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Software Open-source, perchè dovreste usarlo

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Le applicazioni open-source oggi sono estremamente diffuse, anche se in pochi conoscono i loro reali vantaggi. Ecco pro e contro del software open-source e cosa vuol dire veramente “software libero”

open source

Tutti noi oggi usiamo diversi software, più o meno famosi, sui nostri computer per svolgere le più comuni attività quotidiane di lavoro o per lo svago. Per i lavori d'ufficio spesso si usa Microsoft Office, per modificare le foto c'è Adobe Photoshop, per navigare sul Web ci sono Google Chrome, Apple Safari e Microsoft Edge e così via.

Si tratta, in ognuno di questi casi, di applicazioni scritte per fini commerciali dai rispettivi sviluppatori, anche se non sempre si tratta di programmi a pagamento: Google Chrome, ad esempio, è gratuito ma Google usa le informazioni raccolte durante la navigazione dell'utente per trarre profitto. Le altre app citate, invece, si pagano: o una volta sola, all'acquisto, o con un abbonamento mensile o annuale.

Per ognuna di queste app, però, c'è almeno una controparte "open-source": per la produttività generale c'è LibreOffice, per modificare le foto c'è GIMP, per navigare sul Web c'è Mozilla Firefox. Tutti questi programmi sono gratuiti, ma come abbiamo già visto con Chrome (che non è del tutto open source), non è il prezzo a fare la differenza.

Ecco cosa significa veramente open source e quali sono i vantaggi, e gli svantaggi, di usare software di questo tipo.

Cosa vuol dire Open Source

codice open source

Letteralmente open source vuol dire che il codice sorgente del software è aperto e libero. Ciò vuol dire che lo sviluppatore pubblica l'applicazione e tutto il suo codice e lo mette a disposizione di tutti. Un altro sviluppatore può successivamente prendere in mano quel codice e modificarlo, per correggere bug, aggiungere funzioni o magari crearne una versione più snella, per computer meno potenti. Tutto ciò senza dover pagare nulla, perché è questo che prevede una licenza open source.

In realtà, però, di tipi di licenza open source ce ne sono diversi ma in linea di massima hanno tutte alla base lo stesso concetto: il software è libero e deve restare libero.

Quindi non è possibile prendere del codice open source e "rivenderlo" con licenza commerciale. Sono possibili, invece, implementazioni miste: parte del codice open source, parte del codice proprietario.  

Dai plugin ai sistemi operativi

linux

Fino ad ora abbiamo parlato soprattutto di applicazioni, ma l'idea dell'open source viene oggi applicata un po' a tutto nel mondo dello sviluppo del software. Ad esempio esistono molti plugin open source, che non sono altro che pezzi di codice che aggiungono funzioni ad una app già sviluppata o ne modificano parzialmente l'interfaccia. Un esempio classico sono i plugin di Wordpress.

Wordpress è il CMS (Content Management System, il "dietro le quinte" di molti siti Web) più usato al mondo ed è un software open source. I plugin sono dei piccoli (a volte neanche tanto) pezzi di codice che possono essere aggiunti ai siti per implementare nuove funzioni. Molti di loro sono open source e gratuiti, altri sono a pagamento.

All'altro estremo del mondo open source ci sono i sistemi operativi rilasciati con questo tipo di licenza: Linux e Chromium OS sono oggi i più diffusi. Le varie "distro" di Linux, poi, sono open source così come alcuni sistemi operativi derivati da Chromium OS, ad esempio CloudReady.

Open source Vs software proprietario

plugin wordpress

Chi conosce anche solo un po' il mondo dell'informatica e i suoi protagonisti, a questo, punto, potrebbe essere un po' confuso da quanto scritto fino ad ora. Come è possibile che un plugin per Wordpress (che è un CMS open source) sia a pagamento? Se Chrome OS è open source, perché non è disponibile per tutti?

Per rispondere a queste domande dobbiamo addentrarci un poco di più nel rapporto tra software open source e software commerciale perché, a differenza di quanto molti credano, i due mondi hanno moltissimi punti di contatto e non sono affatto separati da un muro.

