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Come funziona WebTorrent, il protocollo per lo streaming p2p

Ideato da un giovane laureato a Stanford, sfrutta JavaScript per visualizzare video e il protocollo WebRTC per far viaggiare i dati

Computer

Per molti rappresenta il futuro dello streaming online. Un modo per far viaggiare contenuti multimediali più velocemente e "alleggerire" il carico da server e content delivery network di tutto il mondo. E, a ben vedere, non si tratta affatto di un progetto campato in aria: affiancando le potenzialità e la struttura del protocollo torrent alla versatilità dei web browser è possibile "trasmettere" film e programmi televisivi in Rete sfruttando il peer-to-peer. Questo, infatti, l'obiettivo che si pone lo sviluppatore Feross Aboukhadijeh con il suo progetto WebTorrent.

Che cos'è WebTorrent

Progetto nato nel gennaio 2014 dalla mente di Feross Aboukhadijeh, sviluppatore con una laurea in Scienze informatiche a Stanford, WebTorrent si pone l'obiettivo di implementare le funzionalità del protocollo Torrent all'interno di qualunque browser web oggi esistente. Nello specifico, Aboukhadijeh intende creare un protocollo che si integri nella struttura di quelli già utilizzati e che non richieda l'installazione di alcun plugin o estensione nel proprio browser. In questo modo sarà sufficiente visitare un portale che supporta la teconoligia WebTorrent per entrare a far parte di una rete peer-to-peer dedicata allo streaming di contenuti multimediali.

 

Feross Aboukhadijeh

 

Realizzato in JavaScript, il protocollo WebTorrent può portare notevoli vantaggi al settore delle web TV e della TV on demand. A differenza di quanto accade oggi, infatti, la presenza di molti utenti connessi contemporaneamente sullo "stesso canale" favorirebbe la diffusione del contenuto anziché rallentarla. Maggiore il numero di nodi che compongono la rete WebTorrent p2p (peer-to-peer) e più elevata sarà la velocità di download dei vari client connessi in quel momento.

Come funziona WebTorrent

Due gli elementi necessari al funzionamento dello streaming via WebTorrent: il client in JavaScript realizzato da Aboukhadijeh e il supporto al protocollo WebRTC.

 

Schema di funzionamento di WebTorrent

 

Il client è la "porta" che consente agli utenti di interfacciarsi con il mondo Torrent e vedere i contenuti in streaming grazie alla rete peer-to-peer. Una volta implementato all'interno del codice sorgente del proprio sito – un'operazione elementare alla portata di qualunque web master che abbia dimestichezza con il JavaScript – il client WebTorrent si occupa di visualizzare i contenuti multimediali e regolare il "flusso" di traffico generato dal collegamento p2p. Tutto ciò che l'utente – o il gestore del sito – dovrà fare sarà fornire un file torrent (o il link a contenuti peer-to-peer) che possa essere scaricato e condiviso anche da altri nodi della rete.

 

Come funziona WebTorrent

 

Il protocollo WebRTC, invece, è il "ponte" comunicativo che consente lo scambio di dati tra i vari nodi (server, computer, devices connessi) della rete p2p. Ideato da Google per videochiamate e comunicazioni audiovideo sul web, WebRTC è perfetto per gli scopi che Aboukhadijeh si è prefisso di raggiungere con il suo WebTorrent. Questo protocollo VoIP, infatti, si compone di API che consentono di stabilire connessioni p2p e scambiare dati multimediali tra i nodi della rete "paritaria". In questo modo gli utenti di una rete WebTorrent possono scambiare tra di loro dati multimediali senza dover fare riferimento a server o reti di distribuzione centralizzati.

Il futuro di WebTorrent

Anche se al momento il protocollo per lo streaming peer-to-peer è ancora in fase di sviluppo e perfezionamento, sono già diverse le realtà del web che si sono interessate al suo funzionamento. Nell'aprile 2015 Netflix ha pubblicato, sulle pagine del suo sito statunitense, un annuncio di lavoro per esperto WebTorrent: è evidente che il servizio di streaming online sia molto interessato alla nuova tecnologia ideata da Aboukhadijeh. Allo stesso modo, però, anche YouTube e gli altri servizi di streaming online (come Deezer e Spotify, ad esempio) potrebbero essere interessati al protocollo peer-to-peer per ridurre la loro dipendenza da server web e servizi di content delivery network. In questo modo, i contenuti multimediali (video o audio non fa alcuna differenza) avranno una qualità migliore proprio nelle ore di picco, quando il numero di utenti connessi è maggiore rispetto alla media giornaliera, contrariamente a ciò che accade oggi, in cui le ore di picco sono caratterizzate da un generale rallentamento delle velocità di navigazione.

 

Futuro di WebTorrent

 

Allo stesso modo, però, WebTorrent potrebbe interessare anche progetti no profit molto attivi sul web. Lo stesso Aboukhadijeh porta gli esempi di Wikipedia e Internet Archive, che potrebbero sfruttare la rete p2p per ridurre la banda utilizzata quotidianamente e i costi di hosting affidando agli stessi internauti dei "pezzi" dei loro contenuti. Quelli più popolari e visitati con maggior frequenza potrebbero essere affidati alla rete "paritaria" del peer-to-peer, mentre i contenuti visitati con minor assiduità continuerebbero a "risiedere" all'interno dei server e resi accessibili tramite protocollo http.

A cura di Cultur-e
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