Negli ultimi anni la fotografia computazionale ha abbandonato gli studi di post-produzione dei fotografi per arrivare direttamente negli smartphone che si utilizzano ogni giorno. Chiunque abbia scattato una foto di notte, utilizzato la modalità HDR, il filtro Bokeh o lo stabilizzatore, ha sfruttato la fotografia computazionale anche senza saperlo. Ciò che la contraddistingue da quella “tradizionale”, dunque, è il ricorso a un software di elaborazione grafica digitale che supera i limiti della macchina fotografica. Le potenzialità di questo tipo di tecnica sono note da tempo, ma solo con l’intensificazione dell’uso delle fotocamere degli smartphone, piuttosto che di macchine fotografiche professionali, il suo utilizzo si è diffuso anche nella quotidianità: dai semplici selfie agli scatti panoramici mozzafiato. Conoscerne il funzionamento diventa quindi fondamentale per ottenere i migliori scatti possibili dal proprio telefono.
L’hardware da superare nel caso dei telefoni è quello di sensore e obiettivo, mentre l’intelligenza artificiale applicata alle fotocamere permette di ottenere foto stupende grazie alla potenza dell’elaborazione grafica dei sofisticati software. Nel caso delle fotocamere degli smartphone, la promessa della fotografia computazionale risiede tutta nella possibilità di eseguire l’editing dello scatto istantaneamente. L’intelligenza artificiale associata alla fotocamera del telefono riduce il rumore, sfrutta al meglio la luce e restituisce in tempo reale uno scatto dove l’editing automatico è stato già applicato per ottenere il miglior risultato possibile.
Ad esempio, alcuni produttori come Apple e Google continuano a migliorare le qualità delle foto scattate dai loro dispositivi senza cambiare in modo drastico i sensori, ma solo affinando i programmi di elaborazione grafica ad essi associati. Può accadere così che foto realizzare con un sensore principale di 48 megapixel siano più luminose e nitide di quelle realizzate con un sensore da 64 megapixel: la differenza sarà proprio nel programma di elaborazione utilizzato.
La seconda fase, invece, è quella che riguarda l’elaborazione grafica istantanea da parte del software associato all’hardware. Si tratta di programmi che sfruttano diverse tecniche che cambiano da produttore a produttore, ma soprattutto oggi si basano sempre più sull’utilizzo di una intelligenza artificiale, che consente di creare scatti suggestivi. Questa seconda fase è particolarmente importante per gli smartphone, dove i limiti della fotocamera sono evidenti e collegati all’impossibilità di inserire all’interno della scocca del telefono i sensori o gli obiettivi più grandi e performanti.
L’altra tecnica principale, usata soprattutto per sensori degli smartphone con un alto valore di megapixel, è il pixel binning. A differenza dell’HDR, che si basa sulla combinazione non delle luci e ombre, questa tecnica sfrutta i singoli pixel adiacenti nell’immagine, consentendo così di ottenere uno scatto ad altissima risoluzione. L’impiego di reti neurali e intelligenze artificiali rende queste tecniche ancora più raffinate, con avanzati software in grado non solo di aggiustare la luce ma anche di “capire” quale sia l’immagine più piacevole all’occhio umano.
La modalità ritratto invece è caratterizzata da un effetto che sfoca lo sfondo dietro al soggetto. La modalità Panorama, invece, consente di comporre le immagini una accanto all’altra. La Deep Fusion invece è una funzione introdotta da Apple con il suo iPhone 11 Pro, che sfrutta la rete neurale per ridurre il rumore e migliorarne la nitidezza. La funzione modalità di colore consente di impostare automaticamente il tono di colore di qualsiasi foto scattata.
Se le tecniche da utilizzare sono piuttosto comuni a tutti gli smartphone, le modalità appena descritte possono cambiare a seconda del produttore del dispositivo. Ad esempio, i Google Pixel hanno delle ottime fotocamere, con sensori discreti in termini di megapixel, ma possono contare su un raffinato software per avere scatti perfetti, così come anche gli iPhone di Apple. Conoscendo però le caratteristiche delle fotocamere e la potenza dei software di elaborazioni a esse associate, l’utente potrà orientare al meglio la scelta nel dispositivo da acquistare o utilizzare.