La Cina sarà il primo Paese al Mondo a introdurre un sistema basato sul proprio comportamento online per valutare l'operato di un cittadino. La Nazione asiatica ha annunciato che nel 2020 entrerà in vigore il Social Credit System che servirà a instaurare un rapporto di fiducia migliore tra i cittadini e lo Stato, ma le preoccupazioni che si tratti solo di un modo per controllare la popolazione sono molto alte. Il Governo cinese sta realizzando un algoritmo che tenga conto di diversi fattori per determinare il punteggio del Social Credit System: dai commenti ricevuti sui social network, fino ai ritardi nei pagamenti e alle multe ricevute per non aver pagato il biglietto dei mezzi pubblici o per aver commesso un'infrazione stradale.
Il Social Credit System è stato annunciato per la prima volta nel 2014, ma in pochi credevano che il Governo cinese riuscisse nel proprio intento. E invece già nel 2017 è entrato in vigore per alcune persone ed entro il 2020 sarà esteso a tutta la popolazione. Nel settore dei trasporti è già in funzione e le persone che hanno un punteggio troppo basso non possono più utilizzare i mezzi. Il sistema è stato introdotto, secondo il Governo cinese, per migliorare il livello di fiducia tra le persone, perché solamente in questo modo sarà possibile rafforzare la sincerità negli affari governativi, nella vita pubblica e nei rapporti tra privati. Il pericolo è che si trasformi in un sistema capace di controllare le azioni di 1,3 miliardi di persone e di influenzare il loro comportamento: i cittadini pur di ottenere un punteggio alto potrebbero fare di tutto per apparire volenterosi di fronte all'algoritmo che li valuta.
Ad ogni azione di una persona corrisponderà un punteggio che va ad abbassare o ad aumentare il proprio "credito sociale". A grandi linee dovrebbe funzionare in questo modo il progetto messo in piedi dal Governo cinese per aumentare la fiducia tra i propri cittadini. Per sviluppare l'algoritmo che valuterà se un'azione è positiva oppure negativa, il Governo si sta facendo aiutare da otto diverse aziende cinesi. In prima linea troviamo China Rapid Finance, divenuta famosa per aver affiancato Tencent nello sviluppo di WeChat, l'applicazione di messaggistica più utilizzata in Cina. Nel gruppo delle otto società c'è anche Alibaba (l'Amazon cinese) che oltre a vendere prodotti in tutta il Mondo ha anche diverse società finanziarie che permettono ai cinesi di effettuare acquisti online e di scambiare soldi con i propri amici. I dati in possesso di Alibaba sono molto utili per capire se una persona è un buono o cattivo pagatore e se ha problemi con le banche. Tutte queste informazioni "vanno a nutrire" l'algoritmo che verrà utilizzato per il Social Credit System.
Ogni cittadino può avere un punteggio che va da un minimo di 350 a un massimo di 950 punti. Il Social Credit System si aggiorna in continuazione a seconda di quello che una persona compie nella propria vita online e in quella offline. Alibaba ha individuato cinque diversi fattori su cui il Social Credit System si dovrà basare per assegnare un punteggio ai cittadini.
A cosa potrebbe portare un controllo così maniacale della popolazione? A un vero e proprio mercato del "credito sociale". I cittadini potrebbero iniziare a mettersi d'accordo per scambiarsi favori e aumentare il loro Social Credit System vanificando tutto il lavoro che in questi anni il Governo sta portando avanti.
Per invogliare la popolazione a comportarsi nel giusto modo, il Governo ha anche stabilito un sistema di ricompense che andrà a premiare coloro che hanno un punteggio elevato. Si potranno ricevere dei buoni spesa, prestiti agevolati, noleggio delle auto o il check-in veloce negli hotel e in aeroporto.
Il sistema di credito social entrerà in vigore ufficialmente nel 2020, ma in alcuni settori è già attivo. Ad esempio, è utilizzato dal Ministero dei Trasporti per capire se tutti i cittadini sono meritevoli di utilizzare i mezzi pubblici. Per entrare a far parte di questa sorta di lista nera si devono commettere delle irregolarità: aver dato informazioni false su atti di terrorismo o causato problemi in volo, non aver pagato il biglietto o aver fumato sui treni. Vengono prese in considerazione anche le informazioni finanziarie sul fatto se una persona è un buono o cattivo pagatore. Secondo i dati della Corte Suprema del Popolo, nel 2017 erano presenti nella lista nera 6.150.000 cinesi, ai quali è proibito salire sui mezzi pubblici.
25 marzo 2018