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Quanto tempo dura una Unità a Stato Solido (SSD)?

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Quanto tempo può durare un’Unità a Stato Solido (SSD) e quando bisogna sostituire il componente. La guida per capire lo stato di salute della memoria del PC

mani che sostituiscono HDD con SSD Shutterstock

Una Unità a Stato Solido (SSD) rappresenta la naturale evoluzione del classico Hard Disk (HDD) in dotazione su buona parte dei PC nel mondo e, fino a poco tempo fa, unica tecnologia per l’archiviazione su larga scala. 

Naturalmente i vantaggi e i benefici dell’introduzione di questo nuovo sistema sono molteplici e, nonostante i costi ancora abbastanza elevati, scegliere un SSD (interno o esterno) al posto di un HDD è la soluzione perfetta per avere un computer più veloce e affidabile. 

Tuttavia, secondo alcuni studi recenti, uno dei problemi che affligge le Unità a Stato Solido riguarda la conservazione dei dati per un lungo periodo. Sembra infatti che queste unità siano più suscettibili all’influenza del tempo che passa, portando gradualmente alla perdita delle informazioni che contengono. 

Scopriamo quanto tempo dura un SSD.

Differenze tra HDD E SSD

Componenti HDD e SSD

Credits Shutterstock

La differenza sostanziale tra queste due tecnologie sta nel meccanismo di funzionamento: le Unità a Stato Solido memorizzano i dati all’interno di memorie flash con un processo totalmente digitale. Le informazioni sono registrate su delle celle di memoria che sono in grado di mantenere la carica elettrica anche per tempi piuttosto lunghi. 

Questo consente di avere un minor dispendio di energia e, grazie a componenti completamente digitali, sarà possibile avere dispositivi più leggeri e meno suscettibili agli sbalzi termini. Ovviamente, eliminando completamente la parte meccanica, questi dispositivi risulteranno anche molto più veloci.

Stando a questo, a livello teorico un SSD potrebbe durare almeno 10 anni, a patto che venga mantenuto in condizioni ideali e, in caso di dispositivi esterni, venga riposto con cura e senza essere alimentato. Tuttavia anche in questo modo gli SSD possono subire danneggiamenti dovuti ad errori di scrittura che a lungo andare potrebbero rendere inaccessibili i dati al suo interno.

Gli HDD, invece, funzionano con un procedimento meccanico che si sviluppa tramite la rotazione dei dischi al suo interno che vengono letti e scritti da una testina magnetica. Questo sistema oltre ad essere molto più dispendioso in termini energetici produce anche maggiori quantitativi di calore e, naturalmente, rende il dispositivo estremamente pesante e rumoroso.

Secondo i produttori gli HDD tradizionali, potrebbero essere letti e scritti all’infinito anche se dopo un certo periodo di utilizzo (costante) le parti meccaniche interne tenderanno a deteriorarsi fino a portare alla rottura del dispositivo. 

A questo punto è facile capire che quando si parla di HDD e SSD non è possibile determinare regole standard sulla durata della loro vita che per ovvie ragioni può essere estremamente variabile e suscettibile a diversi fattori esterni, primo fra tutti la modalità di utilizzo e conservazione.

Quanto durano realmente gli SSD

scheda SSD

Credits Shutterstock

Un tipico SSD potrà essere utilizzato per molti anni (considerando un uso domestico) prima che i dati al suo interno inizino irrimediabilmente a deteriorarsi.

Naturalmente è impossibile definire la durata esatta e, secondo i fornitori, per avere un’idea delle condizioni della propria Unità a Stato Solido si può prendere in esame uno di questi tre fattori: l’età del dispositivo, il quantitativo di dati scritti al suo interno nel tempo e, infine, la quantità di dati scritti sull’unità in un periodo di riferimento, ad esempio utilizzo giornaliero, settimanale e così via. 

