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Il vibe coding è il futuro, o è un pericolo che stiamo sottovalutando?

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Programmare con l’IA permette anche agli utenti meno esperti di ottenere risultati importanti, ma ci sono rischi concreti da tenere in considerazione

programmazione Shutterstock

In Breve (TL;DR)

  • L'intelligenza artificiale sta rivoluzionando la programmazione attraverso il "vibe coding", consentendo a persone senza competenze informatiche avanzate di creare software.
  • Il vibe coding offre vantaggi come la semplificazione della programmazione e lo sblocco del talento creativo, ma porta anche rischi come la creazione di programmi non funzionanti e non sicuri.
  • Nonostante le potenzialità del vibe coding, è importante considerare la necessità di una supervisione umana per valutare la qualità e la sicurezza dei risultati generati dall'intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando la stragrande maggioranza dei lavori che rientrano nel settore terziario e la programmazione non fa eccezione. Si pensi in tal senso al vibe coding, ovvero l’abitudine, in fortissimo sviluppo, di programmare con l’IA.

Grazie al vibe coding tantissime persone sprovviste di competenze informatiche avanzate sono oggi in grado di dare forma a un’idea: di dialogare con tool di intelligenza artificiale generativa e chiedere loro di sviluppare l’app che hanno in mente. 

Al tempo stesso la crescita esponenziale di una programmazione fatta esclusivamente con l’IA ci espone a una serie di rischi: uno su tutto la proliferazione di programmi non funzionanti e non sicuri

Cos’è e come nasce il vibe coding

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Shutterstock

Il termine “vibe coding” viene utilizzato per indicare tutte quelle attività di programmazione che passano attraverso tool di intelligenza artificiale e che dunque non richiedono alcun genere di competenza tecnica all’utente. 

Ricorrere al vibe coding significa dunque programmare con un’IA ricorrendo ai prompt e al linguaggio naturale: ad esempio chiedendo a ChatGPT di generare del codice, o addirittura di sviluppare software. 

Il vibe coding sembra dunque la perfetta evoluzione delle parole del co-fondatore di OpenAI Andrej Karpathy, che nel gennaio 2023 provocava la platea internazionale su X dichiarando che, a breve, il linguaggio di programmazione del momento sarebbe stato “la lingua inglese”. 

Il vibe coding permette anche agli utenti meno esperti di programmare con l’IA, a partire da semplici idee o “vibes”.

La combinazione di parole vibe coding può essere quindi intesa quasi nel suo significato più letterale: oggi infatti è possibile programmare codice a partire da semplici “vibes”, ovvero da un’idea piuttosto vaga del tipo di risultato che si vuole ottenere. 

Ricostruire una storia del vibe coding che permetta di arrivare a una sua data di creazione o di ufficializzazione è molto complesso, per via dei diversi ambiti in gioco e in relazione. 

Intelligenza artificiale, machine learning, pensiero computazionale, reti neurali, ma anche programmazione e informatica… Questi sono soltanto alcuni dei campi del sapere la cui evoluzione ha reso possibile quello che ora viene definito come vibe coding. 

Allo stesso tempo è innegabile che siano le più recenti evoluzioni dei tool basati su IA generativa ad avere reso possibile il vibe coding così come viene inteso: strumenti come il sopracitato ChatGPT di OpenAI, come Gemini di Google o Copilot di Microsoft. 

Quali sono i vantaggi del vibe coding

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Il vantaggio più immediato del vibe coding è, a ben vedere, il vantaggio più immediato che riguarda l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale generativa

Nel recente passato era semplicemente impensabile che un utente sprovvisto di competenze informatiche e di programmazione riuscisse a scrivere codice. Oggi invece tutti possono provare a programmare con una IA: è sufficiente accedere a un tool e iniziare a dialogare con un chatbot ricorrendo al linguaggio naturale. 

La barriera di ingresso abbattuta dal vibe coding è dunque paragonabile a quella che sta via via svanendo quando si parla di generazione di immagini o creazione di video e animazioni con l’IA. 

I sostenitori del vibe coding lodano la sua semplificazione della programmazione, considerandola parte di un processo in atto da anni.

