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Crisi idrica: la tecnologia potrà aiutarci a risolvere il problema?

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La crisi idrica è una delle più grandi sfide che l'umanità deve affrontare nei prossimi decenni. L'intelligenza artificiale può fornire una soluzione a questa problematica, aiutando a prevedere le future esigenze di acqua e a gestire le risorse idriche in modo più efficiente

crisi idrica | Fastweb Plus DOERS / iStock via Getty Images

L’Italia è uno dei paesi con le maggiori risorse idriche in Europa: laghi, fiumi, bacini artificiali, falde acquifere sotterranee apportano al paese una media di circa 58 miliardi di metri cubi d’acqua disponibile. Nonostante questa ricchezza, negli ultimi anni, quello della crisi idrica sta diventando un problema sempre più grave e sempre più sentito.

Il Po, per esempio, ha circa 100 milioni di metri d’acqua in meno rispetto a corrispondenti periodi degli anni precedenti; sono a rischio idrico anche altre regioni quale il Veneto e l’Emilia Romagna oltre ai territori meridionali che, storicamente, hanno sempre avuto una più alta tendenza alla siccità e alla desertificazione.

crisi idrica

    piyaset / iStock via Getty Images

La crisi climatica rappresenta sicuramente la causa principale di questa tendenza: diminuzione delle piogge e delle precipitazioni nevose da una parte e innalzamento delle temperature dall’altra contribuiscono a ridurre notevolmente la quantità di acqua precipitata e raccolta sul territorio.

Se a questo si aggiungono altri fattori (urbanizzazione, inquinamento, sfruttamento intensivo con tecniche agricole aggressive, erosione del territorio) si comprende come mai quello della crisi idrica è un problema che oramai non si può più trascurare.

Ma come si può intervenire per arginare il fenomeno? 

Il primo imperativo da tenere in considerazione è: non sprecare! “Chiudi il rubinetto mentre ti spazzoli i denti!”, “Prediligi la doccia al bagno!”, “Non risciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie!” sono solo alcuni degli insegnamenti che ci sentiamo ripetere: l’impegno individuale è la base da cui dover partire. Ma da solo questo impegno non basta.

crisi idrica

    SbytovaMN/  iStock via Getty Images 

Un grande focus, per esempio, va fatto sulla rete distributiva italiana.
Stando ad alcuni studi, per esempio, la rete idrica disperde nel sottosuolo circa il 40% dell’acqua che trasporta a causa di un notevole deterioramento del sistema di distribuzione. Sarebbe necessario un intervento massivo su tutta la rete acquedottistica ma i costi e soprattutto i tempi di un intervento così esteso sarebbero troppo elevati.

E’ qui che entrano in campo la tecnologia e l’applicazione dell’intelligenza artificiale per dare un contributo nella lotta contro la crisi idrica.

Punto di partenza è la raccolta dei dati: con l’uso di contatori digitali, monitorando i consumi di una specifica fascia di utenza e in periodi più o meno lunghi dell’anno, per esempio, si ha la possibilità di apprendere informazioni sulle abitudini di consumo di quella specifica fascia, in quel dato territorio e, allo stesso tempo, di poter fare delle previsioni profilate sull’attività e sulle relative necessità.

Controllando inoltre i punti nodali della rete di distribuzione, si possono rilevare con facilità consumi anomali, segno di possibili “furti” d’acqua o ancora spia di danni verificatisi lungo la tratta.

crisi idrica

    Yuuji /  E+ via Getty Images

Raccolti i dati che, ovviamente, più numerosi sono e meglio è, si passa all’elaborazione degli stessi. E’ qui che entrano qui in campo algoritmi di intelligenza artificiale. Essi possono incrociare il prezioso database raccolto con diversi altri fattori quali le previsioni di utilizzo, le condizioni atmosferiche, eventuali situazioni critiche sulla rete (come, ad esempio, i guasti non riparati), per favorire interventi e soprattutto fornire una solida base per le politiche di gestione delle risorse idriche.

La prevenzione assume sempre più un ruolo rilevante anche in campo idrico. Come anticipato, lo stato di deterioramento della rete di distribuzione italiana comporta la perdita di una notevole quantità di acqua che potrebbe essere utilizzata per altre attività.

Oggi si interviene solitamente in modalità “reattiva” ossia solo dopo il manifestarsi di un guasto o di una perdita, oppure si agisce in modalità “preventiva”, ossia per mezzo di interventi programmati che però potrebbero essere non realmente necessari in quanto non tengono conto dello stato della rete.

È importante invece agire prima del guasto e intervenire nei punti realmente critici per prevenire la dispersione. E’ questa la cosiddetta “manutenzione predittiva”, una tecnica in continua diffusione che, attraverso l’installazione di sensori che sfruttano l’intelligenza artificiale, applicazioni IoT (Internet of Things) e strumenti di analisi evoluti, è in grado di monitorare in maniera continuativa lo stato di funzionamento di una macchina, di una rete, di una attrezzatura e quindi di consentirne una manutenzione più mirata.

Si evita così di intervenire quando ormai “il danno è fatto” con tutte le conseguenti perdite dovute al mancato funzionamento oppure di disperdere tempo e risorse in interventi che potrebbero non essere necessari.

Applicata alla rete idrica, la tecnica predittiva consente di individuare possibili anomalie e guasti prima che diano luogo a perdite, attraverso il monitoraggio delle normali prestazioni della rete ma anche in combinazione con altri fattori quali età, materiale e stato di usura della condotta ed elementi esterni come temperatura, stato e profondità del suolo, e danni verificatisi in precedenza. 

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    ThomasVogel /  E+ via Getty Images

Attualmente nel mondo e in Italia sono diverse le società e le diverse start up che si stanno interessando e muovendo per porre riparo all’emergenza idrica: da Aqualia, che opera in molti Paesi europei e non solo, al Gruppo Engineering che collabora con l’Acquedotto Pugliese, solo a titolo di esempio.

Indipendentemente dal marchio, la speranza è che si possa agire bene, agire al più presto e che l’innovazione tecnologica, unita al senso di responsabilità del singolo, possa contribuire ad arginare rapidamente il problema della crisi idrica così dilagante.

Scritto da:
Angela Lorusso
Business Process Specialist
Un'archeologa prestata alla tecnologia.
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