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La discriminazione sui social: Lgbtq, donne e disabili

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La discriminazione dilaga sui social e sono in aumento i post pubblicati dagli utenti con attacchi alla comunità lgbtq, donne, disabili e stranieri: i dati

donna discriminata | Fastweb Plus Shutterstock

I social network rispecchiano la società e, proprio come accade nella vita quotidiana, vi si trovano manifestazioni di libertà sociale, tolleranza, messaggi di pace e di inclusività.

E ancora veri e propri attacchi d’odio, commenti feroci che oltrepassano il limite imposto dalle piattaforme e dalla decenza. Ciò di cui si ha forse poca consapevolezza, è che quest’ultimi contenuti sono molti di più di ciò che potrebbe sembrare e rappresentano un problema che causa disagio in tantissimi utenti del web.

Nel mirino troviamo persone con disabilità, appartenenti alla comunità Lgbtqia+ donne, musulmani, ebrei e stranieri.

A rivelarlo è un’indagine condotta e rilasciata da Vox, l’Osservatorio Italiano sui Diritti, in collaborazione con l’Università Statale di Milano, l’Università Aldo Moro di Bari, IT’STIME dell’Università Cattolica di Milano e la Sapienza di Roma. Quello che ne viene fuori è uno scenario che lascia sgomenti e che richiede un intervento immediato da parte di tutti.

La Mappa dell’Intolleranza

tasto hate

Credits Shutterstock

Vox, Osservatorio Italiano sui Diritti, per il settimo anno consecutivo ha elaborato e pubblicato la Mappa dell’Intolleranza. Un progetto corposo e impegnativo, che ha come obiettivo quello di identificare le zone in cui l’intolleranza è più radicata e i soggetti maggiormente colpiti dall’odio diffuso sui social network.

La Mappa dell’Intolleranza è una fotografia dell’odio sui social. I dati della settima versione sono stati rilevati nel periodo che va dal 1° gennaio 2022 al 31 ottobre del 2022 e ha preso in considerazione tweet, successivamente geolocalizzati, che contengono parole considerate sensibili.

Rispetto agli anni precedenti, si è potuta notare una radicalizzazione dell’odio social, con una crescita del numero di tweet negativi sul totale rilevato. I messaggi discriminatori, intolleranti, con contenuti legati all’omofobia, alla misogina, alla islamofobia e all’antisemitismo, sono tantissimi.

Basti pensare che sono stati raccolti 629.151 tweet dei quali 583.067 negativi. Nel 2021 il rapporto era decisamente più confortante: 797.326 tweet raccolti, dei quali 550.277 negativi.

Già nel 2021 si era assistito ad un incremento dell’odio social, che sembra essere esploso nel 2022 coinvolgendo anche le fasce d’età più basse

I soggetti colpiti dall’odio sono tanti, ma al primo posto della triste classifica si trovano le donne. Seguono, in ordine, le persone con disabilità, gli omosessuali, i migranti, gli ebrei e gli islamici.

Misoginia sui social

misoginia

Credits Shutterstock

Su Twitter le donne sembrano essere le persone più odiate. Un risultato che va di pari passo all’incremento dei femminicidi (120 sono le donne uccise in Italia nel 2022) e che sottolinea come lo sciame d’odio online potrebbe avere una forte correlazione con la violenza agita.

Per mappare i contenuti social sono state individuate le offese che maggiormente vengono rivolte alle donne. Sono stati rintracciati più di 251mila tweet negativi. I picchi si sono avuti in giornate particolari. Quello più elevato risale ai giorni dell’elezione di Giorgia Meloni a presidente del Consiglio.

Disabilità sui social

disabile

Credits Shutterstock

Bersaglio d’odio sui social anche le persone con disabilità. Le offese utilizzate, spesso rivolte ad altri soggetti, fanno riferimento ad antichi stereotipi non ancora eliminati. I tweet negativi rilevati sono più di 197mila e per mapparli è stato ricercato l’utilizzo di parole discriminatorie più utilizzate sui social media ed evidenziate anche da ricerche scientifiche, come demente ed idiota.

I picchi più elevati si sono avuti il 1° aprile del 2022, quando il Papa, nella sua omelia, ha affermato che la disabilità rappresenta una sfida e un’opportunità per costruire una società più inclusiva e civile, e ad ottobre del 2022, quando un tassista rifiuta la corsa ad una persona disabile, costringendolo a scendere dal mezzo.

Omofobia sui social

omofobia

Credits Shutterstock

Dopo anni di inversione di tendenza, l’odio per le persone appartenenti alla comunità lgbtqia+ torna a salire come non accadeva dal 2016. Superano i 51mila i tweet discriminatori individuati. Ne sono stati geolocalizzati più di 19mila e la maggior parte sono stati pubblicati da utenti del Veneto, della Calabria e di Bari.

Picchi di odio si sono avuti in occasione di ogni atto di aggressione omofoba e in concomitanza di un monologo di Checco Zalone al Festival di Sanremo 2022.

Antisemitismo sui social

antisemitismo

Credits Christopher Penler / Shutterstock.com

Diminuisce rispetto al passato l’odio verso gli ebrei, ma non smette di esistere. I tweet negativi, individuati con la mappatura di termini discriminatori e sulle offese ricorrenti, sono più di 38mila.

Gli odiatori sui social si scatenano soprattutto nelle date simbolo, come la Giornata della Memoria, o in concomitanza delle manifestazioni antisemite internazionali e delle aggressioni contro gli ebrei.

Islamofobia sui social

Bataclan

Credits  Alexandros Michailidis / Shutterstock.com

Non mancano tweet di odio di stampo islamofobo, seppur in misura minore. Nel periodo di rilevazione ne sono stati individuati 824, la maggior parte dei quali localizzati nel Nord-Est del Paese, in Piemonte e in Emilia.

Tweet con contenuti discriminatorio verso i musulmani sono apparsi soprattutto in occasione di eventi internazionali legati al terrorismo, come la sentenza di Parigi per l’attentato al Bataclan

Italia, social network e intolleranza: come agire

Discriminazione

Credits Shtterstock

La Mappa dell’Intolleranza descrive una situazione in cui è necessario agire prontamente per bloccare la diffusione dell’odio ed evitare che diventi virale.

Il compito più importante spetta proprio alle società che gestiscono i social media, che devono impegnarsi per gestire le segnalazioni in maniera celere e impedire determinati comportamenti.

Tuttavia, risultano sempre meno efficaci e gli algoritmi favoriscono la diffusione dei contenuti fortemente polarizzati, compresi quelli negativi. Ciò che gli utenti del web possono fare è costruire una contro-narrazione e raccontare storie belle e di tolleranza.

A cura di Cultur-e
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