Scegliendo una di queste alternative sarà possibile (a grandi linee) avere un’idea generale sullo stato di salute dell’SSD, aiutando l’utente a ipotizzare quanto impiegherà il dispositivo prima di rompersi. Come già detto non è una valutazione precisa e non si potrà in alcun modo prevedere con precisione quando sarà ora di cambiare il proprio SSD, per questo è sempre consigliabile avere a disposizione una copia di backup di tutti i dati più importanti.

Gli studi in materia

due hard disk esterni collegati al pc

Credits Shutterstock

Ci sono stati diversi studi che, nel tempo, hanno cercato di dare una risposta alla domanda quando tempo dura un’Unità a Stato Solido e, tra i più noti, quello pubblicato da Google con l’Università di Toronto.

Secondo questa ricerca, più che la quantità di dati archiviati o la frequenza con cui si utilizza un SSD, è l’età fisica il principale indicatore del suo stato di salute. Oltretutto dall’analisi è emerso anche che da quando Google ha introdotto le Unità a Stato Solido sono state sostituite molto meno spesso rispetto ai dischi rigidi convenzionali, con un rapporto di circa uno ogni quattro.

Purtroppo, però, negli SSD l’Università di Toronto ha riscontrato errori gravi molto più frequenti, con un tasso di rotture, blocchi e danneggiamenti decisamente più elevati rispetto a un classico HDD. 

In conclusione lo studio ha accertato che in un ambiente di lavoro più stressante e con tempi di lettura più veloci, gli SSD dureranno più a lungo dei dischi rigidi, ma saranno più suscettibili a errori gravi e il numero di “malfunzionamenti” tenderà ad aumentare con l’età del dispositivo.

Tra gli altri studi più interessanti in materia anche quello pubblicato da Facebook che ha esaminato la durata degli SSD utilizzati nei suoi data center aziendali. 

I risultati si sono concentrati sulle condizioni ambientali giungendo alla conclusione che lavorare per un tempo prolungato a temperature elevate, può ridurre drasticamente la vita di un SSD. Lo studio ha anche evidenziato che un’Unità a Stato Solido non si guasta dopo i primi errori gravi rilevati, come accade per gli HDD ma, anzi, è probabile che duri molto più a lungo.

Naturalmente, tutti questi studi hanno preso in esame casi davvero limite con applicazioni da data center. Ovviamente un SSD per uso domestico non si avvicinerà neanche lontanamente a quel tipo di stress subito dai dispositivi analizzati, per cui i risultati potrebbero non essere attendibili in questo senso.

Quando cambiare il proprio SSD

mani di uomo che sostituiscono SDD

Credits Shutterstock

Osservando queste analisi è chiaro che possano risultare allarmanti, spingendo l’utente a prendere provvedimenti al riguardo e, eventualmente, provvedere alla sostituzione del proprio SSD (interno o esterno) entro un paio di anni di utilizzo.

Tuttavia, come specificato, queste analisi riguardano i data center e Unità a Stato Solido che hanno subito fortissimi stress, dovuti ovviamente a un utilizzo costante e a ritmi elevatissimi.

In poche parole, per raggiungere il quantitativo di dati archiviati da una big tech come Google o Facebook, il consumatore medio dovrebbe utilizzare il proprio computer ininterrottamente, giorno e notte, almeno per un decennio o forse anche più. Appare chiaro che nessuno potrà mai arrivare (con un utilizzo casalingo) a questi livelli, per cui è evidente che la vita di un SSD possa andare decisamente oltre rispetto a questi pronostici. In sintesi, con buone possibilità, quando arriverà il momento di sostituire il componente in questione, probabilmente sarà il momento di acquistare un nuovo computer.

Questo non vuol dire che l’SSD sia eterno e, anzi potrebbe essere soggetto agli stessi problemi a cui potrebbero andare incontro le altre periferiche del PC, per cui è sempre consigliabile eseguire backup frequenti dei propri dati, se possibile utilizzando un'unità esterna o il cloud.

Per saperne di più: Il computer: come è fatto, come funziona, come migliorarlo

A cura di Cultur-e
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