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Come viene verificata l’età nei siti riservati ai maggiorenni

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Come funziona la verifica dell’età sui siti e come controllare che i più giovani utilizzino il web in sicurezza stando lontani dai contenuti non adatti a loro

Verifica dell'età hxdbzxy/Shutterstock

Una domanda che in molti si fanno è come avviene la verifica dell’età degli utenti quando accedono a un sito web.

Una questione molto interessante perché, a prescindere se la pagina visitata sia vietata ai minori o meno, è innegabile che il web non sia certamente il posto più sicuro per i più giovani. Per questo motivo le varie autorità stanno dibattendo su come le piattaforme dovrebbero verificare l’età dei propri utenti e, di conseguenza, vigilare su di essi, affinché la loro permanenza online sia più sicura possibile.

Un discorso, chiaramente, condivisibile ma per il quale si fa ancora molto poco e in tantissimi casi, tutto si riduce in una semplice “autodichiarazione” dove ci si assume tutta la responsabilità di ciò che si andrà a vedere inserendo un’età anagrafica maggiore di 18 anni.

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Soprattutto le grandi piattaforme sul web, quindi, sono oggettivamente in difficoltà e anche se stanno lavorando (più o meno duramente) a strumenti di difesa per i minorenni la cosa non è certo semplice. Scopriamo di più al riguardo.

  • 1. I siti pornografici
    Siti Porno

    Ronnie Chua/Shutterstock

    Quando si parla di verifica dell’età degli utenti la prima categoria di siti che vengono in mente sono, ovviamente, i siti porno.

    Da PornHub fino ad arrivare YouPorn, giusto per citare i più conosciuti al mondo, le misure di sicurezza per la tutela dei più giovani si riducono alla classica “autocertificazione” dove gli utenti devono solo confermare di avere più di 18 anni.

    Addirittura non bisogna inserire nemmeno una data (che ovviamente può essere contraffatta) ma basta cliccare su Entra, confermando di essere maggiorenni e, implicitamente, assumersi ogni responsabilità.

    Un sistema un po’ troppo semplicistico, in effetti, che mette la pornografia praticamente a disposizione di chiunque.

    Chiaro è che, trattandosi di un argomento delicato, non è possibile chiedere agli utenti maggiori informazioni o conferme, ma è altrettanto vero che una modalità di accesso del genere è praticamente inutile per tutelare i minori.

  • 2. Come avviene la verifica dell’età sui social network
    Social Network

    Danishch/Shutterstock

    Tra le altre piattaforme più utilizzate di sempre ci sono i social network, nuovo luogo digitale dove le persone (e soprattutto i più giovani) passano molte ore a chiacchierare, condividere cose e postare foto e video della loro giornata.

    Nel caso dei prodotti di Meta, quindi Facebook e Instagram, l’età viene chiesta solamente in fase di registrazione e, salvo casi particolari, difficilmente il team operativo va a controllare se quanto dichiarato è vero.

    Allo stesso modo, però, esiste la possibilità di creare profili per i minorenni gestiti e supervisionati dai genitori o dagli eventuali tutori legali. Per questo motivo gli utenti con un account del genere potranno navigare sui social ma avranno le interazioni limitate e molti altri strumenti per garantire una permanenza sicura.

    Vero è che registrarsi illegalmente a una di queste piattaforme è facilissimo e in assenza di altri sistemi di verifica dell’età, spetta ai genitori vigilare sui propri figli e gestire la loro identità digitale.

    Ma è un qualcosa che va fatto prima di mettere un PC o uno smartphone nelle mani di un minore.

    Per quanto riguarda TikTok, invece, il check dell’età è molto più “stringente” e, oltre all’inserimento della data di nascita all’apertura del profilo, ci sono anche dei controlli periodici sulla coerenza dell’account con il team della piattaforma che incrocia le informazioni inserite in fase di registrazione con il tipo di video cercati, i commenti e le segnalazioni di altri utenti.

    Un sistema non attendibile al 100% ma comunque molto più restrittivo rispetto alla concorrenza e, se ci fosse il dubbio che la persona che gestisce l’account ha meno di 13 anni, il social può richiedere un documento di identità oppure altre modalità di riconoscimento come un selfie, ad esempio.

