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ChatGPT, cosa succede se siamo gentili col chatbot

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Secondo alcuni utenti essere gentili con ChatGPT potrebbe portare il chatbot a fornire risposte migliori. I primi test effettuati sull’intelligenza artificiale

ChatGPT SomYuZu/Shutterstock

ChatGPT è una delle tecnologie più rivoluzionarie degli ultimi decenni, per questo motivo non stupiscono i moltissimi test messi in piedi da utenti ed esperti di intelligenza artificiale per capire fino a che punto può arrivare questo chatbot.

L’ultimo in ordine di tempo riguarda un’idea piuttosto curiosa che nelle ultime settimane ha monopolizzato l’attenzione del web. L’idea in questione parte dal presupposto che se si parla in modo gentile a ChatGPT le risposte fornite potrebbero essere migliori di quelle formulate in modo neutro o, peggio, in maniera “aggressiva”.

In molti hanno già provato a interfacciarsi in questo modo col chatbot e il risultato di questo “esperimento” potrebbe dare parecchi spunti agli sviluppatori. Scopriamo di più al riguardo.

Come si parla a ChatGPT

Prima di entrare nel vivo di questo test bisogna fare una premessa: anzitutto, non bisogna trascurare la casualità nelle risposte visto che ChatGPT è stato addestrato per non fornire esattamente la stessa risposta due volte.

Ciò vuol dire che il chatbot potrebbe cambiare la forma e l’esposizione delle sue risposte, mantenendo ovviamente inalterato il significato finale.

In secondo luogo, bisogna sottolineare che questi esperimenti non partono da un’analisi di dati certi ma fanno riferimento esclusivamente a un’idea di alcuni utenti, che hanno provato a metterla in pratica col proprio account.

Ad ogni modo, stando a quanto notato dai tester, sembra proprio che formulando una domanda in maniera cortese ChatGPT abbia messo più impegno nel fornire la risposta, ordinando il testo in modo più preciso e optando anche per una formattazione un po’ più articolata, con grassetti e così via.

Formulando, invece, la domanda in maniera neutra il chatbot ha risposto in maniera più semplice e senza troppe particolarità

In molti hanno notato anche un “tono di voce” più cordiale. Non è chiaro se l’intelligenza artificiale sia davvero in grado di essere più amichevole con gli utenti più gentili o se sia solo un riflesso dovuto, appunto, al modo in cui è stato formulato il quesito, come una specie di “forma di adattamento” ai toni utilizzati dall’utente.

I risultati del test

Come detto in apertura, questo test non è avvalorato da dati di alcun tipo e rimane solamente un tentativo da parte degli utenti che hanno voluto seguire “una sensazione” per vedere dove li avrebbe portati.

Nonostante questo, dalle prove effettuate in molti hanno avuto la sensazione che il chatbot abbia dato risposte migliori alla domande formulate in maniera più educata. 

Il valore della risposta non è messo in dubbio e la correttezza delle informazioni è la stessa. Tuttavia parlando all’AI in maniera più educata sono state notate delle piccole migliorie che hanno reso i testi formulati più completi sia a livello di contenuti che di formattazione.

Al momento OpenAI non ha dato indicazioni al riguardo ma, come anticipato, una maggiore gentilezza a termini come “per favore” potrebbero influenzare l’algoritmo, spingendolo verso un tone of voice più cordiale, in linea con la richiesta formulata.

Questa al momento è l’ipotesi più accreditata anche se, dall’altra parte c’è chi sostiene che utilizzare un po’ di gentilezza e di educazione, in generale e non solo quando si parla con un’intelligenza artificiale, non sia necessariamente un male e, anzi, dovrebbe essere una cosa normale.

Perciò questo esperimento, seppur privo di qualsiasi fondamento scientifico, da molti è stato interpretato come un segno e come uno stimolo per gli utenti ad essere gentili sempre, anche quando si parla con un assistente smart che potrebbe non essere così freddo e privo di sentimenti come si crede e verso cui è comunque sbagliato sfogare la propria rabbia.

Per saperne di più: ChatGPT, cos'è, come funziona, a cosa serve, come usarla gratis

A cura di Cultur-e
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