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Intelligenza artificiale, i rischi della creazione di volti umani iperrealistici

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L’intelligenza artificiale può creare volti umani iperrealistici che potrebbero essere utilizzati in molti modi, come truffe agli utenti. Scopriamo di più

intelligenza artificiale volti iperrealistici Shutterstock

Le potenzialità dell’intelligenza artificiale stanno crescendo esponenzialmente e tra gli utilizzi più recenti ci sono quelli che riguardano la creazione e l’identificazione di volti umani.

Tuttavia, non bisogna dimenticare che questi “progetti” non sono copie di persone esistenti o chissà quale sofisticato meccanismo creazionista, ma rappresentano esclusivamente un mix di diverse caratteristiche somatiche, facenti parte dell’immenso patrimonio conoscitivo utilizzato per addestrare l’AI.

Ed è proprio analizzando queste conoscenze che gli scienziati hanno notato una prima e pericolosa incongruenza: l’intelligenza artificiale preferisce realizzare volti di individui con tratti caucasici, che vengono costruiti in maniera più coerente e più realistica rispetto a quelli di qualsiasi altra etnia.

Questo, naturalmente, oltre alla questione etica, apre anche un discorso a parte sui potenziali problemi che ne derivano, che potrebbero coinvolgere gli utenti in modi diversi.

Scopriamo di più al riguardo.

L’intelligenza artificiale e i problemi di razzismo

Di recente è balzata alla cronaca la notizia di un ragazzo afroamericano che è finito in carcere a causa di un errore dovuto al riconoscimento facciale dell’intelligenza artificiale.

Il problema, secondo quanto riferito, sarebbe stato causato dalle difficoltà dell’AI nel riconoscere i tratti somatici del vero sospettato.

Dalle prime ricostruzioni, il cervello sintetico avrebbe fatto confusione attingendo ai suoi modelli di apprendimento, che sono stati addestrati prevalentemente con esempi che fanno riferimento a individui bianchi.

Questo disguido non fa che confermare il ben noto pregiudizio razziale che sta preoccupando gli esperti, soprattutto perché starebbe portando l’AI ad avere inconsciamente dei comportamenti razzisti nei confronti di certi tratti somatici ritenuti “atipici” per le sue conoscenze. 

A conti fatti, dicono gli scienziati, le persone stanno proiettando sull’intelligenza artificiale i pregiudizi già esistenti nel mondo e questo potrebbe rappresentare un problema per persone appartenenti a delle specifiche etnie, come gli afro-americani, ad esempio, o gli orientali. 

Visti gli enormi progressi fatti in questi anni e vista anche la diffusione sempre più capillare di questa tecnologia, non si può permettere a un cervello sintetico di sviluppare dei preconcetti del genere e bisognerebbe, dunque, correre ai ripari fino a che si è in tempo.

I pericoli dell’AI nella creazione di volti iperrealistici

L’altro grave problema dei volti creati dall’intelligenza artificiale è l’iperrealismo che viene identificato come un fenomeno che induce le persone a credere di trovarsi davanti a una rappresentazione reale.

Secondo un recente studio pubblicato su Psychological Science, infatti, queste creazioni sono percepite proprio come se fossero reali e potrebbero essere molto difficili da riconoscere.

Anche qui, torna prepotente il discorso sui modelli di apprendimento automatico utilizzati per addestrare l’AI. Queste intelligenze sintetiche hanno potuto attingere a un così vasto patrimonio conoscitivo da riuscire a realizzare volti estremamente dettagliati al punto da diventare quasi indistinguibili da quelli esistenti.

Tralasciando per un momento etica e razzismo, poco importa se questi personaggi immaginari sono tutti di etnia caucasica, ciò che conta è che potrebbero essere utilizzati per scopi malevoli.

E questo è uno dei pericoli più gravi dell’avere a disposizione uno strumento così potente come una sofisticata intelligenza artificiale che potrebbe diventare un’arma in più nelle mani dei criminali informatici.

Poter realizzare un volto dettagliato e convincente potrebbe essere utilizzato sul web, ad esempio, per truffare le persone o per creare campagne ingannevoli che potrebbero avere come unico scopo quello di minacciare i dati e il portafogli degli utenti ignari.

Perciò gli esperti si pongono continuamente domande sulle reali potenzialità dell’AI che nonostante i grandi benefici per tutto il genere umano, potrebbe rappresentare anche una minaccia che, se non addestrata e regolamentata a dovere, potrebbe ritorcersi contro di noi.

A cura di Cultur-e
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