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La storMac: la storia, i successi e i fallimenti del celebre computer Appleia del Mac

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Il primissimo Macintosh viene lanciato nel 1984, mentre i laptop Apple, MacBook, MacBook Air e MacBook Pro sarebbero arrivati soltanto nel Nuovo Millennio

Apple Shahid Jamil/Shutterstock

Al giorno d’oggi è difficile pensare ad appassionati di tecnologia che non abbiano mai sentito nominare nomi quali Mac o Apple. Per non parlare poi della notorietà internazionale di una figura come quella di Steve Jobs.

Eppure non tutti conoscono davvero la storia del primo Macintosh o del sistema operativo macOS. Così come non immaginano gli anni di difficoltà che avrebbero preceduto la produzione degli amatissimi MacBook, MacBook Air e MacBook Pro

La nascita del primo Mac Apple

Macintosh

Audio und werbung/Shutterstock

Il primo Mac Apple viene prodotto ufficialmente il 24 gennaio 1984. Ma per capire come si sia arrivati a tale risultato è sicuramente utile tornare di qualche anno indietro

Esattamente dieci anni prima, il futuro cofondatore di Apple Steve Jobs lavorava a per Atari alla produzione di videogiochi, ma nel giro di pochi avrebbe deciso di lasciare l’azienda e di mettersi in proprio

La Apple viene fondata il 1° aprile 1976 da Jobs, il suo vecchio collega in Atari Ronald Wayne e l’informatico Steve Wozniak, ex Hewlett-Packard.

Sempre nel 1976 la neonata Apple inizia a vendere il suo primo computer Apple 1, che sarebbe stato venduto principalmente all’Homebrew Computer Club: un circolo di appassionati di nuove tecnologie, che, nel corso degli anni, avrebbe annoverato diversi informatici di fama internazionale

Dopo l’ingresso in Borsa, Apple sviluppa il suo primo Macintosh con sistema operativo nativo

Il vero salto che avrebbe reso possibile la nascita del Macintosh avviene però tra il 1977 e il 1980. In questi anni infatti Apple vende quasi un milione di dollari di computer Apple II e, soprattutto, viene quotata in Borsa, raggiungendo in nemmeno un mese una quotazione da quasi due miliardi di dollari

Gli introiti di cui sopra si sarebbero rivelati fondamentali per lo sviluppo di un nuovo personal computer con sistema operativo proprietario a interfaccia grafica. Il primo esemplare di quello che ancora oggi è noto come Mac Apple

Il paradosso è che Macintosh, all’epoca della sua presentazione, venne pensato come una sorta di alternativa economica a un altro microcomputer su cui Steve Jobs era al lavoro. Il riferimento è a Apple Lisa, che però si sarebbe rivelato un clamoroso fallimento commerciale.

Al contrario Macintosh venne recepito in maniera positiva dal pubblico sin dal suo esordio e ancora oggi viene ricordato per diverse scelte rivoluzionarie

A partire dal lavoro sulle icone e i font, fino ad arrivare alla possibilità di visualizzare finestre sovrapposte su livelli differenti. Senza dimenticare che proprio il Macintosh Apple fu uno dei primi computer a ospitare i celebri programmi MicrosoftWord ed Excel

I Mac Apple senza Steve Jobs

Mac

RodrigoEM/Shutterstock

Gli appassionati di Storia e tecnologia sanno bene che nel 1985 Steve Jobs comunicò ad Apple le sue dimissioni irrevocabili. Probabilmente a seguito di una riduzione di poteri e responsabilità mai accettata fino in fondo. 

Ma l’azienda non si ferma e, nel giro di pochi mesi, presenta il secondo computer della famiglia Macintosh. Una specie di aggiornamento del primo Mac Apple, che però quadruplica la RAM dell’originale, portandola a 512 Kb.

Tra gli altri elementi distintivi di Macintosh 512K è possibile citare l’integrazione con la stampante proprietaria LaserWriter: un celebre esempio di prodotti Apple molto poco noti al grande pubblico. Ma anche i primi esperimenti di software nativi, come ad esempio MacPaint e MacWrite

Proprio in questi anni il Mac Apple inizia ad affermarsi come il computer ideale per il cosiddetto desktop publishing: attività e professioni che spaziano dalla grafica e la grafica pubblicitaria all’editoria

Ciononostante le vendite complessive di Macintosh continuavano a non essere sufficienti. Il problema principale, a detta di diversi esperti del settore, stava nel rapporto tra qualità e prezzo del prodotto. 

Macintosh 512 veniva percepito come troppo costoso per la potenza di calcolo che offriva. Al contrario i PC Windows iniziavano a farsi strada anche nel mercato dei non addetti ai lavori

I Mac Apple nel Nuovo Millennio

MacBook

Krisda/Shutterstock

Il ritorno in Apple di Steve Jobs nel 1997 segna l’inizio di una nuova era per il Mac. Sia dal punto di vista di hardware e software, che da quello di marketing e comunicazione

Nel giro di pochi mesi vengono lanciati il primo iMac e il primo Apple Store. Da una parte Jobs propone un avveniristico modello di computer all-in-one, in cui le diverse componenti sono racchiuse all’interno di un unico telaio. 

Dall’altra ha l’intuizione di creare una catena di negozi dedicata esclusivamente alla vendita di prodotti Apple. Un’idea vincente, che si traduce rapidissimamente in oltre 500 punti vendita aperti in tutto il mondo.

Il Nuovo Millennio è quello in cui Apple entra prepotentemente nella cultura pop internazionale e in cui Steve Jobs inanella un successo dopo l’altro: a partire dal lettore di musica digitale iPod, fino ad arrivare al telefono cellulare iPhone

Nel Nuovo Millennio Steve Jobs lancia i nuovi modelli di laptop Apple MacBook, MacBook Air e MacBook Pro

Parallelamente i Mac vengono ripensati e adattati alle nuove esigenze di mobilità degli utenti. Si arriva così al primo modello di MacBook nel 2006, basato su processore Intel Core Duo

E ai più specifici MacBook Air e MacBook Pro: da una parte un dispositivo all’insegna di leggerezza e versatilità, dall’altra un prodotto che punta soprattutto sulla potenza di calcolo

Nonostante un market share fondamentalmente ridotto, Apple trova la sua dimensione ideale. I Mac e i MacBook si rivolgono a una fascia corrispondente a circa il 10% dei consumatori e i diversi prodotti vanno a soddisfare miratamente esigenze specifiche

Si arriva così al trentennale celebrato nel 2014 e a un decennio fatto di grandi successi commerciali, ma anche di piccole, grandi ombre dal punto di vista produttivo. 

È il caso ad esempio della tastiera a farfalla, che costringe Apple a rimborsare i suoi utenti per un totale di quasi 50 milioni di dollari. Ma anche della touch bar, accolta con una certa perplessità tanto dai consumatori quanto dagli esperti del settore.

Per saperne di più:

A cura di Cultur-e
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