21 anni, tennista, San Candido. Jannik Sinner è un tennista italiano, per l’esattezza il numero 10 della classifica ATP.
Guardiamo a lui come ad uno dei migliori tennisti della sua generazione. Nato a Sesto Pusteria, da una famiglia madrelingua tedesca, ha imparato fin da bambino l’importanza del lavoro e del sacrificio.
Entrambi i genitori lavorano in un rifugio in Val Fiscalina, il padre come cuoco, la madre come cameriera.
Da piccolo Jannik cerca la sua strada praticando diversi sport, tra cui calcio e sci, gareggiando anche a livello nazionale.
E’ a 8 anni che scopre la sua vera passione: il tennis. Un amore corrisposto: fin dai primi allenamenti viene notato per il suo talento.
A soli 13 anni il nostro Jannik si trasferiace a Bordighera per fare sul serio e iniziare la scalata nel mondo del tennis.
La sua migliore qualità? Come ci racconto proprio lui, è mantenere la calma in ogni situazione.
Gli allenamenti spossanti non lo spaventano, è disposto a tutto pur di raggiungere il suo sogno: diventare uno dei massimi campioni di tennis al mondo.
Jannik Sinner: l’intervista
Le difficoltà a cui un tennista deve andare incontro sono molte, ma Jannik non è mai stato spaventato:
“In un campo da tennis sei sempre in difficoltà. C’è pressione, ci sono gli avversari ovviamente, qualche volta campi che ti piacciono un po’ meno, diversi tipi di palle.
Ti alleni proprio per tirarti fuori da queste situazioni difficili”.
La conoscenza di sé stessi non è scontata e non sempre avviene al primo colpo:
“Ho riconosciuto me e la mia personalità facendo altre cose, ma con lo sci, il calcio e il tennis ho capito che il tennis è quello giusto perché io vedo un avversario e devo competere contro quello lì.
Nello sci vai giù, non vedi nessuno, nel calcio una persona faccia la differenza è molto difficile; quindi, io ho capito così me stesso”.
Nella famiglia di Jennik il lavoro è sempre venuto al primo posto:
“Papa è un cuoco, la mamma è una cameriera, come primo posto abbiamo sempre il lavoro, e quando sento che dicono “è predestinato Sinner” beh sì, in un senso è vero, nell’altro sono predestinato sul lavoro.
Quando avevo preso questa decisione a 13 anni e mezzo di andar via, il mio sogno era di diventare un campione. Ancora non lo sono, però lavoro per questo”.
Jannik ci insegna che bisogna sempre tirare fuori il massimo di noi stessi per raggiungere i propri sogni
“Poi ci sono i sogni. Per arrivare ai sogni devi fare tanti sacrifici, la strada è lunga però io non ho paura di mettermi in situazioni di stress.
La cosa più importante di ognuno di noi è di tirar fuori il cento per cento delle qualità come giocatore e persona, questo è il mio sogno.
Per il futuro non lo so ancora, spero di avere anche tante altre cose belle nella vita”.
Jannik è futuro.