Non solo film. Non solo animazione digitale. Non solo cinema. Non solo TV. La terza dimensione si può applicare benissimo anche alla fotografia. È sempre meno inusuale, infatti, trovare fotocamere digitali, anche compatte o bridge, in grado di scattare fotografie 3D, realizzando così immagini simili, se non proprio identiche, a quelle che siamo abituati a vedere nei cinema. Ma secondo quali principi è possibile realizzare una foto 3d? Esattamente gli stessi che hanno portato alla creazione della cinematografia in tre dimensioni.
Alla base di tutto c'è la stereoscopia, ovvero una particolare tecnica di realizzazione e visualizzazione di immagini (siano esse fotografie, disegni o filmati) che restituiscono l'illusione della tridimensionalità, pur essendo di fatto immagini bidimensionali. L'immagine stereoscopica, infatti, è realizzata a partire da due immagini dello stesso soggetto riprese da punti di vista differenti (solitamente distanti l'uno pochi centimetri dall'altro). Queste due immagini vengono poi ricombinate nel cervello fino a creare la percezione della profondità e, quindi, della terza dimensione. Tutto ciò è possibile grazie alla visione binoculare dell'uomo. Per questo, quando la distanza focale tra le due immagini è pari alla distanza interpupillare del soggetto si parla di stereoscopia naturale, altrimenti di stereoscopia artificiale.
I metodi per realizzare un'immagine stereoscopica sono vari. E non tutti moderni come potremmo pensare. La stereoscopia venne infatti scoperta attorno al 1830 e la fotografia, sin dai suoi albori, si interessò a questa tecnica. Il metodo più "naturale" è quello di utilizzare una macchina fotografica binoculare (dotata quindi di due obiettivi), posti a circa 6,5 centimetri di distanza l'uno dall'altro. Una seconda tecnica prevede l'utilizzo di una normale macchina fotografica monoculare (dotata quindi di un solo obiettivo) con la quale scattare due differenti immagini dello stesso soggetto.
Se a casa avete un paio di occhialini anaglifici (quelli con una lente rossa e una blu, per intenderci), potete provare l'ebrezza di realizzare foto in 3D direttamente in casa. Il punto di partenza sono due foto delle stesso soggetto scattate a pochi centimetri di distanza l'una dall'altra (solitamente basterà scattare la seconda foto circa 7 centimetri più a destra o più a sinistra della prima) e un po' di dimestichezza con qualche programma di fotoritocco.
La procedura da seguire con software come Photoshop non è complessa, ma un po' lunghina. Nel video precedente è spiegata abbastanza semplicemente, mostrando passaggio dopo passaggio quello che l'utente deve fare. Nel caso non si abbia Photoshop o non si voglia spenderci troppo tempo sopra, si potranno utilizzare programmi di fotoritocco gratis come Free 3D Photo Maker. Grazie a questo tool, tutto quello che si dovrà fare sarà caricare le due foto e avviare il processo di "tridimensionalizzazione". Nel giro di qualche decina di secondi si potrà scaricare la foto 3D appena creata dal programma.
Comunque, come accennato, da qualche anno a questa parte sono presenti sul mercato fotocamere in grado di realizzare automaticamente foto in 3D. Un esempio è quello della Lytro camera, la rivoluzionaria fotocamera digitale plenottica, è in grado di realizzare fotografie del genere. Come già detto, Lytro fotografa un intero campo di luce anziché una singola immagine e, in fase di post produzione, dà la possibilità anche di scegliere se realizzare una foto bidimensionale o una fotografia tridimensionale.
Dotati di sensori fotografici sempre più potenti e accurati, anche gli smartphone possono essere utilizzati per creare foto tridimensionali. Come? Basta scaricare l'app giusta e utilizzarla seguendone alla lettera le indicazioni: nel giro di qualche secondo (tutto dipende, però, dalla potenza del nostro smartphone) potremmo ammirare la nostra creazione 3D.
23 settembre 2017