Applausi. Non per Fabri Fibra. Ma per Persona 5, il nuovo capitolo della serie videoludica di Atlus, che a otto anni di distanza dall'ultimo capitolo torna sugli scaffali. E lo fa in maniera grandiosa. Un videogame che non piacerà a molti. Probabilmente a pochi. Un gioco per una nicchia, per tutti gli innamorati dei giochi di ruolo in stile giapponese. Ma nonostante sia un videogame "contro", Persona 5 è uno di quei titoli da provare almeno una volta nella vita. Nonostante lo sviluppo sia cominciato quando la PlayStation 4 ancora non veniva lanciato sul mercato, la grafica si adatta benissimo anche agli nuovi standard del 4K.
Se siete alla ricerca di un videogame in stile Uncharted 4 o The Witcher 3, state sulla strada sbagliata. Il videogame non è pensato per avere una grafica realistica, con persone dai tratti somatici umani. Persona 5 è un anime trasformato in un videogioco. Ogni aspetto è cartoonizzato, le forme abbondanti come nei classici fumetti giapponesi, i colori sgargianti che rapiscono l'occhio. E non è un difetto del videogame. Anzi. Lo rende ancora più unico e "nipponico". Persona 5 vi rapirà con la sua storia, una trama unica che non ha paura di raccontare il Giappone nei suoi lati più oscuri. Una nazione vecchia, che non lascia posto ai giovani. Ragazzi che vivono la propria vita con apatia, in un sistema corrotto fino al midollo che favorisce solamente i ricchi e coloro che hanno legami con la Yakuza, la mafia giapponese che controlla i peggiori quartieri di Tokio. Infatti, è proprio la capitale giapponese a ospitare le avventure dei protagonisti di Persona 5.
E come è stato accolto il videogame dalla critica di settore? Oltre ogni più rosea aspettativa. Nelle recensioni di Persona 5 si evidenzia il grande lavoro fatto da Atlus per offrire ai gamer una rappresentazione veritiera della vita giapponese. Se siete degli appassionati della cultura giapponese e dei videogame, Persona 5 è un videogame che non potrà mancare nella vostra collezione. Molto probabilmente ha il demerito di essere circoscritto a una piccola nicchia di appassionati, ma la software house giapponese ha fatto di tutto per ampliare al massimo la platea di giocatori. Se volete scoprire altri dettagli di Persona 5, non vi resta che leggere la nostra recensione.
Partiamo da un dato molto particolare: Persona 5 ha una longevità superiore alle 90 ore. Un caso più unico che raro per un videogame che non presenta una struttura open world e che non offre molta libertà di movimento ai gamer. Ma Atlus ha voluto regalare agli appassionati della serie un videogame che trascende la sua natura e che si avvicina il più possibile al mondo cinematografico. Se non fosse un videogame, Persona 5 potrebbe essere tranquillamente un anime, diviso in 100 o più episodi. Anche perché le origini di Persona 5 sono da ritrovare all'interno del mondo fantascientifico degli anime giapponesi.
Persona 5 presenta dei dialoghi lunghissimi, che l'utente potrà decidere di saltare, ma perderebbe tutto il fascino della storia. Perché decidere di saltare un dialogo, quando si potranno passare oltre dieci minuti all'interno di un bar e capire ogni aspetto della cultura giapponese? L'unico problema è che i dialoghi sono tutti in inglese e se non si conosce la lingua d'Albione si potrebbero avere dei problemi. Persona 5 vi farà avvicinare alla cultura giapponese più di qualsiasi film presente al cinema. Non gli interessa essere un "videogame di denuncia", vuole essere il videogame di denuncia. Una cultura giapponese che si è appiattita sugli anni d'oro del boom economico e che non permette ai ragazzi emarginati di fuoriuscire dal loro guscio, destinata a vivere nella periferia delle grandi città e a marcire in grandi palazzi-dormitorio. E i social network e il mondo digitale non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Tokio non è solo la bellezza dei suoi grattacieli, ma anche le storture di una società iniqua.
