Quante informazioni è possibile carpire mentre navighiamo spensieratamente in rete? Un numero estremamente vasto, visto che tutto ciò che facciamo in quei momenti può essere meticolosamente registrato. Ogni volta che accediamo al web, quindi, la privacy è a rischio.
L’attività di tracciamento delle nostre operazioni compiute online, da parte dei siti e delle applicazioni utilizzate, consente di sapere qual è il nostro indirizzo IP, la configurazione del sistema operativo e il browser in uso. A questo poi si aggiungono elementi che aiutano a disegnare il nostro percorso sul web, qual è l’ultimo sito visualizzato fino a dove preferiamo fare click all’interno delle pagine.
È questo che fa il “tracking” sfruttando le potenzialità di cookie, piccoli aggregati di dati, e tracker, spie silenziose che seguono i nostri passi. Attraverso il tracking, i siti possono costruire una fotografia perfetta di chi siamo, sia dal punto di vista anagrafico che in merito ai nostri comportamenti in rete. Per questo motivo sono in grado di mostrarci pubblicità e servizi sempre più mirati, che si tratti del web o delle app che sfruttiamo da computer desktop, laptop o dispositivi portatili.
Anche se si tratta della nostra prima visita, le informazioni che forniamo di volta in volta o già memorizzate sul nostro sistema permettono loro di inquadrarci alla perfezione. Come è possibile evitare questa fastidiosa situazione? Ecco i consigli più utili.
Rimuovere queste informazioni dal nostro dispositivo è solo la prima mossa e non basta per evitare di essere tracciati, ma è il punto di partenza imprescindibile.
È anche possibile trarre vantaggio dai sistemi di blocco dei cookie che si incontrano durante la navigazione in rete. Infatti, disattivando le varie opzioni proposte si evita di far accumulare i “biscottini” nella memoria e si limitano le possibilità di tracciamento.
Safari, invece, già dal 2018 ha una funzionalità simile che impedisce la raccolta delle "fingerprint digitali": informazioni di sistema, browser e plug-in usati, fuso orario dell'utente e molto altro. Safari, inoltre, mostra ai siti informazioni anonime di sistema che impediscono ad un portale web, ad esempio, di sapere se stiamo navigando da un iPhone 4 o un iPad da 10 pollici: il sito vedrà solo che navighiamo da iOS.
Mozilla Firefox, poi, è noto per la sua tutela della privacy (forse è il migliore da questo punto di vista). Di default blocca tutti i tracker conosciuti quando navighiamo in incognito e ci da la possibilità di farlo anche quando usiamo la navigazione normale. Infine, ci sono i browser cosiddetti "privati", come Tor, che mascherano del tutto i dati di navigazione dell'utente facendo passare la connessione tramite una sorta di rete privata virtuale (VPN): ogni dato scambiato passa almeno attraverso tre "router onion" (una struttura di router ad anelli come la cipolla, da cui il nome) ed è criptato in ogni passaggio.
Tra i programmi che proteggono la nostra identità durante la navigazione, Tor è tra i browser preferiti grazie alle sue utilissime funzionalità.
Strumento utilizzato su molteplici piattaforme, quali Windows, macOS, Linux e addirittura Android, Tor è lo strumento di punta per salvaguardare la propria riservatezza. Sono dunque davvero molti i dispositivi che possono ospitare tale browser, rendendo dunque sempre più semplice salvaguardare la propria privacy durante la navigazione in rete.
C’è solo una criticità per chi sceglie di abbandonare i vecchi sistemi per appoggiarsi esclusivamente a Tor: non è infatti possibile visualizzare video a schermo intero. Sembra un’operazione semplice e ovvia ma, per poter sfruttare questa impostazione, è necessario fornire le cosiddette “impronte digitali”.
Come già visto, si tratta di una tipologia di tracking che va ad analizzare e memorizzare le impostazioni hardware e software, combinazione pressoché unica per ogni dispositivo. Meglio dunque rinunciare a questa caratteristiche se si vuole evitare di raccontare di sé molto più di quanto non si voglia.
Non sempre vengono pubblicizzati come meritano, rimanendo degli strumenti di nicchia ma, nonostante ciò, estremamente potenti grazie all’interazione con i principali competitor.
Il più noto è DuckDuckGo, che non salva proprio nulla di quel che cerchiamo, neanche sul nostro dispositivo su un cookie. StartPage è un motore di ricerca che si basa su Google, ma paga Google pur di non dargli i nostri dati. La pubblicità presente, rigorosamente privacy-friendly, può essere disabilitata dalle impostazioni e, nel caso in cui si vogliano salvare i setting impostati, è possibile generare una pagina con tutti i riferimenti necessari per ricostruire in seguito la medesima situazione (oppure creare un cookie ad hoc).