    Se poi ci si accorge che effettivamente l’account appartiene a un minorenne, TikTok provvede immediatamente al blocco e al ban.

    X, il vecchio Twitter, chiede la data di nascita dell’utente solo al momento dell’iscrizione senza procedere ad ulteriori verifiche.

    Vengono fatte delle domande per capire se a gestire l’account è una persona in carne e ossa o un bot, ma una volta superato questo test si avrà accesso liberamente a qualsiasi tipo di contenuto (anche quelli più espliciti che sulla piattaforma di Elon Musk di certo non mancano).

    Idem per le fake news e i vari post complottisti che già da qualche tempo stanno invadendo questo social e che, a quanto pare, possono essere letti da tutti a prescindere dall’età delle persone.

  • 3. Google e i servizi per i minorenni
    Google

    mundissima/Shutterstock

    Anche quando si crea un indirizzo e-mail bisognerebbe assicurarsi che la persona dall’altra parte dello schermo sia maggiorenne.

    Prendiamo ad esempio Google che, come ben noto è uno dei provider di posta elettronici più utilizzati al mondo. Quando ci si iscrive a Gmail bisogna inserire l’età, anche se la piattaforma chiede se il profilo in fase di creazione è destinato a un adulto o a un bambino; un’informazione sulla quale, però, si può tranquillamente mentire.

    Per chi volesse fare, invece, le cose a dovere può mettere l’età anagrafica corretta e individuare un supervisore, un adulto che ovviamente avrà il compito di supervisionare l’account del minore e gestire tutte le impostazioni del caso tramite l’app Family Link.

    Anche qui è difficile che Big G venga a controllare proprio l’account in questione e i minorenni possono dormire sonni relativamente tranquilli. Tuttavia se al colosso della tecnologia arrivassero delle segnalazioni o ci fossero “attività sospette” con un account, è possibile richiedere un documento di identità o una carta di credito.

    Come ben noto, inoltre, l’account Google è anche la porta di accesso ai device Android e a tutto l’ecosistema di applicazioni dell’azienda. Mentendo sull’età si avrebbe quindi libero accesso a tutto, senza il bisogno di un adulto che ogni volta vada ad approvare le varie funzionalità che possono riguarda anche l’uso dello smartphone (se adeguatamente configurato).

  • 4. Come cambierà la verifica dell’età in futuro
    Protezione Minori

    DANIEL CONSTANTE/Shutterstock

    Diciamo la verità, quella della verifica dell’età degli utenti è una questione spinosa che, almeno per il momento, viene gestita nell’unico modo possibile: affidandosi al buon senso delle persone.

    Qualche piattaforma, come abbiamo visto, è un po’ più scrupolosa delle altre, soprattutto se viene segnalata la presenza di minori, ma generalmente eludere le misure di sicurezza è davvero troppo semplice e con qualche piccola accortezza si può avere libero accesso a qualsiasi tipo di contenuto.

    La questione è molto delicata e, probabilmente, per venirne a capo non saranno sufficienti le buone intenzioni, ma bisognerà spingere i colossi della tecnologia che offrono servizi “a rischio” a vigilare di più, magari a farlo a monte, quando ci si iscrive o, addirittura, quando si acquista uno smartphone o un computer così che l’utente, non possa fare altro che rispettare le regole che, prima di tutto, sono per il suo stesso bene.

    In questo modo, si avrebbe la certezza che i più giovani navighino realmente in un web più sicuro, costruito appositamente per loro e nel pieno rispetto delle loro esigenze che sono, chiaramente, ben diverse da ciò che la rete può offrire.

    I social e la rete “sregolati” possono sembrare molto più allettanti rispetto a un web che gioca secondo le regole, ma non è così e tutto questo “rumore digitale” ha delle conseguenze che possono minare la crescita e lo sviluppo dei più giovani che rischiano di essere sempre più confusi e sempre più legati a modelli sbagliati che, chiaramente, non rispettano minimamente la realtà.

    Per saperne di più: Sicurezza informatica: guida alla navigazione sicura sul web

A cura di Cultur-e
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