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Bing potenziato con ChatGPT, l'annuncio è ufficiale

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Microsoft ha rivelato la nuova versione di Bing con integrata l’intelligenza artificiale alla base di Chat GPT. Vediamo come funzione e quando sarà disponibile

Bing monticello / Shutterstock.com

Bing, il celebre motore di ricerca di Microsoft, sta per ottenere un nuovo aggiornamento che sarà caratterizzato dall’intelligenza artificiale che sta alla base di ChatGPT.

A dare l’annuncio Satya Nadella, CEO dell’azienda, che durante l’evento di presentazione ha parlato di questo ambizioso progetto, definendolo come un cambiamento epocale per le ricerche sul web, sempre più influenzate dall’intelligenza artificiale e dalle sue infinite possibilità.

Vediamo come sarà la prossima versione di Bing.

Come funziona il nuovo Bing

L’evoluzione di Bing si basa su un modello di linguaggio chiamato Prometheus, che risulterà molto più potente e versatile rispetto a ChatGPT e sarà ottimizzato per le ricerche sul web.

Oltretutto sembra anche che il nuovo sistema potrà sfruttare dati molto più recenti, inglobando al suo interno informazioni molto più fresche rispetto a quelle di ChatGPT che sarebbero vecchie più di un anno.

La prima versione demo del prossimo Bing è già disponibile e presenta al suo interno la piena integrazione con l’intelligenza artificiale di OpenAI in due forme distinte: quella Search che rappresenta la classica modalità di ricerca ma potenziata dall’AI di cui sopra. E quella Chat, che risulta molto più simile a ChatGPT ma che non è ancora disponibile per il pubblico, anche se è possibile iscriversi alla lunghissima lista d’attesa per effettuare una prima prova.

Dalle prime indiscrezioni Chat, sembra che sarà raggiungibile dalla sinistra dello schermo e sarà disponibile tramite un’estensione per il motore di ricerca di Bing. Su smartphone, invece, occorrerà scaricare l’applicazione ufficiale Bing Search, disponibile per Android e iOS. 

Per il momento non sono state rivelate altre informazioni al riguardo e, come appena detto, per saperne di più bisogna iscriversi alla lista d’attesa per un primo “giro di prova”.

La funzione Search e stata rivelata e resa disponibile con una demo già ampiamente esplorata dagli esperti del settore.

Dalle prime dichiarazioni, sembra che il suo funzionamento non sia poi così diverso da quello di un motore di ricerca “classico”, che sfrutta il potere dell’intelligenza artificiale per attingere alle informazioni da mostrare all’utente, prendendole da siti ritenuti affidabili.

La vera differenza sta nel fatto che, al posto delle pagine, verrà mostrato un testo di senso compiuto che aiuterà gli utenti a trovare la migliore risposta possibile al loro quesito. Nel suddetto testo sarà possibile trovare anche la lista delle fonti, consultabili come se fossero un qualsiasi sito web.

L’interfaccia del nuovo Bing metterà sulla sinistra la visualizzazione classica a cui siamo abituati mentre il testo dell’AI sarà posizionato a destra, insieme alle fonti e allo spazio per valutare il contenuto generato.

Stando a quanto detto durante l’evento Microsoft, sembra che l’azienda abbia in programma anche il lancio di una versione di Edge con già integrate le nuove funzioni di Bing. 

Cosa cambia per gli utenti

Prima dell’annuncio di Microsoft, Bing non è mai stato troppo gettonato tra gli internauti che hanno sempre preferito utilizzare Google.

Tuttavia con questa nuova integrazione con ChatGPT, le cose potrebbero cambiare repentinamente. Tanto è vero che Google è subito corso ai ripari annunciando la sua controproposta sull’argomento chiamata Google Bard. 

Ma, nonostante il grande entusiasmo iniziale, l’arrivo di queste tecnologie pone molti dubbi su questioni relative al diritto d’autore e alla veridicità di quanto scritto dall’intelligenza artificiale.

La prima questione in sospeso riguarda la consultazione delle fonti: se Bing o chi per lui fornirà un testo di senso compiuto per rispondere alla ricerca dell’utente, difficilmente qualcuno andrà a guardare da dove proviene l’informazione.

La seconda questione, invece, è quella che riflette sull’affidabilità (o l’inaffidabilità) dei contenuti prodotti dagli algoritmi di OpenAI. La domanda che tutti si pongono è se davvero questi strumenti sapranno distinguere tra un’informazione importante e una che non lo è e se, soprattutto, sapranno dare la stessa veridicità e attendibilità che si otterrebbe mediante una ricerca tradizionale mista a un po’ di sano spirito critico da parte di chi interroga il web.

Al momento, non sono ancora stati forniti chiarimenti al riguardo ma in molti già si chiedono se queste intelligenze artificiali saranno realmente in grado di migliorare l’esperienza di ricerca sul web o se si dimostreranno solo una soluzione superficiale e generalista.

A cura di Cultur-e
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