Wordpress è certamente open source e chiunque lo può usare per creare in pochi passi un sito Web funzionante, senza pagare nulla. Ma ciò non vuol dire che tutto il software che espande le funzioni e le caratteristiche di Wordpress debba per forza essere open source o gratuito: esistono plugin per Wordpress gratuiti non open source, altri gratuiti open source e altri che non sono né open source né gratuiti.

Chrome OS, poi, non è un sistema operativo open source al 100%: al suo interno, infatti, è presente sia codice open source che codice proprietario. La parte open source di Chrome OS deriva dal progetto Chromium he, al contrario, è totalmente open source.

In ogni versione di Chrome OS rilasciata da Google, quindi, c'è dentro un po' di codice libero e un po' di codice proprietario e i termini d'uso di Chrome OS lo specificano chiaramente: "Gran parte del codice sorgente di Google Chrome è disponibile gratuitamente ai sensi di un contratto di licenza del software open source all'indirizzo http://www.chromium.org. [...] Se non diversamente concordato per iscritto con Google, il contratto stipulato con Google comprenderà sempre, come minimo, i termini e le condizioni esposti nel presente documento, di seguito definiti "Termini universali". Le licenze del software open source per il codice sorgente di Chrome OS sono oggetto di contratti scritti distinti".

Dal punto di vista pratico ciò vuol dire che uno sviluppatore indipendente potrà usare e modificare il codice open source di Chromium OS, ma non potrà invece toccare il codice non open source presente nelle versioni stabili di Chrome OS. Per l'utente finale, invece, ciò vuol dire che se vuole usare Chrome OS dovrà per forza acquistare un computer Chromebook, mentre se vuole usare quel sistema operativo sul proprio computer dovrà installare Chromium OS (ad esempio usando Cloudready).

Software open source: i pro e i contro

open source

Il primo vantaggio del codice open source è senza dubbio il fatto che è gratuito. Basti pensare ai Chromebook: poiché Chrome OS è in gran parte basato su Chromium OS Google non lo fa pagare e, di conseguenza, un Chromebook costa mediamente 100 euro in meno di un equivalente laptop con Microsoft Windows (a parità di configurazione).

Poiché chiunque può modificare un codice open source, ne deriva che se un software distribuito con questa licenza ottiene successo ben presto arriveranno decine e decine di modifiche che lo migliorano in qualcosa. Non ci sarà infatti da attendere l'intervento ufficiale dello sviluppatore per avere una nuova versione.

Non è neanche detto, poi, che uno sviluppatore di software commerciale faccia tutte le modifiche che gli utenti vorrebbero, perché tali modifiche potrebbero anche andare contro ai suoi stessi interessi. Discorso che, naturalmente, non ha senso nel caso del software open source.

Di contro, però, molti progetti open source sono frutto della passione di uno o più sviluppatori e, di conseguenza, non sono perfetti. Né si può pretendere che chi sviluppa per passione sia poi pronto a proseguire per anni quel progetto, garantendo continuità allo sviluppo del software (ma qualcun altro potrebbe prendersi questo onere, come già visto).

C'è poi la possibilità che uno sviluppatore crei un software con licenza open source e poi venda il progetto a qualcun altro. Il software resterà open source, ma l'acquirente potrà farne ciò che vuole. E' successo a maggio 2021 con Audacity, uno storico software di audio editing nato nel 1999 e che, al momento della vendita, contava oltre 100 milioni di utenti.

La prima cosa che ha fatto il nuovo sviluppatore Muse Group è stata quella di inserire uno spyware nel codice. Per fortuna altri sviluppatori, che conoscevano bene il progetto Audacity da anni, se ne sono accorti subito e hanno lanciato l'allarme. Visto il crollo repentino degli utenti, quindi, Muse Group ha dovuto fare una veloce marcia indietro togliendo il codice pericoloso dal software open source.

A cura di Cultur-e
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