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Dipendenza da smartphone, cos'è e come combatterla

L'uso eccesivo dei social network può creare dipendenza psicologica così come le droghe, le sigarette o le slot machine. Ecco come capire se siamo assuefatti dai social e come disintossicarci

Preferiamo stare con gli smartphone piuttosto che parlare con gli altri

Guardare le foto dei nostri amici, condividere uno stato d'animo, ma anche controllare le recensioni di un ristorante o cercare un evento vicino a noi. Al giorno d'oggi dipendiamo dai social network per compiere moltissime azioni quotidiane. Non è un caso che per molti antropologi e studiosi americani i social media siano al momento la "cocaina" dell'interazione sociale. Nel senso che creano dipendenza e che le persone, una volta che iniziano a utilizzarli, difficilmente socializzano usando i mezzi precedenti.

Chi inizia ad utilizzare i social network, dunque, tende generalmente a usarli sempre di più con il trascorrere del tempo e preferisce questo tipo di interazione con il mondo rispetto al contatto diretto e vis a vis. La dipendenza da social è un fenomeno che non va sottovalutato, perché difficilmente le persone si accorgono di dipendere da una piattaforma sociale online così come difficilmente ammetterebbero ogni altro tipo di dipendenza. A tutti noi è capitato di aprire senza un vero perché un social media, magari Twitter, Facebook o Instagram e iniziare a fare uno scroll delle notifiche senza un vero fine. Ecco questo è uno dei primi segnali della dipendenza da social.

 

Soli con lo smartphone

 

Per limitare la nostra dipendenza dai social network potremo provare il digital detox (ossia depurazione digitale) che, come nel caso di una dieta depurativa, ci aiuta a diminuire il più possibile l'utilizzo giornaliero dei social e ridurre al minimo le ore quotidiane passate a condividere, postare e commentare su Facebook, Instagram e simili. Ecco allora come capire se siamo dipendenti dalle piattaforme sociali online e cosa fare per disintossicarci dall'uso non necessario dei social media.

I social network sono come le slot machine

Stando ad alcuni studi psicologici, l'uso prolungato dei social media ha un impatto sul nostro cervello simile a quello delle sigarette o delle slot machine. A lungo andare, aprire Facebook, Instagram o Twitter sul nostro smartphone diventa un semplice gesto inconscio, così come la sigaretta mentre attendiamo qualcuno o per i giocatori incalliti il tentativo quotidiano di vincere dei soldi alle macchinette elettroniche.

 

Chattare invece che parlare

 

Sandy Parakilas, ex dipendente di Facebook, ha dichiarato che il social di Mark Zuckerberg è progettato per creare dipendenza nella mente delle persone. I social infatti guadagnano di più se gli utenti trascorrono molto tempo possibile all'interno della piattaforma: si riesce così a massimizzare i profitti degli annunci pubblicitari e si fa crescere il bilancio.

Il peso dei Mi Piace a livello psicologico

Anche se a molti potrà sembrare strano, il "principio attivo" dei social network, quello che procura dipendenza negli utenti, è il "Mi piace". Presente (sotto varie forme) in tutte le reti sociali, il like si è trasformato a livello sociale in una sorta di indicatore di popolarità, capace di avere una grande influenza sulla personalità delle persone. Per aumentare la propria autostima, gli utenti dei social media sono portati a postare dei contenuti che non sono in linea con i propri gusti personali, ma che attirano l'interazione e il compiacimento degli altri utenti.

 

Alla ricerca del mi piace

 

Può sembrare estremo ma con la dipendenza da social si amplifica anche la nostra voglia di piacere agli altri: un fattore che può portare a dei problemi di personalità e di carattere e che ha dei riflessi negativi soprattutto sui bambini e sugli adolescenti. Gli studi indicano che esistono dei collegamenti molto stretti tra l'abuso dei social media e la depressione, la solitudine e tutta una serie di altri problemi mentali. I minorenni europei trascorrono circa 18 ore in media alla settimana sui loro profili social: gli adolescenti sono la categoria di persone più a rischio in caso di dipendenza da social network.

Come disintossicarsi dai social media

Se ci stiamo annoiando e apriamo un social, se ogni 10-15 minuti sentiamo il bisogno di controllare notifiche e aggiornamenti dai nostri contatti digitali, se durante la giornata ci capita spesso di ritrovarci a sfogliare la bacheca di Facebook senza un perché allora è molto probabile che abbiamo sviluppato una nostra personale dipendenza dai social media.

 

Triste con lo smartphone in mano

 

Cosa dobbiamo fare in questo caso? Semplice, il primo passaggio è quello di prenderne consapevolezza. Molti pensano di non essere dipendenti dai social per il semplice motivo di non avere un alto livello di interazione (commenti, pubblicazioni, like e così via), anche se aprono il loro profilo almeno una volta l'ora senza apparente motivo. In casi come questo, anche se non rispondiamo, possiamo già considerarci dipendenti dalle piattaforme social. E, come detto, la prima cosa da fare è prenderne coscienza e iniziare a pensare alle possibili contromosse.

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La prima cosa da fare, è tentare di diminuire il tempo che passiamo sui social – e di conseguenza sullo smartphone. Come riuscirci? Semplice, proprio come si fa quando si inizia a smettere di fumare. Non interrompiamo di colpo la nostra presenza sui social network, dopo pochi giorni ci verrebbe voglia di controllare tutto quello che ci siamo persi. Iniziamo diminuendo pian piano il tempo giornaliero dedicato a controllare i profili. Se solitamente utilizzavamo Facebook, per fare un esempio, per circa 4 ore al giorno passiamo a usarlo prima 3, poi due, poi ancora una per arrivare a un massimo di mezz'ora al giorno. Per riuscirci, ovviamente, non possiamo fare affidamento solo sul nostro orologio. Sui vari store online, ad esempio, ci sono decine d'applicazione che aiutano a controllare il tempo che trascorriamo sulle varie app e a limitarne l'accesso a orari o intervalli prefissati.

 

 

Un tendenza, però, che sta facendo breccia anche all'interno dei big della Silicon Valley. Apple e Google, ad esempio, hanno introdotto con iOS 12 e Android 9 P degli strumenti di "benessere digitale" che ci consentono di analizzare il tempo trascorso sulle app e di impostare limiti di utilizzo; Facebook e Instagram, invece, ci faranno monitorare il tempo trascorso – senza bloccare l'accesso – e ci consentiranno di gestire in maniera più aperta le notifiche, così da essere disturbati il meno possibile.

 

7 luglio 2018

A cura di Cultur-e
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