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Google cambia la privacy policy, ecco come userà i dati per l'AI

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Aggiornata l’informativa sulla privacy che consente all'azienda di raccogliere dati pubblici per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale

privacy policy di Google Casimiro PT / Shutterstock.com

Recentemente Google ha apportato alcune importanti modifiche alla sua politica sulla privacy, per dare il via libera alla raccolta e analisi dei dati condivisi dagli utenti online che, a detta dell’azienda, verranno utilizzati per migliorare i propri servizi e sviluppare nuovi prodotti e funzionalità basati sull'intelligenza artificiale a vantaggio del suo pubblico. 

Big G sottolinea che potrebbe utilizzare le informazioni disponibili pubblicamente per addestrare i suoi modelli AI e per creare prodotti e funzionalità come Google Translate, Bard e nuove Cloud AI capabilities.

Cambiamenti significativi nella politica privacy di Google

La politica aggiornata segna un grande cambiamento nei termini di servizio Google. Se prima la sua politica affermava di utilizzare i dati delle persone per migliorare i modelli di "linguaggio", con l'ultimo aggiornamento Google si riserva il diritto di utilizzare i dati delle persone per migliorare tutti i suoi modelli e prodotti "AI", inclusi i sistemi di traduzione, i sistemi di generazione di testo e i servizi di intelligenza artificiale nel cloud.

Per riflettere queste modifiche, Google le ha evidenziate nella sua pagina di archivio delle norme sulla privacy, contrassegnando in verde le informazioni appena aggiunte. Tradizionalmente, le politiche sulla privacy limitano le aziende a raccogliere solamente i dati che gli utenti forniscono direttamente. Tuttavia, con la nuova politica di Google, l'azienda può utilizzare qualsiasi informazione pubblicata online.

Web scraping e privacy online: le implicazioni per gli utenti

Ciò solleva problemi di privacy, poiché tecnologie come Bard di Google e ChatGPT di OpenAI potrebbero raccogliere e potenzialmente riutilizzare contenuti pubblici come post e recensioni. Sebbene qualsiasi cosa online possa essere vista da chiunque, il modo in cui tali informazioni potrebbero essere adoperate sta cambiando.

Così l'attenzione si sposta da chi può accedere a queste informazioni a come possono essere utilizzate, il che fa emergere questioni legali su questi metodi di raccolta dei dati, portando in ultima istanza a cause di copyright che i tribunali prima o poi si ritroveranno ad affrontare.

Il web scraping ha attirato l'attenzione di figure tecnologiche di spicco come Elon Musk, che incolpa i tentativi di Twitter di impedire l'estrazione dei dati per i recenti contrattempi. Le limitazioni di Twitter sul numero di tweet che si possono visualizzare al giorno sono state attribuite allo "scraping dei dati" e alla "manipolazione del sistema".

Una guida per difendere i propri dati nell’era dell’AI

Man mano che l’AI diventa più avanzata, cresce anche l’appetito per i dati delle Big Tech. Tuttavia, questa raccolta dovrebbe essere effettuata in modo legale ed etico, con il consenso degli utenti e la consapevolezza di come vengono utilizzate le loro informazioni. In secondo luogo, le persone dovrebbero decidere attentamente cosa condividere online ed essere consce che i post pubblici possono essere utilizzati in modi difficili da prevedere.

Ecco come proteggere i propri dati:

  1. Fare attenzione a ciò che si pubblica e quindi condividere solo ciò a cui ci si sentirebbe a proprio agio con chiunque, incluso Google
  2. Assumere il controllo delle impostazioni sulla privacy dell'account Google. Disattivare opzioni come "Attività web e app", "Cronologia delle posizioni" e "Attività vocale e audio"
  3. Prendere in considerazione l'utilizzo di fornitori alternativi con privacy policy più rigide come DuckDuckGo per la ricerca, ProtonMail per la posta elettronica, Vimeo per i video e Brave per la navigazione web
  4. Utilizzare la modalità di navigazione in incognito o privata quando si utilizzano i servizi Google
  5. Leggere sempre l’informativa sulla privacy prima di utilizzare siti Web o app mobile e diffidare da coloro che affermano di condividere i nostri dati con Google
  6. Contattare direttamente Google per esprimere le proprie preoccupazioni in merito all'utilizzo dei propri dati per addestrare i loro modelli di AI

Per saperne di piùIntelligenza Artificiale, cos'è e cosa può fare per noi

A cura di Cultur-e
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