Persona 5 fa capire immediatamente al giocatore cosa andrà ad affrontare. Il gamer impersonerà un ragazzo normalissimo, che potrebbe anche essere definito un ragazzo d'oro. Se non fosse che incontra sulla propria strada la persona che gli cambierà la vita. E sicuramente non in meglio. Il nostro personaggio viene affidato a un barista di Tokio, perché in libertà vigilata. Il suo crimine? Aver difeso una ragazza dall'uscita della scuola dalle prepotenze di un uomo. In qualsiasi Paese normale, quell'uomo sarebbe stato denunciato. Ma non nel Giappone di Persona 5. Infatti, quell'uomo è potente e riesce a comprare il silenzio della vittima e a far arrestare il nostro personaggio. Da qui partirà la nostra storia ed entreremo sempre più in contatto con una Tokio "underground". E saremo costretti a frequentare una scuola della periferia della capitale giapponese, dove ogni studente ci guarderà in maniera sospettosa. Oltretutto, siamo noi ad avere la fedina penale sporca. I giorni sono tutti uguali, fino al momento in cui Akira Kurusu (il protagonista di Persona 5, anche se l'utente ha la possibilità di cambiare il nome) non scopre di possedere un potere particolare. Tramite un'applicazione dello smartphone è capace di entrare nel Metaverse, un mondo parallelo dove è possibile cambiare il corso degli eventi.
Akira Kurusu non è l'unico della sua scuola con la capacità di entrare nel Metaverse, anche alcuni suoi compagni di scuola possono farlo. Grazie a un particolare gatto parlante di nome Morgana, scopriamo che trafugando dei tesori dai Palazzi dei malvagi, potremo fargli confessare i loro errori. Ma i cattivi sono tutti rifugiati all'interno dei loro "Palazzi", edifici quasi espugnabili. Akira Kurusu, insieme ai suoi compagni di classe, decide di fondare i Phantom Thieves su Metaverse, un gruppo che vuole cambiare la società e farla diventare più buona.
La caratteristica principale di Persona 5 è sicuramente la grande attorialità dei personaggi. Tutti, nessuno escluso. Dai protagonisti, fino ai comprimari, ognuno ha le proprie caratteristiche ben definite e facilmente riconoscibili. E tra i comprimari trovano posto i Confidant, persone che si riveleranno fondamentali per il proseguo del gioco.
Il videogame si incentra tutto sulle missioni che dovranno portare a termine i ragazzi dei Phantom Thieves. L'obiettivo è riuscire a stanare i cattivi dai propri Palazzi e riuscire a convincerli a raccontare la verità. Ogni Palazzo avrà le proprie caratteristiche e i propri enigmi da risolvere e solamente con il lavoro di squadra si riuscirà a portare a casa l'obiettivo finale. Ogni edificio è strutturato a forma di labirinto e per arrivare alla fine sarà necessaria molta pazienza. I livelli di difficoltà di ogni missione sono quattro e l'utente potrà cambiarlo a seconda delle proprie capacità, ma solitamente già dal livello intermedio le sfide iniziano a diventare molto interessanti.
Oltre ai Palazzi, i giocatori troveranno anche i Mementos, dei labirinti che permetteranno di crescere di livello e collezionare oggetti da utilizzare per migliorare il proprio personaggio. Più si andrà in avanti con il gioco e più sarà complicato completare le missioni proposte dai Mementos, ma Persona 5 diventerà sicuramente molto più interessante.
Finora abbiamo parlato delle caratteristiche e dell'ambientazione di Persona 5 e non abbiamo minimante accennato a un altro aspetto fondamentale degli RPG: il gameplay. Anche in questo caso, Atlus ha svolto un gran lavoro e i combattimenti sono realizzati benissimo. Divertenti e sempre diversi, i giocatori potranno sperimentare ogni volta un approccio diverso e dovranno essere bravi a sfruttare i personaggi secondari a proprio favore. Akira Kurusu ha la capacità di controllare più Persona contemporaneamente, ma non sarà semplice sfruttare questa caratteristica a nostro favore. Inoltre, se si riuscirà a sconfiggere tutti i nostri nemici con un colpo solo, sarà possibile ottenere dei vantaggi da sfruttare durante il gioco.
Come accennato in precedenza, Persona 5 è un videogame con una grafica cartoonizzata, ma non per questo è inferiore a titoli del calibro di Uncharted 4. Molto semplicemente è differente. Può piacere o meno, ma non per questo è da denigrare. Nella sua particolarità, Persona 5 riesce a meravigliare anche e soprattutto per una grafica "fumettosa".
Sul comparto audio abbiamo già detto che tutti i dialoghi sono in inglese. E questo può essere un problema per chi non conosce la lingua d'Albione. La colonna sonora, invece, calza a pennello con la sceneggiatura del videogame.
In definitiva, Persona 5 è sicuramente uno dei migliori giochi dell'anno (al momento il migliore senza alcun dubbio), con una storia molto attuale e ben strutturata. Potranno storcere il naso coloro che sono abituati agli sparatutto e amano l'azione violenta, ma Persona 5 resta un videogame di nicchia e che difficilmente potrà accontentare tutti. Ma questo aspetto non è sicuramente un difetto, ma solamente uno dei tanti pregi del videogame.