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Cos'è e come funziona l'Internet of Human Things

Il futuro prossimo dell'umanità è fatto di chip sottopelle che ci permetteranno di pagare senza tirar fuori contanti o carte di credito, di aprire porte e accendere auto

Braccio bionico

Mentre assistiamo alla nascita dell'Internet of Things (IoT: Internet delle Cose, connesse in rete) c'è già qualcuno che pensa al futuro: l'Internet of Human Things. Cioè alla connessione, in una unica grande rete, non solo di tutte le cose ma anche degli esseri umani. Come? Tramite chip sottopelle che sostituirebbero quelli che oggi chiamiamo smart device. Alcuni stanno iniziando a pensare all'Internet of Human Things come ad un sogno, altri come ad un incubo.

Di sicuro le implicazioni etiche sono enormi, tanto quanto le potenzialità derivanti dal connettere gli esseri umani e dotarli di tecnologie in grado di rivoluzionare la società in cui viviamo. Ma per capire l'Internet degli Umani è necessario partire dall'Internet delle Cose, che potrebbe aprire le porte ad una successiva connessione in rete degli umani.

Internet delle Cose: quali i vantaggi e come funziona

Già oggi i dispositivi connessi in rete nel mondo (includendo smartphone, computer fissi e portatili e i vari tipi di smart device) sono miliardi. Ognuno di essi è capace di connettersi tramite rete Wi-Fi o 4G (e ben presto il 5G) e di scambiare informazioni che poi vengono gestite da servizi cloud. Non domani ma oggi, tramite smartphone o altri dispositivi "intelligenti", è possibile ad esempio aprire la portiera di un'auto (con i sistemi smart key) o la porta di casa (con gli smart lock), ma anche pagare il conto al ristorante tramite lo smartphone o lo smartwatch collegato ad un wallet virtuale come Apple Pay, Amazon Pay, Samsung Pay o Google Pay.

Impianto sottocutaneo

Ma gli smart device, come gli orologi intelligenti, sono anche in grado di rilevare informazioni biometriche importanti come il battito cardiaco o il consumo stimato di calorie. Tutte queste informazioni vengono spedite, via Wi-Fi o 4G, ai server del servizio cloud da noi scelto, ma con l'avvento del 5G le possibilità di connessione e la quantità di dati che sarà possibile scambiare cresceranno in maniera esponenziale.

Internet degli esseri Umani: quali i vantaggi e come funziona

Se questo è ciò che si può fare già oggi, e ancor di più si potrà fare domani con il 5G, ciò che sarà reso possibile dagli impianti di chip smart all'interno del corpo umano sarà ancor più incredibile. Innanzitutto, si potranno fare le stesse cose che si fanno oggi con i dispositivi indossabili, ma senza la necessità di indossarli. Il che vuol dire, ad esempio, che non avremo bisogno di uno smartwatch per misurare i nostri parametri vitali o di uno smartphone per pagare un conto. Inoltre, non indossando alcun dispositivo "all'esterno", non dovremo temere il furto o lo smarrimento di tale dispositivo.

Chip RFID su mano

Per fare qualche esempio delle potenzialità: un giorno potremo aprire la porta di casa semplicemente avvicinando una mano, senza dover prendere le chiavi o digitare un codice su una tastiera (utile se abbiamo le mani impegnate). Potremo sederci al ristorante e ordinare alla carta, mangiare e poi alzarci senza la necessità di pagare il conto alla cassa: l'importo dovuto ci verrà scalato direttamente dalla carta di credito o dal nostro wallet. Allo stesso modo, potremo ricevere un avviso quando stiamo facendo ordinazioni eccessive: per il bene sia della nostra salute che del nostro portafogli.

Trasportato questo concetto dalla nostra vita privata a quella sociale, le possibilità si moltiplicano: potremo ricevere un avviso ogni volta che passiamo davanti un locale, un bar, un negozio o un luogo pubblico dove ci sono molte persone che condividono i nostri gusti o le nostre abitudini. Questo perché ognuno di noi, seppur in forma anonima, avrà un alter ego virtuale nel quale verranno archiviati gusti, abitudini, acquisti e un sistema cloud potrebbe facilmente avvertirci quando altri "profili compatibili" si trovano in zona.

Futuro

Un ultimo grande vantaggio dell'Internet degli Umani starebbe nella sicurezza personale: il fatto che ognuno di noi sia tracciato significa che sarebbe anche rintracciabile, quindi rapire una persona diventerebbe molto più difficile così come sarebbe fin troppo facile individuare il colpevole tra gli individui presenti sulla scena di un'eventuale aggressione. Anche perdersi senza che nessuno riesca a trovarci diventerebbe altamente improbabile. In caso di malore, poi, il personale medico dell'ambulanza di soccorso potrebbe sapere in pochi secondi sia la nostra precisa posizione che la nostra storia clinica e così salvarci la vita.

Internet of Human Things: cosa manca ancora

Per rendere possibile l'Internet delle Cose, prima e quella degli esseri umani, dopo, ci sono dei presupposti tecnici imprescindibili. Innanzitutto, serve un'ottima e capillare connessione dati per far viaggiare l'enorme mole di informazioni necessarie allo scopo in modo sicuro e stabile. Poi serve dotare i luoghi fisici di dispositivi smart: per pagare senza contanti e senza carte servono POS abilitati alla comunicazione NFC, per aprire le porte senza chiavi servono serrature intelligenti e così via. Nel caso dei pagamenti, in ogni caso, va considerato che per molto tempo ancora dovremo portarci sempre almeno un po' di soldi "fisici" in tasca per far fronte ad eventuali problemi di connessione o di errore temporaneo nel servizio di gestione delle transazioni online. Per rendere possibile l'Internet degli Umani servirà tutto ciò ma in misura ancor più grande e, di conseguenza, servirà una capacità di calcolo "lato cloud" veramente imponente.

Impianto chip

I rischi dell'Internet of Human Things

Tutto quello che abbiamo descritto fino ad ora, mostrandone i vantaggi, per molte persone è un incubo più che un sogno. Ed è un'opinione assolutamente legittima, perché i rischi connessi all'Internet of Human Things sono ancora più grandi di quelli, già non indifferenti, dell'Internet delle Cose. Il primo grande rischio è quello della privacy: consegneremo tutte le informazioni relative a ogni nostra azione ed ogni singolo istante della nostra vita a una società privata o a un ente pubblico che, si spera, li gestirà in maniera rigorosa e rispettosa dei nostri diritti, senza usarli per scopi diversi come ad esempio per discriminarci o per controllarci. Un altro grande rischio è quello dell'acutizzarsi del digital divide, il divario digitale già oggi esistente tra Nord e Sud del mondo, tra centro e periferia. In futuro, semplicemente, potrebbero esserci cose che chi non è connesso non potrà fare e servizi che non potrà ricevere. L'ultimo grande, anzi enorme, rischio riguarda la sicurezza informatica: se qualcuno dovesse riuscire a violare i server dell'azienda o dell'ente che gestisce il nostro chip, potrebbe far sparire i nostri soldi da un momento all'altro senza che ci si possa fare nulla, oppure potrebbe ricattarci ed estorcerci del denaro per non rivelare in pubblico informazioni riservate. Provate a pensare ad uno stalker e al suo partner: se il primo riuscisse ad ottenere i dati del secondo potrebbe raggiungerlo ovunque nel mondo.

A cura di Cultur-e
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