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PizzaGPT, cos'è e come funziona la risposta italiana al blocco di ChatGPT

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Mentre OpenAI è intenzionata a collaborare col Garante Privacy per ripristinarne quanto prima l’accesso a Chat GPT, da un italiano all’estero arriva PizzaGPT

chatbot Shutterstock

Solo qualche giorno fa il Garante della Privacy ha disposto l’arresto immediato di ChatGPT in Italia, accusando OpenAI di aver raccolto e conservato illecitamente dati personali e di non aver dotato la piattaforma di sistemi per la verifica dell’età degli utenti. Ne è derivato un forte turbamento che ha scosso il Paese e si sta facendo sentire in tutto il mondo.

Gli utenti più scaltri hanno già individuato diverse strategie per aggirare il blocco di Chat GPT e continuare a utilizzarlo senza alcun problema. Ma ora in soccorso arriva un’alternativa 100% italiana che permette di adoperare lo stesso chatbot di OpenAI senza incorrere in vincoli di alcun tipo. Stiamo parlando di PizzaGPT.

Arriva il clone italiano di ChatGPT

PizzaGPT

Credits PizzaGPT

Dal 1 aprile risulta impossibile conversare con Chat GPT e sarà così fino a quando l’organizzazione no-profit statunitense non risolverà la questione con il Garante per la Protezione dei Dati Personali e ripristinerà l’accesso a tutta la popolazione. Ma in quattro e quattr'otto un cittadino italiano residente all’estero si è rimboccato le maniche e ha creato una variante accessibile agli italiani.

Come si legge in un post pubblicato su ycombinator, Il software engineer italiano spiega che l’idea è nata una volta letta la notizia della sospensione di ChatGPT in Italia e dalla convinzione che l’intelligenza artificiale, in quanto strumento rivoluzionario, dovrebbe essere disponibile a chiunque, allo stesso modo in cui lo è stato Internet.

Nelle FAQ di PizzaGPT l’ingegnere definisce “stupida e controproducente” la decisione di OpenAI di precludere l'accesso a Chat GPT agli Italiani. Infatti, l'Italia non può permettersi di restare indietro e l’IA è sicuramente una tecnologia che può aiutare il Paese a crescere.

Come si comporta PizzaGPT

PizzaGPT non è altro che unclone di ChatGPT, disponibile tramite il sito web dedicato (https://www.pizzagpt.it/), che si serve di Nuxt 3, Tailwind, DaisyUI e l’API turbo-3.5 di OpenAI per chattare con gli utenti. Le risposte dovrebbero avvicinarsi a quelle normalmente restituite dall’IA “ufficiale” nella versione gratuita di Chat GPT.

Lo sviluppatore ha spiegato che gli ci sono volute circa un paio di ore per la codifica. Per questo motivo, ed è lui stesso a mettere in guardia gli utenti, i bug potrebbero essere dietro l’angolo.

Intanto, nel caso si voglia sostenere il progetto e mantenere il servizio online anche con una quantità importante di richieste contemporanee, c’è la possibilità di “donargli una pizza” mediante l’apposito pulsante.

Che ne sarà, ancora non si può dire. Ma sicuramente, per quanto embrionale sia, PizzaGPT sta piacendo agli utenti: attualmente in migliaia si stanno rivolgendo al chatbot e le donazioni non faranno che coprire le spese e mantenere attivo il progetto.

A cura di Cultur-e
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