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La storia delle fotocamere digitali

Dalle prime macchine fotografiche digitali senza pellicola fino agli smartphone: la storia della fotografia digitale fino ad oggi

fotocamera digitale

Le fotocamere digitali oggi sono largamente diffuse. Chiunque abbia uno smartphone, possiede una fotocamera digitale in grado di fare ottimi scatti, anche di qualità professionale, e girare video. Non tutti sanno però che l’esigenza di sostituire le macchine fotografiche con pellicola con dei dispositivi digitali nasce negli anni Sessanta, come equipaggiamento degli astronauti dellaNASA che si preparavano all’esplorazione spaziale. Da allora, la tecnologia delle fotocamere digitali si è evoluta rapidamente, passando dai propositi prettamente scientifici fino a entrare nella nostra quotidianità sotto forma di sensori su smartphone sempre più sottili. Ecco le tappe più importanti della storia delle fotocamere digitali fino ad oggi.

Foto digitali: dagli astronauti alla prima fotocamera

fotocamera digitaleL’inizio della storia delle fotocamere digitali risale al 1961, quando lo scienziato Eugene F. Lally del Jet Propulsion Laboratory della NASA cercava un modo per permettere agli astronauti di scattare foto nello spazio durante le missioni. Solo teoria, fino a quando 10 anni dopo Willis Adcock, dipendente della Texas Instruments, presentò la sua prima proposta di una fotocamera senza pellicola, che venne brevettata ma mai prodotta. Per poter vedere la prima fotocamera digitale, però, bisognerà attendere il 1975 con il primo prototipo costruito dall’ingegnere Steven Sasson della Eastman Kodak. Si trattava di un dispositivo grande quanto una moderna stampante e dal peso di ben 4 chilogrammi.

Il prototipo era in grado di catturare immagini in bianco e nero su una cassetta digitale, ed era necessario uno speciale schermo inventato da Sasson e colleghi per poter guardare gli scatti ottenuti.

La fotocamera digitale di Kodak aveva una risoluzione di 0,01 megapixel e impiegava 23 secondi per scattare una foto digitale. Kodak decise però di non investire ulteriormente su questa tecnologia e continuò a concentrarsi sulle pellicole fotografiche.

Fotocamere digitali: la svolta tra anni Ottanta e Novanta

fotocamera digitale mavicaNel 1981 la Sony lancia il prototipo del modello Mavica. Non una vera e propria fotocamera digitale, ma una sorta di telecamera che riprendeva i fotogrammi, memorizzava le immagini su floppy disk da 2 pollici chiamati Mavipack, ma registrava ancora dati analogici. I dischi contenevano fino a 50 foto a colori da riprodurre su un televisore o un monitor. Per vedere la prima fotocamera analogica elettronica in vendita sul mercato, però, bisogna attendere il 1986 con la RC-701 di Canon, pensata per i professionisti. Poi arrivò la RC-250 Xapshot nel 1988, pensata come modello per i consumer.

Questa tipologia di macchine fotografiche non è mai decollata, sia per la scarsa qualità delle immagini che soprattutto per i costi proibitivi.

Si andava da almeno 499 dollari per la sola fotocamera, fino a spese per quasi 1000 dollari per comprare i componenti aggiuntivi, tra cui una batteria, una scheda di interfaccia per il computer con software dedicato e floppy disk. Sempre nel 1988, un altro prototipo stavolta della Fujifilm fa la sua comparsa. La DS-1P avrebbe potuto essere la prima vera fotocamera digitale, dato che registrava le immagini sotto forma di fil computerizzati su una scheda di memoria interna da 16 MB realizzata da Toshiba. Il prototipo però non fu mai messo in vendita nei negozi.

La prima fotocamera digitale a entrare in commercio fu così la Dycam Model 1 nel 1990, venduta anche come Logitech Fotoman. Si tratta di una fotocamera dotata di sensore CCD, che memorizzava le immagini digitalmente per poi consentire di scaricarle su un PC. Sempre in quegli anni, d’altronde, arrivano i primi standard per file di immagini digitali e file audio: JPEG e MPEG nel 1988. E nel 1990, tra i primi programmi di editing foto arrivano Digital Darkroom per Macintosh prima e Adobe Photoshop 1.0 poi.

Nel 1992, invece, arrivò la Kodak DCS 200 con un disco rigido integrato. Nel 1994 arriva l’Apple QuickTake 100, dotata di sensore CCD e in grado di immagazzinare fino a 8 immagini a colori di risoluzione 640x480 pixel nella memoria interna. Anche se il logo era quello di Apple, la macchina fotografica era stata prodotta da Kodak. La seconda versione, la QuickTake 200, fu invece realizzata dalla Fujifilm.

La tecnologia delle foto digitali è così rapidamente evoluta tra prime stampanti a getto di inchiostro e schede di memoria.

Poi fu il momento nel 1995 della Casio QV-10, la prima fotocamera digitale che più ricorda quelle moderne: sul retro presentava uno schermo LCD da 1,8 pollici e tante funzioni: le riprese macro ravvicinate, l’esposizione automatica e l’autoscatto. Da allora, il mercato delle fotocamere digitali ha preso la forma di quelle che oggi conosciamo. Tra miglioramenti di sensori e obiettivi, aggiunta di funzionalità, schermi sempre più grandi per poter vedere gli scatti ed effetti per un primo editing, oltre che dispositivi di archiviazione delle foto sempre più grandi in spazi sempre più ridotti. E via via che le fotocamere digitali si diffondevano, anche i prezzi cominciavano a scendere.

Fotocamere e smartphone: arriva l’era digitale

fotocamera digitale iphoneSi arriva così nell’era digitale a partire con gli anni 2000, con il passaggio al digitale anche delle fotocamere reflex professionali. La vera svolta, però, c’è con i primi smartphone equipaggiati di macchine fotografiche digitali: il Visual Phone VP-210 nel 1999 e il Samsung SCH-V200 nel 2000. Un’invenzione di successo, tanto che nel 2003 le vendite di cellulari con fotocamera superano quelle delle macchine fotografiche digitali. La rivoluzione digitale viene però lanciata nel 2007 da Apple con la presentazione del primo smartphone: l’iPhone.

Da allora, tutto è cambiato per la fotografia digitale. Nel 2012 Nokia lancia lo smartphone Nokia 808 PureView, con una fotocamera da 41 megapixel.

Negli ultimi vent’anno la tecnologia digitale ha fatto un balzo avanti impressionante. I sensori CCD sono stati sostituiti via via da chip che consumano meno energia, fino ad arrivare a quelli moderni, che permettono di avere fotocamere in dotazione agli smartphone fino a 108 megapixel. L’avvento della connettività 3G prima, 4G e 5G poi ha permesso di condividere le foto scattante istantaneamente, assecondando anche l’ascesa dei social network come Instagram. E il futuro della fotografia digitale è ancora da scrivere, tra sensori sempre più potenti anche grazie all’uso di software di intelligenza artificiale.

A cura di Cultur-e
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