La cosa più curiosa, se così vogliamo dire, è che al momento non ha un nome. Nonostante questa tecnologia sperimentale abbia tutte le carte in regola per poter rivoluzionare il mondo dello streaming video, i suoi ideatori (un team di ricercatori della University of Washington) non hanno ancora avuto modo di battezzarla. Cos'ha tanto di speciale questa tecnologia? Semplice: permette di effettuare riprese e trasmetterle online senza che la telecamera o fotocamera abbia bisogno di una batteria per essere alimentata.
Tutte le immagini, infatti, sono generate da un piccolo dispositivo indossabile formato da un obiettivo fotografico e le componenti elettroniche necessarie per trasmettere il girato a un dispositivo "ponte" (uno smartphone nei test condotti nei laboratori universitari) senza che ci sia bisogno di alimentazione elettrica. Il suo segreto? Sfrutta al meglio i principi dello backscattering, che le consentono di fare streaming video senza batteria, o quasi.
Il backscattering è una particolare tecnologia di trasmissione dati, utilizzata anche in altri ambiti come "collaboratrice" di reti Wi-Fi o reti wireless standard, in grado di funzionare senza che ci sia bisogno di una fonte energetica che alimenti tutti i nodi della rete. Il segnale, infatti, viene trasmesso solo da uno dei nodi – la sorgente – mentre gli altri si limitano a rifletterlo e trasmetterlo al nodo più vicino, che si comporta allo stesso modo. In questa maniera, l'energia necessaria per alimentare l'intera rete è di gran lunga inferiore a quella necessaria per le normali reti wireless. Certo, la velocità di connessione al momento non è paragonabile a quella garantita dalle reti usuali, ma non è affatto da escludere che nei prossimi anni la riflessione del segnale radio sarà il metodo standard per telecomunicazioni senza fili.
Per ottenere un risultato analogo con tecnologie di ripresa e trasmissione video, gli scienziati della Washington University (finanziati in parte anche da Google) hanno collegato un'antenna backscatter a ogni singolo pixel dell'obiettivo fotografico, trasformando così il dispositivo in una sorta di fotocamera con antenna. In questo modo, la telecamera è in grado di riflettere e replicare il segnale wireless e comunicare con uno smartphone, che si occupa dello streaming video vero e proprio.
Ovviamente, le caratteristiche tecniche della telecamera sono piuttosto basilari: i primi prototipi realizzati nei laboratori dell'università statunitense sono in grado di realizzare video in HD (risoluzione 1280x720 pixel) e una frequenza di 10 FPS. Caratteristiche migliorabili, ma tenendo conto che si tratta di un prototipo capace di abbattere i consumi da 1.000 a 10.000 volte rispetto a una normale fotocamera per streaming video, c'è da dire che non è affatto male.
Il brevetto realizzato dal team di ricerca della Washington University è stato già ceduto a un'azienda, che inizierà a utilizzarlo e commercializzarlo non appena sarà stata in grado di renderlo più appetibile da un punto di vista commerciale. Quali i possibili utilizzi di questa nuova tecnologia di streaming video? Molteplici: potrebbe essere utilizzata nella prossima generazione di smart glass, così da consentire la ripresa e la trasmissione di filmati senza incidere sulla durata batteria di questi wearable. O, ancora, il backscattering potrebbe tornare di grande aiuto nei sistemi di videosorveglianza, che potrebbero continuare a funzionare anche in assenza di alimentazione elettrica.
5 gennaio 2019