Se voi foste gli unici superstiti di un attacco mafioso, mentre i vostri affetti più cari sono stati barbaramente uccisi, come reagireste? Se la vostra vita è sempre stata al limite, eroe di guerra in Vietnam, ma un nero negli Stati Unite del '68, sempre nel limbo tra legalità e illegalità, qual è l'ultima possibilità che vi è rimasta? Sconfiggere la mafia, ovviamente. Questa è lo sfondo storico e culturale che troverete giocando a Mafia III, ultimo capitolo di una serie che nel bene o nel male ha sempre fatto parlare di sé. Il primo episodio è rimasto nel cuore di molti gamer, chi ci ha giocato almeno una volta non può dimenticare un gameplay e un'ambientazione che fino a quel momento era raro vedere in un videogame. Sempre al limite tra mondo videoludico e quello cinematografico. Se il secondo capitolo ha creato più di un malumore nei fan e tra la critica, Mafia III sarà un pugno dritto al petto. Crudo, forte, con temi che solitamente un gioco non tratta, ma, sebbene sia ambientato alla fine degli anni '60, sono più attuali che mai.
Annunciato più volte e più volte smentito, Mafia III è stato presentato ufficialmente al GamesCom del 2015 (fiera internazionale dedicata ai videogiochi che si svolge ogni a Berlino), quasi tra lo stupore generale. Lo sviluppo è stato affidato a The Hangar 13, software house nata dalle ceneri di Illusion Softwork che aveva curato primi due capitoli. In poco più di un anno, 2K Games è riuscita a realizzare un videogame che, nonostante i difetti, presenta una trama solida, con pochi eguali nel panorama videoludico. Parlavamo dei difetti: molti, purtroppo. I due problemi principali riguardano da un lato il gameplay, con missioni ripetitive e sempre uguali, dall'altro l'intelligenza artificiale. Dopo aver imparato i trucchi del mestiere, sconfiggere i nemici e portare a termine la missione è veramente molto semplice: i movimenti sono sempre gli stessi e basta un po' di inventiva per uccidere gli avversari senza provocare rumore. Per Lincoln Clay, riuscire nel proprio intento, non è mai stato così facile.
Passiamo alle recensioni della critica specializzata. Mafia III era sicuramente uno dei videogame più attesi dell'anno, ma in parte le ha tradite. Da un videogame come Mafia III tutti si aspettavano qualcosa di più del semplice compitino svolto egregiamente, molto probabilmente la fretta è stata cattiva consigliera. Il punto forte è sicuramente l'architettura della storia, con molti flashback e clip che permettono ai gamer di vivere ancora più profondamente l'esperienza di gioco. Ma i problemi mostrati da Mafia III sono troppi per essere taciuti. Nonostante ciò, i giudizi sono tutti abbastanza positivi: il videogame poteva offrire di più, ma il risultato finale non è totalmente da buttare. Per sapere come giocare a Mafia III, non vi resta che leggere la nostra recensione.
La guerra è finita. Sei tornato nella tua città e sei un eroe, ma ben presto finisci nel dimenticatoio. La tua vita è stata difficile, e tua madre ti ha lasciato da piccolo. Un'adolescenza passata nei quartieri più difficili e malfamati di New Bordeaux, dove il razzismo è imperante e il tuo essere di colore non aiuta. Le persone care si contano sulle dita di una mano e dopo essere tornati dalla guerra non ti resta che fare qualche lavoretto sporco in giro per la città, che è controllata da Sal Marcano, boss della mafia italiana. E finisce che ti ritrovi con una pallottola piantata nella testa e con tutti i tuoi amici più cari uccisi brutalmente. Ma non muori, anzi. Ti ritrovi su un letto d'ospedale guardato a vista dal parroco James Ballard e dall'agente della CIA John Donovan. L'obiettivo è chiaro: estirpare la mafia italiana da New Bordeaux e endicare la morte dei propri fratelli. Benvenuti in Mafia III.
Questo è il prologo che accompagnerà i gamer nella storia Lincoln Clay, protagonista del terzo episodio di Mafia. Nei panni dell'ex eroe di guerra si dovrà "conquistare" la città quartiere per quartiere, coadiuvati da tre personaggi che saranno fondamentali per durante tutto il videogioco: Cassandra, Burke e Vito Scaletta (protagonista di Mafia II). Insieme a loro si cercherà di prendere il controllo della città, sconfiggendo di volta in volta gli scagnozzi di Sal Marcano. Ma si sa, per sconfiggere il nemico, bisogna conoscerlo. E quindi entrerete a far parte della mafia italiana e imparerete ogni sua mossa fino alla resa dei conti.
