Una delle domande più comuni quando si parla di energia elettrica è “quanto consuma ogni anno una famiglia?”; chiaramente la risposta non è una e una sola e, generalmente, dipende da diversi fattori che vanno dalle proprie abitudini energetiche e arrivano fino al tipo di abitazione in cui si vive, includendo anche il numero dei membri della propria famiglia e la tipologia di elettrodomestici in casa.
Insomma, le variabili sono molte ma per cercare di essere più responsabili, energeticamente parlando, si può cominciare a prendere confidenza coi dispositivi elettronici che si utilizzano e da cui, chiaramente, dipende buona parte del proprio consumo energetico. Scopriamo di più al riguardo.
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1. Come si misura l’energia elettrica
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Ma prima di parlare nel dettaglio degli elettrodomestici più avidi di energia, vale la pena approfondire brevemente il discorso su come si misura l’energia elettrica.
Nel Sistema Metrico Internazionale la potenza elettrica si misura in Watt (W), una grandezza utilizzata per calcolare le prestazioni e i consumi dei vari elettrodomestici in casa.
Quando si leggono le bollette si nota subito che si fa riferimento a quantità di corrente molto elevate, come i consumi giornalieri ad esempio, o quelli periodici (bimestrali, trimestrali ecc). In questo caso, quindi, bisogna parlare di Chilowatt (kW) una grandezza che corrisponde a 1.000 W.
A fronte di questo, per capire pienamente i propri consumi, bisogna prendere queste cifre e immaginarle con intervalli di tempo di un’ora, ottenendo dunque il kilowattora, detto anche chilowattora(kWh).
Andando a salire e facendo riferimento, ad esempio, alle grandi fabbriche si arriva fino al Megawatt (MW) che corrisponde a 1 milione di watt, che sta a indicare grandissime quantità di corrente.
Questi dati possono essere letti sul contatore elettrico, uno strumento posizionato all’interno di ogni abitazione che ha il compito di misurare i consumi di quell’immobile, appunto, e comunicarli al fornitore del servizio affinché possa emettere la relativa bolletta.
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2. Gli elettrodomestici che consumano di più
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Fatta questa premessa, si può entrare nello specifico e provare a tracciare un andamento dei consumi della propria abitazione partendo dagli elettrodomestici in uso e dalle proprie abitudini energetiche.
È chiaro che qualsiasi elettrodomestico ha bisogno di un certo quantitativo di energia per funzionare, un dato che va a impattare sui consumi e sulle bollette.
Naturalmente non tutti i dispositivi hanno gli stessi consumi e se, ad esempio, un semplice caricabatterie ha un impatto minimo sul fabbisogno energetico della propria abitazione, lo stesso non si può dire per forni, lavatrici e per tutti quegli elettrodomestici di medie/grandi dimensioni che ormai utilizziamo comunemente.
Vediamo allora quali sono i prodotti elettronici che hanno bisogno del maggior quantitativo di energia per funzionare e le strategie per rendere più sostenibile la propria casa.
Al primo posto c’è sicuramente il condizionatore, un dispositivo utilizzatissimo soprattutto in estate (anche se molti lo usano anche in inverno per riscaldare la propria abitazione) e che impatta fortemente sulla bolletta.
Secondo le stime una famiglia media in Italia consuma 450 kWh per l’alimentazione di questi dispositivi, pari a un costo di circa 15/25 euro al mese a seconda delle ore di utilizzo e della classe energetica dello stesso climatizzatore.
Oltre ai costi in bolletta, però, bisogna anche considerare l’impatto sull’ambiente, con questo strumento che, secondo le stime, arriva a produrre in media 143 Kg di CO2 ogni anno.
Al secondo posto tra gli elettrodomestici più avidi di risorse troviamo il phon. Del resto si tratta di un apparecchio che può arrivare a un assorbimento di oltre 2 kW che, a seconda dell’utilizzo, può portare a consumi piuttosto importanti oltre che alla produzione di circa 25 kg di CO2 all’anno
Il terzo posto è occupato dal frigorifero, uno strumento indispensabile dentro ogni abitazione, connesso alla rete elettrica 24 ore su 24 e per 365 giorni l’anno.
Secondo le stime da esso dipende circa il 25% del consumo energetico complessivo con un totale di 300 kWh l’anno e una produzione di circa 102 kg di CO2 l’anno.
Anche la lavatrice è tra gli elettrodomestici che consumano di più, e si piazza al quarto posto della classifica.
Ipotizzando una media di circa 260 cicli all’anno, una lavatrice (di una classe energetica elevata) ha un consumo medio di 240 kWh per un costo approssimativo in bolletta di 63 euro.
Molto dipende dal tipo di lavaggio che a basse temperature porta a un risparmio energetico di circa il 30%. Nonostante questo comune, una lavatrice produce circa 64 kg di CO2 l’anno
Al quinto posto troviamo il forno a microonde che arriva ad assorbire fino a 2.4 kW (a seconda della funzione). A livello di impatto ambientale, invece, arriva a circa 133 kg di CO2 ogni anno.
Sesto posto per la lavastoviglie che, a fronte di una media di 220 cicli annui, ha un consumo di 220 kWh per 140 kg di CO2. Per abbassare i consumi, naturalmente, si può scegliere un lavaggio ECO a temperature più basse e, magari, evitare la funzione di asciugatura che (nei prodotti più moderni) ha un forte impatto sui consumi.
Arriviamo infine al forno elettrico un elettrodomestico che, storicamente, viene incluso nella classifica di quelli più energivori, arrivando a circa 105 kWh l’anno. Una cifra destinata a crescere, soprattutto se si utilizzano cotture ad alte temperature che, ovviamente, necessitano di più potenza. A livello ambientale, siamo a circa 66 Kg di CO2 l’anno.
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3. Come tenere d’occhio i consumi elettrici
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Il primo passo per diventare più sostenibili e tenere sotto controllo i consumi elettrici (ed evitare stangate in bolletta) è sicuramente quello di avere una maggiore considerazione delle proprie abitudini energetiche, cercando, quando possibile, di utilizzare la corrente elettrica in maniera più responsabile, evitando gli sprechi.
E in questo senso, il primo passo è utilizzare correttamente gli elettrodomestici. Un esempio tipico è quello di lavatrici, asciugatrici e lavastoviglie che dovrebbero sempre lavorare a pieno carico, così da ridurre i cicli e abbattere i consumi.
Oltre a questo è anche molto utile valutare l’acquisto di dispositivi di una classe energetica più elevata. Certo questo potrebbe corrispondere a una spesa non indifferente, ma nel tempo porterebbe a un abbattimento dei consumi e delle emissioni piuttosto importante.
Ovviamente bisogna anche eliminare correttamente i vecchi prodotti dismessi, portandoli nelle apposite isole ecologiche così da poter essere disassemblati e smaltiti a dovere.
Sempre in tema di elettrodomestici, è sempre utile tenere a mente che i dispositivi in stand-by hanno comunque un consumo di energia pari a circa il 30% all’anno. Spegnerli correttamente (o staccare la spina) è un ottimo sistema per risparmiare e ridurre l’impatto sul pianeta.
Un’altra delle opzioni per tenere sotto controllo i consumi potrebbe essere quella di investire in un impianto solare. Certamente il costo di questi lavori è piuttosto alto ma ci sono diversi incentivi statali a cui attingere, che potrebbero far ammortizzare le spese e comunque a lungo andare si può riavere un ritorno economico interessante, vendendo l’energia in eccesso al proprio fornitore.
Per saperne di più: Energia elettrica, le nuove tecnologie all'insegna della sostenibilità e del risparmio energetico