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L'intelligenza artificiale entra in aula di tribunale

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L’intelligenza artificiale entra in tribunale attraverso un bot che verrà usato in aula per registrare le udienze e aggiornare gli imputati: come funziona

intelligenza artificiale in tribunale Shutterstock

L’avvocato robot è (quasi) realtà. Nel mese di febbraio un bot che utilizza l’intelligenza artificiale (AI) per comprendere e rispondere verrà impiegato nell’ambito di un’udienza vera e propria. Avrà il compito di registrare quanto avviene durante l’udienza, aggiornando gli imputati con risposte attraverso l’uso di auricolari AirPods.

Si tratta di una prima volta nella Storia, che per altro rischia di venire respinta a prescindere. Bisogna infatti considerare che molte aule di tribunale vietano l’utilizzo di dispositivi di registrazione. Per questo motivo sia la località sia la data effettiva dell’evento sono top secret. 

AI in aula per un milione di dollari

Il bot in questione è stato realizzato da DoNotPay: un’app attiva dal 2015 che si è specializzata proprio nella realizzazione di chatbot avvocati. Più precisamente DoNotPay è entrata sul mercato con un software in grado di contestare e impugnare il pagamento di multe

La mission di DoNotPay consiste nel fornire assistenza legale a basso costo. Soltanto negli USA, circa l’80% dei cittadini con basso reddito non sono in grado di rivolgersi a uno studio o a un avvocato tradizionale. 

Da qui l’idea di sostituire l’essere umano con un’intelligenza artificiale, nonostante tutti i rischi del caso. Ad oggi infatti diverse AI in attività presentano problemi di varia natura: risposte poco chiare o errate, ma anche limiti nell’interpretazione del messaggio di input. 

A ciò si aggiunge il fatto che non ci sono precedenti di alcun genere legati all’uso dell’intelligenza artificiale in tribunale. Non è quindi ancora chiaro se il semplice utilizzo di un bot in un’aula sia da considerarsi illegale o ostruttivo

Questi presupposti aiutano a capire la proposta shock fatta da DoNotPay sul web, che va ad affiancare e rafforzare l’esperimento con bot descritto nei capoversi precedenti. L’azienda infatti ha offerto la somma di un milione di dollari a chiunque si metterà nella condizione di testare un’AI nell’ambito di una vera udienza della Corte Suprema degli Stati Uniti

La persona in questione dovrà presentarsi in aula indossando degli AirPods per permettere al bot di ascoltare il dibattimento. Dovrà ascoltare le sue istruzioni e ripetere esattamente tutto quello che le viene detto dall’intelligenza artificiale.

Altri esempi di intelligenza artificiale

L’avvocato robot di DoNotPay si aggiunge alle molteplici intelligenze artificiali che stanno pian piano entrando nella vita quotidiana di milioni di utenti. 

Tra gli esempi recenti più eclatanti è impossibile non citare ChatGPT di OpenAI: l’intelligenza artificiale specializzata nella conversazione con esseri umani, in grado di generare contenuti scritti in pochi secondi

I primi modelli di ChatGPT presentavano limiti considerevoli in termini di pertinenza e accuratezza delle risposte, ma il chatbot continua a crescere e imparare sessione dopo sessione. 

L’organizzazione senza scopo di lucro OpenAI recentemente ha lavorato anche allo sviluppo di DALL-E: un algoritmo che genera immagini a partire da descrizioni testuali. DALL-E legge le richieste dell’utente e restituisce risultati in stili diversi: dal cartoon al rendering 3D, dalla pixel art alla fotografia.

A cura di Cultur-e
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