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I flop di Google

Google non ha realizzato nei suoi vent'anni di continua crescita solo progetti innovativi e efficaci, spesso Mountain View ha speso tempo e molto denaro in servizi e applicazioni che si sono rivelate un vero e proprio buco nell'acqua

Google

Quando pensiamo a Google come azienda ci viene quasi sempre da pensare a un colosso informatico che riesce ad ottenere il massimo da ogni progetto che mette in pratica. Se pensiamo al successo avuto con il suo motore di ricerca, con Android, con YouTube e con i vari servizi che utilizziamo quotidianamente (Gmail, Google Drive, Google Maps, Calendar e i vari applicativi di produttività, tanto per citarne alcuni), è difficile pensare a Mountain View come a un'azienda che nel corso della sua vita ha fatto numerosi passi falsi. Eppure, è così: magari poco pubblicizzati, ma ci sono una miriade di progetti sui quali Google ha investito tempo e denaro ma che si sono rivelati poi un vero e proprio flop.

La maggior parte è portata a pensare a Google+, la piattaforma social che Mountain View ha provato a lanciare e poi a rilanciare per diverso tempo, ma che quest'anno ha deciso di chiudere a causa di alcuni problemi di sicurezza informatica. In realtà, Google+ non è stato l'unico progetto targato Big G ad aver chiuso i battenti per lo scarso successo. Anzi, la lista è ampia. Pensiamo per esempio a Google Inbox, Google Reader oppure a Orkut. Nei suoi vent'anni di storia Google ha dato tanto al mondo della tecnologia ma alle volte non ha capito alla perfezione le necessità dei suoi utenti.

 

Google Plus

 

Per realizzare applicazioni efficaci come Gmail oppure per diventare uno dei punti di riferimento nel settore dei sistemi operativi mobile e delle intelligenze artificiali, Google ha dovuto sperimentare tanto e provare numerosi dispositivi e servizi innovativi non sempre molto funzionali. Ecco allora una lista dei peggiori progetti mai realizzati nella sua storia da Google. Perché anche le grandi aziende ogni tanto fanno flop.

Google Inbox

 

 

Inizialmente, era stata presentata come una versione avanzata di Gmail: una nuova casella di posta in arrivo (Inbox, per l'appunto) che avrebbe dovuto facilitare la gestione delle email sfruttando anche algoritmi di intelligenza artificiale. Quest'anno, dopo che l'esperimento non è mai decollato troppo, Google ha annunciato che Inbox verrà definitivamente cancellata, anche se con i suoi svariati milioni di utenti non possiamo definirla esattamente un fallimento. Certo, forse non è mai stata la miglior applicazione di sempre in fatto di posta elettronica ma il successo di Gmail passa anche dagli esperimenti fatti da Google su Inbox.

Google Reader

Vi ricordate di Google Reader? La maggior parte di voi sicuramente no, a meno che non siate degli appassionati di blog. Si tratta di un aggregatore feed atom ed RSS accessibile via web che dava modo di leggere aggiornamenti dai blog in modalità online o offline. Dal 2005 e per un po' di anni è stato uno degli strumenti più utilizzati per la lettura delle notizie tramite RSS. Nel corso degli anni, però, le abitudini degli utenti sono cambiate e, complice anche la comparsa degli smartphone, i feed RSS hanno progressivamente perso importanza. Nel 2013, visti i numeri, in calo Google ha deciso di chiudere per sempre il progetto.

Orkut

 

Orkut

 

Google aveva tra le mani un social media un mese prima del lancio ufficiale di Facebook, e forse in un mondo parallelo tutti usano questa piattaforma invece che quella di Mark Zuckerberg. Ma in questo mondo Orkut non ha avuto il successo sperato da Mountain View e dal suo ideatore, l'ingegnere Orkut Büyükkökten. Prima di finire nel dimenticatoio, Orkut offriva agli utenti la possibilità di fare amicizia e condividere contenuti e aggiornamenti di stato. Vi ricorda il primissimo Facebook? E in effetti era incredibilmente simile. Un'interfaccia grafica meno accattivante di Facebook e meno intuitivo nell'uso quotidiano, Orkut non è riuscito a contrastare adeguatamente la crescita della piattaforma ideata da Mark Zuckerberg. La sorte di Orkut fu invece opposta e una delle prime piattaforme social di Big G finì presto nel dimenticatoio.

Google Answers

Se stai pensando a Yahoo Answers sei fuori strada ma non di molto. Anche Google infatti creò un suo sistema di risposta pubblica alle domande di qualsiasi genere postate in Rete dagli utenti. Google Answers fece il suo esordio nel 2002, con una grossa differenza rispetto a Yahoo, le domande avevano un prezzo. Esatto, si poteva fare qualsiasi tipo di domanda ma siccome la risposta era affidata solo ad un team di esperti bisognava pagarla fino a 200 euro. Internet era diverso all'epoca ma la gente non era disposta nemmeno allora a spendere una cifra simile per avere una riposta. E infatti il progetto venne accantonato presto.

 

15 novembre 2018

A cura di Cultur-e
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