Mafia III è un third person shooter con una modalità open world: dalla metà del gioco in poi, il giocatore potrà girare liberamente per New Bordeaux "prendendo in prestito" le macchine parcheggiate lungo il bordo della strada. Il videogame è strutturato in missioni principali e missioni secondarie. Le ultime saranno fondamentali per completare il gioco al 100% e per far venire allo scoperto i "reggenti" dei nove quartieri da conquistare. Purtroppo le missioni sono tutte più o meno simili: dopo le prime ore di gioco il gameplay diventa monotono e lo schema da applicare ripetitivo. Prima si affronteranno in alcune missioni secondarie gli scagnozzi e poi finalmente si affronterà una missione un po' più corposa che darà la possibilità di combattere con il boss del quartiere. Per tutti e nove i quartieri sarà sempre così. Una volta prese il comando dei racket dell'isolato, sarà necessario assegnarli a uno dei propri sottoposti, affinché possa mandare avanti le attività e far aumentare i guadagni. A seconda di come saranno gestiti sarà possibili ricevere dei bonus da utilizzare durante il gioco. Più si andrà avanti, più si guadagnerà rispetto dei propri sottoposti e anche delle forze dell'ordine, che in alcuni casi chiudono tutti e due gli occhi.
Quando si affrettano i tempi di consegna di un videogame, poi alla fine i nodi vengono al pettine. E purtroppo Mafia III ne è un esempio. Dopo aver analizzato un gameplay sotto le aspettative, è necessario parlare dell'altro grande problema del videogame: l'intelligenza artificiale. Sebbene sia complicato trovare un gioco con degli avversari che in ogni occasione svolgono la giusta azione, in Mafia III i nemici non ne azzeccano nemmeno una. Eludere il controllo degli scagnozzi è veramente molto semplice, basterà studiare un piano e ripeterlo all'infinito. Se si è degli appassionati del genere stealth, sarà un gioco da ragazzi pianificare la strategia vincente.
Anche i comportamenti della polizia sono piuttosto "curiosi": feroci quando si sta guidando un veicolo, ma perdono immediatamente l'orientamento appena usciti dalla macchina: basta nascondersi in un vicolo e il gioco è fatto. Infine, il sistema delle coperture sviluppato in maniera abbastanza basilare: basterà premere un tasto per nascondersi dietro un muricciolo e diventare invisibili per la polizia o per gli scagnozzi da uccidere.
Fino a qui abbiamo parlato soprattutto di quello che non va in Mafia III. Adesso è arrivata l'ora di dire anche quello che funziona. Partiamo dalla storia e dall'ambientazione: molto spesso sembra di essere dentro la sceneggiatura di un Gangster Movie realizzato da uno dei grandi registi del genere. La storia è strutturata come se fosse un docu-film in cui, alcuni anni dopo, i protagonisti della vicenda raccontano come sono andate le cose: un lungo flash-back che accompagnerà l'esperienza del gamer. Le ambientazioni che fanno da sfondo a Mafia III sono curate nei minimi dettagli: sembra realmente di rivivere la New Orleans (Bordeaux) di fine anni '60. Nei quartieri risuonano le note più diverse: si potranno sentire le melodie di Janis Joplin o gli assoli dei grandi trombettisti e le sonorità della marching band. Ogni isolato presenta le proprie caratteristiche e ha la propria organizzazione criminale, un ecosistema che si regge su precisi equilibri che Lincoln Clay è pronto a rompere insieme ai suoi tre "luogotenenti".
In un'ambientazione così suggestiva, i ragazzi di Hangar 13 hanno commesso l'errore di non dare troppo peso al comparto grafico, molto probabilmente per gli stessi motivi che hanno portato alcuni problemi al gameplay. Le texture non sono ben definite e i paesaggi non riescono a catturare l'occhio come dovrebbero. Un vorrei ma non posso che fa storcere il naso ai puristi dei videogame. Fortunatamente Hangar 13 ha provato a mettere una pezza curando nei minimi dettagli l'offerta musicale. Sarà possibile dalla radio delle automobili i grandi artisti dell'epoca e anche spezzoni di radiogiornale. Inoltre, durante le varie missioni sarà possibile collezionare manifesti di Playboy e le copertine di dischi e riviste della fine degli anni '60. Infine, ogni singolo discorso è tradotto in italiano, così anche chi ha problemi con la lingua di Albione potrà godere a pieno di Mafia III.