Smartphone, computer, console di gioco: sono solo alcuni dei punti di forza dell’informatica che, negli anni, hanno subito grandi cambiamenti grazie allo sviluppo tecnologico. Anche i device dedicati all’accessibilità, meno famosi dei propri cugini dedicati al grande pubblico, si sono evoluti negli ultimi anni sfruttando molte delle innovazioni più recenti, come quelle introdotte nel settore dei telefonini o degli auricolari. Con il 15% della popolazione mondiale affetta da disabilità di differenti tipologie e a livelli altrettanto diversi, questo settore è in continua crescita anche grazie all’impegno di un numero crescente di aziende sempre più attente al tema dell'inclusività. Ecco, dunque, alcune delle novità più interessanti riguardanti i dispositivi per l’accessibilità che ci accompagneranno nel futuro.
Utile è l’integrazione con iPhone e alcuni device Android, dai quali riesce a carpire lo streaming di riproduzione dei suoni. Le nuove tecnologie sono protagoniste anche con Kite, amplificatore personale di suoni che sfrutta la riduzione del rumore e la forma dei più comuni auricolari. Con tre modalità di ascolto, focus (per le conversazioni uno a uno), environment (per percepire ciò che accade intorno all’ascoltatore) e overall awareness (per carpire tutti i tipi di suoni, limitando il rumore), più una dedicata all’amplificazione del parlato nel campo frontale dell’ascoltatore (180° totali) con riduzione dei rumori di fondo, si dimostra un valido supporto per stare in contatto con l’ambiente e le persone vicine.
Anche Signia ha concentrato gli sforzi per la produzione di mini apparecchi per l’ascolto. Dotati di app per iOS e Android dedicata alla gestione della percezione dei suoni, questi possono contare su una modalità specifica per la maschera protettiva - attivabile via tap nell’applicazione - in modo da migliorare la comprensione del parlato anche quando l’interlocutore indossa il dispositivo di sicurezza.
Disponibile per iOS (in inglese), è in lavorazione anche per Android. L’ha creata Liopa questa app basata sull’intelligenza artificiale e Sravi ci riesce molto bene. Grazie a una tecnologia che consente la lettura dei movimenti delle labbra, l’applicazione è stata testata dal Servizio Sanitario Inglese (NHS) sui pazienti con difficoltà nel linguaggio o in terapia intensiva, non in grado di parlare a causa dei supporti alla respirazione o interventi estremamente invasivi come tracheotomie. Per utilizzarla, completata la fase di test, sarà sufficiente scaricarla sul proprio smartphone o tablet e tenere puntato il device con l’app aperta verso la persona con difficoltà. L’applicazione, attraverso una rete neurale profonda, mapperà il movimento delle labbra per comprendere ciò che la persona sta dicendo, inviando il contenuto del messaggio al telefono dei sanitari o ripetendola con una voce sintetica attraverso l’amplificatore del dispositivo.