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Huawei si distacca da Linux e prepara un kernel proprietario per HarmonyOS

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Grandi novità in casa Huawei, il colosso cinese si è distaccato totalmente dalla “tecnologia americana” sviluppando un nuovo kernel per il suo sistema operativo

Huawei HarmonyOS RaffMaster/Shutterstock

Buone nuove per i possessori (o i futuri possessori) di smartphone a marchio Huawei: l’azienda cinese ha portato sul mercato una nuova versione di HarmonyOS chiamata Next, che si distacca completamente dal kernel Linux (alla base anche di Android), a beneficio di un kernel proprietario.

Molti i cambiamenti in arrivo per il colosso della tecnologia che, dopo aver riportato sul mercato un processore proprietario (nonostante il Ban degli USA), punta anche a un nuovo sistema operativo, pronto a sfruttare al meglio le potenzialità degli smartphone del brand.

Cosa sappiamo di HarmonyOS Next

Come ben noto HarmonyOS è nato da “una costola” di Android e ha caratterizzato i prodotti Huawei sin dal 2019, quando Google ha lasciato gli smartphone del brand cinese dopo le controversie col governo degli Stati Uniti.

Da allora le cose sono cambiate e, un pezzo alla volta, Huawei ha modificato completamente il suo sistema operativo, allontanandolo (quasi) completamente dal passato e ricreando a poco a poco tutti i vari elementi del puzzle con tecnologie e software proprietari.

Con l’arrivo di HarmonyOS Next, quindi, l’azienda cinese ha detto addio all’ultimo componente del vecchio sistema operativo, sostituendo il kernel di Linux utilizzando anche da Android, con una versione proprietaria che, secondo le prime indicazioni, è ottimizzato per sfruttare al meglio l’hardware e il software a marchio Huawei, primi fra tutti i nuovi processori Kirin.

Oltretutto il nuovo software perde anche la compatibilità con tutte le applicazioni dell’ecosistema Android (APK inclusi) per ripiegare su un sistema di sviluppo chiamato HAP.

Dalle prime dichiarazioni rilasciate dal CEO dell’azienza, Richard Yu, il nuovo kernell è circa tre volte più efficiente con i device prodotti da Huawei e non si appoggia più a nessuna tecnologia americana, come a voler ulteriormente sottolineare il distacco tra il colosso cinese e gli Stati Uniti, principali responsabili del ban (e dei successivi crolli) dell’azienda.

Oltre a questo, l’arrivo di tutte queste novità in casa Huawei non può che essere un sintomo evidente della ripresa del colosso cinese che, stando ai dati condivisi, in Asia sta crescendo a dismisura tornando, forse, ai vecchi splendori.

Quale futuro per Huawei

Come appena detto negli ultimi anni Huawei ha ottenuto risultati davvero notevoli, soprattutto se pensiamo che gli sono stati preclusi mercati decisamente importanti, come quello degli USA.

Non si può negare quindi che l’azienda abbia fatto dei passi da gigante in tema di innovazione, partendo dal grande svantaggio tecnologico dettato dal Ban che ha allontanato dal colosso tantissime soluzioni hardware di nuova generazione.

Si può dunque dire che, nel giro di pochissimi anni, Huawei ha troncato ogni rapporto con l’occidente, conquistando (di nuovo) una grande autonomia tecnologica che non ha nulla da invidiare alla “nostra”.

Di recente, addirittura, ha visto la luce un’intelligenza artificiale proprietaria chiamata Pangu con un sofisticatissimo LLM pronto a sfidare i colossi del settore come ChatGPT.

Insomma le innovazioni in casa Huawei non mancano e l’arrivo di nuovi device e nuove tecnologie non fa che confermare il grande impegno del colosso nel riconquistare gli utenti perduti, partendo ovviamente dalla Cina.

Non è ancora chiaro se il successo potrà essere o meno globale, così come non è sicuro che l’azienda sia davvero interessata a un’espansione del genere o se punti a diventare un nuovo punto di riferimento per i consumatori asiatici.

L’unica certezza al riguardo è che le idee non mancano e nemmeno la volontà e le competenze per realizzarle.

Per saperne di più: Linux, caratteristiche e distribuzioni

A cura di Cultur-e
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