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Come funziona Jarvis, l'intelligenza artificiale di Mark Zuckerberg

Nato come "compito per casa" del 2016, l'intelligenza artificiale è ora in grado di controllare l'abitazione del fondatore di Facebook anche grazie al machine learning

Mark Zuckerberg parla di Jarvis

Come fosse un compito per le vacanze, simile ai tanti che le insegnanti e gli insegnanti ci hanno assegnato nel corso della nostra vita. Solo che, in questo caso, lo studente è Mark Zuckerberg, trentenne più ricco al mondo e fondatore di Facebook; mentre il compito, svolto in maniera più che eccellente, è la creazione di un sistema di intelligenza artificiale controllabile da smartphone e da computer e che fosse in grado di controllare gli elettrodomestici smart e automatizzare alcune funzioni in casa.

Nasce così Jarvis, l'assistente domestico digitale che Mark Zuckerberg ha realizzato un po' per scherzo un po' per verificare in prima persona quale fosse lo stato dell'arte nel settore dell'intelligenza artificiale e del machine learning. Nasce così un sistema in grado di operare su diverse piattaforme e controllare i device connessi più disparati (dal termostato alle lampadine connesse, passando per lavatrice, lavastoviglie e tostapane) tramite un'interfaccia utente semplice e immediata.

 

 

A spiegare come funziona Jarvis è lo stesso fondatore di Facebook: con una nota pubblicata sul suo profilo pubblico, Mark Zuckerberg ripercorre i passaggi necessari allo sviluppo della piattaforma IA e le varie funzionalità di cui è dotata. Dal riconoscimento facciale all'analisi del linguaggio naturale, Jarvis dimostra una grande capacità di adattamento ma soprattutto di apprendimento: grazie al machine learning, infatti, l'intelligenza artificiale di casa Zuckerberg è in grado di imparare nuove parole, nuovi comandi e nuove funzionalità.

Ingegneria inversa e domotica

Prima di poter realizzare l'intelligenza artificiale, il fondatore di Facebook ha dovuto trovare una maniera efficacie per connettere e far comunicare tra di loro dispositivi e infrastrutture che utilizzano linguaggi e protocolli differenti. Il primo ostacolo da superare, dunque, è rappresentato dal trovare un terreno comune sul quale tutti i dispositivi siano in grado di funzionare e comunicare tra di loro.

 

Schema di funzionamento di Jarvis

 

Ciò ha spinto Mark Zuckerberg a studiare tutte le API dei vari dispositivi smart installati nella sua abitazione, applicando tecniche di ingegneria inversa per trovare una modalità operativa che gli permettesse di utilizzare dispositivi basati su protocolli di comunicazione differenti tramite un'unica interfaccia di controllo. Sfruttando linguaggi di programmazione come Python, PHP e Objective C, Zuckerberg è riuscito a creare una piattaforma operativa grazie alla quale poter impartire ordini sia al termostato sia al sistema Hi-Fi connesso a Internet utilizzando solo Jarvis. Un vero e proprio lavoraccio, che spinge l'ideatore del social network per eccellenza a invitare i produttori di smart device a sviluppare API e protocolli standard utilizzabili da tutti.

Analisi del linguaggio naturale

Una volta realizzata la "piattaforma standard" grazie alla quale Jarvis può controllare tutti i vari dispositivi smart, Mark Zuckerberg è passato a sviluppare le varie funzionalità dell'intelligenza artificiale casalinga. La prima, ovviamente, è l'analisi del linguaggio naturale, fondamentale per comprendere le informazioni e i comandi in arrivo dal padrone di casa.

Come fosse un bambino, Jarvis ha iniziato ad analizzare e apprendere la lingua (inglese, in questo caso) partendo dai termini più basici ed elementari. Prima di tutto termini relativi all'abitazione e gli spazi da cui è costituita: "sala da pranzo", "camera da letto", "bagno" e così via. Da qui, e sfruttando avanzati algoritmi di machine learning, Jarvis ha iniziato ad apprendere sinonimi e altri termini utili a contestualizzare le richieste di Zuckerberg e della sua famiglia.

 

In questo quadro, il contesto è fondamentale per lo sviluppo dell'assistente domestico a intelligenza artificiale del fondatore di Facebook. Sin dall'inizio, infatti, Jarvis ha dovuto fare riferimento a "informazioni contestuali" per comprendere al meglio a cosa volessero riferirsi alcune richieste generiche come "Accendi la luce nello studio" oppure "Riproduci un po' di musica rock". In questo percorso, ovviamente, l'intelligenza artificiale casalinga ha avuto bisogno di feedback da parte dei suoi utilizzatori ma, fa sapere Mark Zuckerberg, ora è sufficientemente autonoma e nella gran parte dei casi fornisce la risposta adeguata alla richiesta fatta.

Riconoscimento delle immagini e dei volti

Dopo aver imparato a "parlare" (o, quanto meno, a comprendere il senso delle richieste in arrivo), Jarvis ha acquisito anche il senso della vista. Grazie a una serie di fotocamere di sicurezza piazzate sull'uscio di casa - e utilizzando gli algoritmi di riconoscimento facciale di Facebook - Zuckerberg è riuscito a realizzare un campanello smart in grado di identificare le persone che hanno appena citofonato e inviare un messaggio sul dispositivo mobile di Zuckerberg avvisandolo degli ospiti in arrivo.

 

Analisi e riconoscimento dei volti

 

L'intelligenza artificiale visiva, però, è stata utile anche per altri scopi. Grazie a telecamere e sensori sparsi per casa, infatti, Jarvis è in grado di monitorare gli spostamenti tra stanza e stanza e comportarsi di conseguenza. Se, ad esempio, qualcuno dovesse chiedere di accendere la luce nella sala da pranzo, Jarvis farà riferimento alle informazioni ricavate dall'analisi visiva per inferire a quale stanza si stia facendo riferimento.

Il chatbot di Jarvis

L'assistente domestico a intelligenza artificiale, per un primo periodo, è stato controllato esclusivamente con comandi inviati via computer. Un sistema che ne limitava, però, l'utilizzo e l'interattività. Sfruttando il framework di sviluppo di Facebook Messenger, Mark Zuckerberg ha realizzato un chatbot grazie al quale inviare comandi e segnalazioni a Jarvis direttamente dal suo smartphone. In questo modo, il papà di Facebook può interagire con il suo assistente casalingo ovunque si trovi: basta avviare Messenger e il gioco è fatto.

 

Jarvis chatbot

 

In un secondo momento, Zuckerberg ha aggiunto anche la funzionalità di riconoscimento vocale, così da poter dettare i comandi anziché scriverli. Una modalità di interazione, però, che il papà di Facebook preferisce utilizzare esclusivamente quando si trova da solo, così da non disturbare le persone che sono nelle vicinanze.

A cura di Cultur-e
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