Questa rivoluzione tecnologica, a livello potenziale, permette di sbloccare il talento di tantissime persone con un’ottima idea per un’app o un software, che però magari non avevano le competenze o le risorse per iniziare a svilupparlo in maniera più tradizionale. 

Bisogna poi considerare che la semplificazione della programmazione è un processo in atto da decenni. La comunità dei programmatori è passata dal codice macchina grezzo a linguaggi come Assembly. Per non parlare poi di evoluzioni come C o Python, la cui sintassi è già piuttosto vicina a uno spettro di comunicazione umano. 

Per questo motivo i sostenitori del vibe coding non vedono particolari controindicazioni nella proliferazione di questo nuovo linguaggio di programmazione, considerandolo come la nuova tappa di un percorso evolutivo probabilmente inarrestabile. 

Quali sono i pericoli del vibe coding

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Nonostante i pro descritti nei capoversi precedenti, programmare con una IA può creare diverse problematiche che vanno al di là dell’esperienza e le attività del singolo utente.

Per avere un’idea più chiara è sufficiente pensare che, una persona che ricorre al vibe coding, potrebbe non avere strumenti o nozioni di sorta per valutare la qualità del risultato che genera attraverso l’intelligenza artificiale. 

Nel caso in cui l’output sia un piccolo programma fai da te, il peggior pericolo in cui si può incappare è che il programma in questione non funzioni. Ma cosa succederebbe se la pratica del vibe coding venisse estesa anche in contesti lavorativi?

Il rischio è che il web inizi a venire popolato da app o software realizzati senza effettiva cognizione di causa, che potrebbero presentare non solo malfunzionamenti, ma anche e soprattutto falle di sicurezza informatica.

Le persone prive di competenze che ricorrono al vibe coding, rischiano di creare output non funzionanti e non sicuri, senza neanche rendersene conto. 

Chiunque abbia fatto un numero sufficiente di esperienze di interazione con chatbot di IA generativa sa che anche il tool più preciso può commettere errori in maniera totalmente inconsapevole. 

Quando si crea un programma, bisogna considerare centinaia, se non addirittura migliaia di righe di codice: questo significa un numero enorme di operazioni da fare con l’intelligenza artificiale, ciascuna delle quali potrebbe provocare un errore più o meno pesante e visibile

Per questo motivo è difficile pensare a un’evoluzione del vibe coding che elimini in toto la necessità di un programmatore. In altre parole è consigliabile la presenza di (almeno) un elemento umano, sufficientemente preparato, all’interno della catena. 

Al tempo stesso è probabile che il vibe coding sposterà il focus delle attività di un programmatore. Ad esempio, l’energia precedentemente messa nella scrittura manuale di codice, potrebbe venire traslata verso il controllo e il debug di codice generato con l’IA. 

Per saperne di più: I linguaggi di programmazione più usati

Domande frequenti (FAQ)

  • Cos'è e come nasce il vibe coding?
    Il termine 'vibe coding' indica l'attività di programmazione che passa attraverso tool di intelligenza artificiale, permettendo a chiunque di programmare senza competenze tecniche.
  • Quali sono i vantaggi del vibe coding?
    Il vantaggio principale del vibe coding è la possibilità per chiunque, anche senza competenze informatiche, di scrivere codice grazie all'IA, sbloccando il talento di molte persone con idee innovative.
  • Quali sono i pericoli del vibe coding?
    I pericoli del vibe coding includono la creazione di programmi non funzionanti o non sicuri da parte di utenti privi di competenze, con possibili conseguenze negative in termini di sicurezza informatica.
  • Come si evolvono i tool basati su IA generativa?
    Gli strumenti come ChatGPT di OpenAI, Gemini di Google o Copilot di Microsoft hanno reso possibile il vibe coding, consentendo agli utenti di dialogare con l'IA per generare codice o sviluppare software.
A cura di Cultur-e
Addestramento IA non consentito: É assolutamente vietato l’utilizzo del contenuto di questa pubblicazione, in qualsiasi forma o modalità, per addestrare sistemi e piattaforme di intelligenza artificiale generativa. I contenuti sono coperti da copyright.
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