Che sia vero o meno è ancora presto per dirlo, ma secondo molti analisti da qui a qualche anno trovare lavoro, specialmente nei settori più manuali, potrebbe essere più difficile di oggi. E non per una nuova crisi economico-finanziaria (come quella del 2008, per intendersi), ma per l'ingresso nel mercato del lavoro di robot e automi di vario genere. Controllati dall'intelligenza artificiali e dotati di capacità fisiche al di fuori della nostra portata (forza, capacità di resistere agli sforzi e di lavorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7), i robot potrebbero rimpiazzare dipendenti in carne e ossa.
Una prospettiva che secondo Koert van Mensvoort è più lontana di quello che si possa credere. Più probabile, infatti, che uomini e automi collaborino sul posto di lavoro, riuscendo a ottimizzare tempi, prestazioni e costi. Da questa idea nasce Hubot, un'agenzia per il lavoro sui generis, pensata per le professioni del futuro nelle quali uomini e robot lavoreranno fianco a fianco.
Nato nell'aprile del 1973, Koert van Mensvoort è un artista, filosofo e scienziato conosciuto in tutto il mondo per il concetto filosofico di Next Nature. Secondo il pensatore olandese, natura e tecnologia non sono affatto in contrasto, anzi: sono una la continuazione dell'altro. Per questo motivo van Mensvoort sostiene che la tecnologia – e tutti i suoi "prodotti", come gli smartphone, i robot e l'intelligenza artificiale, ma anche scrittura, denaro e le strade – sia la prossima natura (traduzione letterale di Next nature) della specie umana.
Fondamentale, dunque, abituarsi all'idea che con la tecnologia si debba vivere e convivere, ma facendo attenzione. Più e più volte lo studioso olandese ha sottolineato come la tecnologia potrebbe arrivare a "sfruttarci", arrivando a ricoprire il ruolo di controllo che è stato ad appannaggio dell'uomo. Un esempio, sostiene van Mensvoort, è quello dei social network, che potrebbero arrivare a orientare e determinare le nostre opinioni, per mezzo di un algoritmo che media i contenuti cui possiamo accedere.
Proprio partendo dai concetti della Next Nature (e da tutte le sue implicazioni) che van Mensvoort ha dato vita al progetto Hubot, una sorta di agenzia di collocamento per umani e robot. Insomma, l'agenzia per il lavoro del futuro, nel quale persone e automi di ogni genere interagiranno sul luogo di lavoro, completandosi a vicenda. Così Hubot, un po' per scherzo e un po' sul serio, prova a immaginare quelli che potrebbero essere i lavori del futuro, nel quale la divisione tra robot e uomo finirà con l'assottigliarsi a tal punto tanto da sparire.
Nel progetto, van Mensvoort individua sedici possibili lavori del futuro, che gli uomini svolgeranno in simbiosi con automi attaccati direttamente sul loro corpo. Si va dal controllore aereo con i droni al traslocatore con esoscheletro, sino ad arrivare alla massaggiatrice "Shiva", dotata di molteplici coppie di braccia (come la dea indiana, dalla quale prende il nome). Vediamo nel dettaglio i lavori del futuro più interessanti.
Come sottolineato nella pagina del progetto Hubot, non tutti i lavori sono così futuristici come potrebbe sembrare. Alcuni più di altri potrebbero arrivare a stretto giro di posta, permettendo a chiunque di trovare lavoro insieme a un robot.
Oltre a illustrare le figure lavorative del futuro, Hubot permette di comprendere quale sia quella che si adatta meglio alle proprie caratteristiche personali e professionali. Tutto quello che si dovrà fare per trovare il lavoro del futuro sarà rispondere a un breve questionario di 10 domande (non prende più di due minuti) e attendere il responso: la piattaforma nata dalle idee di van Mensvoort vi fornirà il profilo che più si avvicina alle proprie attitudini e darà la possibilità di presentare domanda per svolgerlo. Ovviamente, quest'ultima mossa non vi permetterà di trovare lavoro direttamente, ma darà modo a Hubot di ricontattarvi nel momento in cui la professione dei vostri sogni diventerà realtà.
14 aprile 2018