Probabilmente non potranno mai competere con i moderni LCD IPS o i pannelli AMOLED in quanto a risoluzione, veridicità dell'immagine e ampiezza della gamma di colori. Ma per un (sempre più vasto) novero di dispositivi e macchinari è la soluzione ideale in quanto a economicità e consumo della batteria. Rispetto alle due tecnologie citate inizialmente, infatti, gli schermi a inchiostro elettronico (detto anche e-ink, abbreviazione per electronic ink) garantiscono minor costi di produzione e un consumo infinitamente minore.
Per questo motivo i pannelli e ink sono impiegati in quei dispositivi che, pur essendo dotati di schermo o di interfaccia uomo-macchina, necessitano di una batteria dalla lunga autonomia e uno schermo che non si aggiorni continuamente (con un refresh rate basso). Insomma, la tecnologia perfetta per dispositivi come i lettori e-book, capaci di coniugare prezzi non eccessivi a batterie dalla durata più lunga di altri device simili. Ma, come vedremo tra poco, non è l'unico.
Quando si parla di inchiostro elettronico ci si riferisce a una particolare tecnologia di realizzazione dei display caratterizzata da alto contrasto, angolo di visione ampio e bassi consumi energetici. Questo permette di ottenere dei pannelli capaci di restituire un'esperienza visiva simile a quella della carta stampata e dell'inchiostro. L'e Ink viene commercializzata tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo dalla E Ink Corp, spin off industriale del MIT, nei cui laboratori sono stati teorizzati e realizzati (e, ovviamente, brevettati) i primi schermi a inchiostro elettronico della storia.
A cosa è dovuto, però, il basso consumo energetico dei display e-ink? Al fatto che non c'è bisogno di energia per mantenerlo nello stato in cui si trova. Ovvero, non c'è bisogno di energia per continuare a visualizzare un'immagine o un testo sul display. E, non essendo retroilluminato, necessita ancora di meno energia elettrica. I display a inchiostro elettronico sono costituiti da un sottilissimo film riempito da piccolissime sfere cariche elettricamente: la semisfera caricata positivamente è nera, quella caricata negativamente è bianca. Tramite campi elettrici si riescono a orientare le sfere sino a che non si forma l'immagine (o la lettera) desiderata. Le sfere restano quindi in un dato stato (bianco o nero) sino a che un nuovo campo elettrico va a modificarlo.
Come accade in tutti gli altri settori dell'elettronica di consumo – e non solo ovviamente – anche la tecnologia E Ink è andata incontro a un graduale processo evolutivo che ha consentito il miglioramento e l'ottimizzazione delle sue funzionalità. In particolare, come vedremo in dettaglio tra poco, i vari interventi e migliorie hanno permesso di incrementare la risoluzione degli schermi a inchiostro elettronico, migliorarne il contrasto e ampliare ulteriormente l'angolo di visualizzazione. Tutto per facilitare la lettura dello schermo – rendendolo sempre più simile a un foglio stampato – e migliorare l'esperienza d'uso e visiva da parte dell'utente. Tutto parte dalla tecnologia E Ink Vizplex, commercializzata a partire dai primi Anni 2000.
12 novembre 2017