circa il 30%

    Applicare soluzioni di realtà mista ai processi aziendali, può portare a un ritorno sull’investimento di circa il 30%

    L’acronimo ROI sta per Return On Investment, ovvero Ritorno sull’Investimento. E rappresenta un indice con cui le imprese calcolano la redditività e l’efficienza economica delle diverse uscite economiche. 

    In un futuro non troppo lontano i chirurghi potrebbero esercitarsi con interventi digitali e, al tempo stesso, visualizzare le cartelle dei loro pazienti utilizzando un unico dispositivo. 

    I piloti militari potrebbero indossare un visore per le simulazioni di volo e per conoscere in tempo reale il migliore itinerario da seguire durante un’operazione nel mondo fisico. 

    Questi sono soltanto alcuni esempi, ma aiutano a immaginare quanto può essere rivoluzionario l’impatto di una realtà mista applicata in maniera organica e strategica all’interno di un settore industriale

    E permettono anche di capire la portata della posta in gioco: un guadagno non solo economico, ma potenzialmente sociale e ambientale. Che va ben oltre il costo della singola tecnologia o del singolo device. 

    Per approfondimento: ROI dei canali social, cos'è e come calcolarlo

  • 8. AR, VR, MR e metaverso

    realtò aumentata e virtuale

    Shuttestock

    Da un certo punto di vista, il metaverso può essere considerato come una specie di summa di AR, VR e MR. Un luogo digitale ancora da comprendere in tutte le sue potenzialità, che però integra in maniera decisa tutto lo spettro della realtà mista

    A partire dagli spazi tridimensionali, frutto di un lavoro più o meno accurato di realtà virtuale. Fino ad arrivare alle possibilità di dialogo con oggetti, persone e contenuti fisici, che spesso tirano in ballo soluzioni di realtà aumentata

    Il termine “metaverso” sta pian piano entrando nel linguaggio comune: anche in quello degli utenti che non hanno particolari competenze informatiche. 

    Non sorprende dunque che anche le aziende stiano entrando in maniera sempre più decisa all’interno di questo universo parallelo. Un luogo di realtà mista in cui le interazioni tra virtuale e concreto sono ancora tutte da scoprire. 

    Il primo elemento da tenere in considerazione è che esistono tanti metaversi differenti. Alcune imprese preferiscono “inserirsi” all’interno di un metaverso preesistente

    Il metaverso è il luogo digitale ideale in cui sperimentare nuove soluzioni di realtà virtuale, realtà aumentata e realtà mista

    Altre, soprattutto le grandi corporate internazionali, decidono addirittura di sviluppare un metaverso proprietario: una soluzione più complessa e più costosa, che però apre a possibilità di personalizzazione uniche. 

    Il metaverso per le aziende è un interessantissimo luogo di contatto con il pubblico: clienti, clienti potenziali, partner potenziali e addirittura competitor. 

    Come già accennato in precedenza, le modalità di interazione sono potenzialmente illimitate e sono in gran parte ancora da scoprire. Gli esempi più tradizionali di metaverso aziendale hanno a che fare con la presentazione o la vendita di prodotti o servizi

    Alcune imprese scelgono invece di puntare sul metaverso soprattutto per ragioni di affermazione della propria brand identity. Oltre che di conoscenza e fidelizzazione del pubblico. 

    E in questo tendono a sviluppare esperienze altamente immersive, che magari utilizzano le logiche del gaming. E che permettono di ottenere feedback e informazioni preziose da parte di chi le utilizza.

    Per approfondimento: Tutto sul Metaverso: cosa c'è da sapere sul nuovo mondo digitale

A cura di Cultur-e
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