Un'opportunità da 19mila miliardi di dollari. Tanto dovrebbe valere entro il 2025, secondo una ricerca del 2014 targata Cisco, il mercato dell'Internet of Everything (abbreviabile anche in IoE e traducibile con "Internet del tutto"), evoluzione e implementazione dell'Internet of Things che, invece, affolla le cronache tecnologiche ormai da qualche anno (tanto da essere considerato da più parti come una delle tendenze hi-tech per il 2015). E se l'IoT è tutta una questione di dispositivi interconnessi, l'IoE punta a connettere (proprio come dice il nome) tutto ciò che esiste.
Secondo Cisco, il 99% delle persone e degli oggetti oggi presenti nel mondo non è connesso alla Rete né interconnesso tra loro. Ciò rappresenta, per ogni professionista che si occupa di networking a tutti i livelli, un capitale su cui investire con convinzione. Un patrimonio che si proverà a sfruttare in ogni modo e che dovrebbe andare a costituire la base dell'Internet of Everything. Sfruttando le continue evoluzioni dei mezzi di comunicazione e delle tecnologie utilizzate per connettersi alla Rete sarà possibile realizzare la più grande rete telematica mai vista.
L'IoE, dunque, può essere visto come un'implementazione dell'Internet of Things. Se in quest'ultimo caso a sfruttare la rete telematica per comunicare e scambiare dati sono solo ed esclusivamente dispositivi elettronici, l'IoE prevede l'interconnessione di dispositivi (smartphone, tablet, smartwatch, fitness tracker e wearale device in genere, televisori smart, elettrodomestici e altro), persone, processi e dati.
Alla base di tutto si troverà una rete intelligente, in grado di ascoltare, apprendere e rispondere per offrire nuovi servizi e funzionalità che garantiranno una maggiore sicurezza, semplicità e affidabilità nei settori più disparati.
In teoria, l'Internet of Everything potrà riguardare – e letteralmente rivoluzionare – ogni singolo aspetto della nostra vita e della nostra quotidianità. Dal lavoro all'attività fisica, dalla gestione del conto bancario agli spostamenti in auto o con i mezzi pubblici, l'IoE sembra non avere confini. Una volta a regime, infatti, si prevede che l'Internet of Everything sarà composto da oltre 50 miliardi di dispositivi che, andranno a formare una rete da milioni di miliardi di sensori capaci di registrare (e condividere) ogni singolo evento di cui siano testimoni.
Avendo le potenzialità per influire su qualunque settore produttivo, l'Internet of Everything porterà vantaggi economici non indifferenti. Come detto, secondo Cisco l'IoE produrrà nuovi investimenti per 19mila miliardi di dollari: di questi 4,5 mila miliardi di dollari deriverebbero da investimenti pubblici, mentre 14,5 mila miliardi di dollari sarebbero investiti da privati. Dei 14,5mila miliardi, 2,5mila miliardi sarebbero il frutto di un utilizzo più efficiente dei capitali finanziari; 2,5mila miliardi proverrebbero dal miglioramento delle condizioni lavorative e della produttività dei dipendenti; 2,7mila miliardi dall'eliminazione dei processi di produzione inefficienti; 3,7mila miliardi dal miglioramento dell'esperienza dei clienti all'interno dei punti vendita e da una maggiore fidelizzazione degli stessi; 3mila miliardi, infine, dai miglioramenti possibili nel settore della ricerca e sviluppo.
Nel settore pubblico, invece, l'Internet of Everything produrrà vantaggi a livello di produttività dei dipendenti pubblici (1,8 mila miliardi di dollari); controllo centralizzato delle risorse militari (risparmi per 1,5mila miliardi di dollari); miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini (circa 500 miliardi di dollari) e una riduzione generalizzata dei costi (740 miliardi di dollari).