Bisognerebbe coniare una nuova definizione per titoli come Terra Nil, inaugurare una nuova categoria in cui inserirlo insieme a tutti gli altri che ci auguriamo arrivino numerosi in futuro. Del resto city builder è una categoria autoesplicativa, che chiarisce subito scopo e dinamiche del gioco, ma sta stretta e calza male su un gioco che intende rappresentare il cambiamento di paradigma che sta avvenendo. Non semplice costruzione, ma edificazione di un mondo sostenibile, per un cambiamento che deve avvenire nel pianeta a velocità sempre maggiore, per il bene nostro e del pianeta stesso.
Terra Nil è creato come un city builder, ma non è un city builder.
Anzi, se con city builder identifichiamo un gioco che consente di immaginare e costruire una città, con industrie, grandi spazi commerciali, auto e mezzi inquinanti di vario tipo, beh Terra Nil va esattamente in direzione contraria.
L'esistenza dei fynbos - che prosperano solamente in quella zona - è minacciata dall'uomo e dalle attività che sorgono intorno al Regno Floreale del Capo, e sono stati proprio i piccoli arbusti a dare al game designer Samuel Alfred e alle case di sviluppo Devolver Digital e Free Lives l'ispirazione per la genesi di Terra Nil, che rovescia il paradigma dei city builder in chiave ecologica e sostenibile.
"Ci sono tanti giochi che permettono di costruire città per le persone, ma questo non è un gioco sulle persone", ha detto Alfred riferendosi al fatto che i beneficiari dell'esperienza di gioco è solo indirettamente il genere umano, dal momento che il ripristino dell'ecosistema naturale sono temi di ecologia e sostenibilità ambientale che, al termine di un gran giro che coinvolge il pianeta, finiscono per riguardare ciascuno di noi.
Dietro Terra Nil c'è l'idea di riciclare edifici, costruzioni e mezzi non sostenibili, bonificando la zona per restituirla al legittimo proprietario, ossia la natura. Il gioco è entrato a far parte di Steam Next Fest, l'evento estivo organizzato dallo store digitale di Valve, dove la beta di Terra Nil è stata offerta gratuitamente attraverso Steam insieme ad altre centinaia di demo. Il risultato? È rimasto a lungo tra i tre titoli più scaricati. Un primo successo che avrà seguito, sperano gli sviluppatori come i cultori di ecologia e sostenibilità, nel momento in cui sarà rilasciato. Ancora non esiste una data o un periodo di riferimento, ma è già noto, salvo ripensamenti, che uscirà solamente per PC.
Per farlo è necessario costruire qualche struttura, ma coerente con la filosofia di ecologia e sostenibilità che anima il gioco: bisogna realizzare ad esempio delle turbine eoliche, per produrre in modo sostenibile l'energia elettrica necessaria a mettere in moto pompe e irrigatori per i corsi d'acqua e per il terreno. Terminata questa fase iniziale, a patto che si sia curata la prima nel modo corretto e si siano quindi poste le condizioni per avere una vegetazione diffusa, Terra Nil ne propone una seconda, che riguarda il processo di bonifica.
La fase è chiamata sostegno della biodiversità e passa attraverso la creazione di zone umide e foreste, per avere le quali è necessaria una sorta di addebbiatura. Questo è lo spunto fornito dai fynbos , che per fiorire proprio come le foreste, hanno bisogno di un terreno ricco di quei minerali che gli incendi aiutano a ristabilire.
Fondamentale in Terra Nil, il city builder "al contrario", è la gestione del clima.
Le diverse regioni geografiche del pianeta hanno infatti esigenze differenti in termini flora e fauna, le quali vanno ripristinate in modo da assecondare il clima di quella zona e le peculiari biodiversità. La fase finaledel videogame prevede la creazione di un drone per abbandonare la zona bonificata e raggiungerne un'altra da cui ripartire. L'animo di Terra Nil è green fino in fondo: il drone infatti lo si costruisce con l'acciaio recuperato dagli edifici.