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Sam Altman passa a Microsoft dopo il licenziamento da OpenAI

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Dopo il licenziamento improvviso da OpenAI, Sam Altman è stato assunto da Microsoft per guidare un team di sviluppo sull’AI. Ecco cosa che sappiamo al riguardo

open ai e microsoft salarko / Shutterstock.com

Poche ore fa, con un post su X, Satya Nadella l’amministratore delegato di Microsoft, ha annunciato ufficialmente che Sam Altman sarà assunto dal colosso di Redmond per guidare un team di sviluppo sull’intelligenza artificiale.

Dopo il licenziamento improvviso di Altman dal ruolo di CEO di OpenAI (avvenuto solo di recente e senza troppe spiegazioni), l’informatico e imprenditore statunitense, è passato alla “concorrenza” anche se, ovviamente, di concorrenza non si tratta vista la partnership in corso proprio tra Microsoft e OpenAI.

Questo, stando a quanto condiviso da Nadella, non incrinerà i rapporti tra le due aziende ma è chiaro che gli eventi recenti abbiano portato a una certa confusione tra gli investitori. Ecco quello che sappiamo.

Sam Altman e l’arrivo in Microsoft

Nel post di Nadella si legge: “Rimaniamo impegnati nella nostra partnership con OpenAI e siamo fiduciosi nella nostra roadmap di prodotti, nella nostra capacità di continuare a innovare con tutto ciò che abbiamo annunciato al Microsoft Ignite, e nel continuare a supportare i nostri clienti e partner”.

Nonostante queste rassicurazioni, è chiaro che l’arrivo di Altman nei ranghi di Microsoft abbia causato un certo scompiglio, soprattutto perché gli è già stata affidata la guida di un team di lavoro che si occuperà di sviluppare dei progetti AI interni dell’azienda.

Non è chiaro ancora cosa siano questi progetti, ma potrebbero essere l’occasione perfetta per il colosso della tecnologia dietro Windows di “svincolarsi” da OpenAI e dare vita alla propria intelligenza artificiale (forse) ispirata da ChatGPT, ma sicuramente non più così dipendente dal chatbot.

Del resto, che Microsoft stia investendo molto in materia di intelligenza artificiale è più che evidente e poter contare su un proprio prodotto, sviluppato internamente e senza dover rendere conto a terze parti, potrebbe essere un bel vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza, soprattutto poi se questo “fantomatico prodotto” sarà sviluppata da una delle menti più brillanti del nostro tempo, Sam Altman già considerato dal Time come una delle 100 persone più influenti al mondo nel 2023. E questo senza aver compiuto ancora 40 anni.

Il futuro dell’AI secondo Altman

Il licenziamento di Altman da OpenAI è arrivato (quasi) come un fulmine a ciel sereno e, secondo le malelingue, potrebbe essere dovuto a una divergenza di opinioni con Ilya Sutskever, un altro dei pezzi grossi dell’azienda.

I due già in passato avevano avuto dei contrasti, soprattutto perché, mentre Sutskever aveva mostrato chiaramente delle preoccupazioni sull’utilizzo di una AI sempre più sofisticata, Altman avrebbe, invece, puntato sempre più in alto, cercando di sfruttare al massimo la visibilità e l’attenzione mediatica ottenuta con ChatGPT.

Dubbi, investimenti, prospettive future (forse) troppo imponenti per continuare ad avere il controllo sull’AI, hanno portato a questo allontanamento, con Microsoft che, chiaramente, non ha perso occasione per prendere la palla al balzo e assicurarsi uno dei personaggi di spicco sul tema dell’intelligenza artificiale.

A cura di Cultur-e
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