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Migliorare la comunicazione tra dispositivi IoT grazie ai computer cognitivi

Grazie ai big data, in futuro i device IoT potranno prevenire i nostri bisogni e comunicare tra loro per risolvere tempestivamente i problemi

futuro computer cognitivi

Il termostato comunicherà automaticamente con la caldaia per far riscaldare l'acqua della vasca, mentre ordinerà al forno di accendersi e impostare la temperatura a 250 gradi. Non vi stiamo svelando la prossima sceneggiatura di un film di fantascienza, ma è semplicemente come sarà la nostra vita tra una decina di anni. L'Internet delle Cose sta già cambiando la nostra vita, dandoci la possibilità di gestire, attraverso la domotica, i vari dispositivi intelligenti presenti nell'abitazione e di trovare la casa calda quando rientriamo da lavoro. Tra qualche anno sarà tutto totalmente diverso grazie ai big data e ai computer cognitivi.

Infatti, grazie ai miglioramenti nella raccolta dei dati e all'affinamento nello studio delle abitudini degli utenti sarà più semplice per i computer cognitivi risolvere problemi intricati, permettendo ai dispositivi IoT di comunicare tra di loro prevenendo le esigenze delle persone. Sembra complicato, ma in realtà non lo è. Infatti, i computer cognitivi sono degli speciali dispositivi che, come gli umani, affinano i loro processi imparando dall'esperienza: più dati accumulano, più precisi saranno in futuro. In questo modo, le aziende IoT potranno, in futuro, programmare i loro dispositivi affinché siano proattivi rispetto le esigenze delle persone.

Le implicazioni dei computer cognitivi sull'Internet of Things

 

i big data cambieranno futuro, dispositivi iot

 

I benefici del cognitive computing li vedremo solo tra qualche anno, ma già da adesso possiamo intuire come cambierà forma l'Internet of Things. Il ritorno economico non sarà sicuro, ma la vita delle persone sarà più semplice e soprattutto più sicura. Infatti i cambiamenti che vivremo nell'immediato riguarderanno il settore bancario. Grazie alla raccolta dei dati e alla scambio di informazioni tra le diverse banche dati sarà più semplice fermare gli attacchi ransomware, ma anche i tentativi di frode. Conoscendo le abitudini degli utenti i dispositivi IoT potranno bloccare in anticipo il prelievo di contanti se riscontrano qualche anomalia o se l'orario è insolito rispetto al solito.

Come migliorerà la produttività

Dall'incontro tra i computer cognitivi, i big data e i dispositivi Internet of Things a beneficiarne sarà la produttività. Infatti i lavoratori potranno utilizzare i dati raccolti per decidere come impostare l'utilizzo dei device IoT e migliorare il funzionamento di macchinari all'interno della catena di montaggio. Ma non solo. Infatti, grazie ai big data i business man potranno prevedere l'andamento del mercato e anticipare le mosse per diminuire le perdite. Ciò che al momento manca, però, è la capacità: fino ad adesso gli investimenti sulla formazione sono stati minimi e per molte aziende è complicato trovare persone che sappiano leggere e interpretare i big data. Se non si riuscirà a trovare studenti adatti a questo ruolo, il futuro sarà a tinte fosche.

Il futuro dei dati e dei computer cognitivi

 

il futuro dei computer cognitivi

 

Aprire le porte al futuro. È questo il diktat da seguire per le aziende che investono nell'innovazione. L'unico problema è trovare i fondi necessari, e come già detto, persone che sappiano interpretare i dati e che abbiano le capacità di comunicare con i dispositivi IoT. Nonostante questa insicurezza generale, molte aziende stanno investendo nel settore: Google ha acquistato oramai da anni l'azienda britannica DeepMind, esperta in intelligenza artificiale, nella speranza di migliorare i servizi che offre agli utenti e adattandoli alle loro esigenze.

In un mondo con decine di milioni di dispositivi IoT sarà necessario avere degli strumenti che facilitino la raccolta dei dati e la comunicazione tra device. Soprattutto nel settore della medicina, avere dati sempre aggiornati può permettere di salvare migliaia di persone e trovare nuove cure per le malattie rare. La sfida che ci aspetta in futuro è ardua, ma è necessario affrontarla per migliorare la nostra vita.

A cura di Cultur-e
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