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Gli errori più famosi e preoccupanti dei sistemi di intelligenza artificiale

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Gli errori dell’intelligenza artificiale mostrano limiti, bias e rischi reali: dai dati inventati al riconoscimento facciale, cosa sapere per usarla in modo consapevole

errori comuni ai Shutter

In Breve (TL;DR)

  • L’intelligenza artificiale può commettere errori come allucinazioni, bias e interpretazioni fuori contesto, soprattutto quando genera contenuti plausibili ma non verificati.
  • I casi reali dimostrano che l’AI può produrre citazioni inventate, valutazioni distorte e decisioni con conseguenze concrete in ambiti legali, informativi e istituzionali.
  • Usare l’intelligenza artificiale in modo affidabile significa conoscerne i limiti, applicare pensiero critico e affiancare sempre il controllo umano alle risposte automatiche.

L’intelligenza artificiale è sempre più presente nella vita quotidiana, dai motori di ricerca ai servizi digitali, fino agli strumenti di lavoro e supporto decisionale. Parlare di intelligenza artificiale affidabile oggi significa anche riconoscere che questi sistemi possono commettere errori, talvolta con conseguenze rilevanti. Negli ultimi anni, infatti, sono emersi numerosi casi di errori dell’intelligenza artificiale legati a informazioni inventate, citazioni inesistenti, valutazioni scorrette o decisioni poco trasparenti.

Quando l’AI sbaglia, il problema non è solo tecnico: spesso riguarda la fiducia che utenti e organizzazioni ripongono in sistemi che non “capiscono” davvero ciò che producono, ma elaborano probabilità sulla base dei dati disponibili.

Comprendere quando l’intelligenza artificiale sbaglia e perché accade è fondamentale per usarla in modo consapevole, soprattutto in ambiti delicati come l’informazione, la sicurezza e i processi decisionali. Approfondire il funzionamento reale di questi algoritmi aiuta a ridimensionare le aspettative degli utenti, che vi si affidano spesso ciecamente senza adoperare pensiero critico, e a riconoscere i limiti strutturali dell’AI, che è uno strumento certamente utile, ma solo se impiegato in modo efficace e consapevole.

Gli errori più comuni dell’intelligenza artificiale

Shutterstock

Quando si parla di errori dell’intelligenza artificiale, è importante distinguere tra fenomeni diversi che vengono spesso confusi. Uno dei più noti è l’allucinazione, che si verifica quando un sistema di AI genera contenuti formalmente corretti ma basati su informazioni inventate, come fonti inesistenti, dati falsi o citazioni mai pronunciate.

In questo caso l’AI non “sbaglia” un calcolo, ma colma un vuoto informativo producendo una risposta plausibile, perché il suo obiettivo è completare il testo in modo coerente, non verificarne la veridicità.

Diversi sono invece gli errori veri e propri, che possono derivare da dati di addestramento incompleti, distorti o non aggiornati. In questi casi l’intelligenza artificiale fornisce risposte scorretteperché apprende da informazioni già sbagliate o parziali, replicando bias e imprecisioni presenti nei dataset.

Esistono poi errori legati al contesto: l’AI può interpretare male una richiesta, fraintendere il significato di una domanda o applicare una logica valida in un ambito diverso da quello corretto. Comprendere queste differenze è fondamentale per valutare l’affidabilità dell’intelligenza artificiale e per usarla come strumento di supporto, non come fonte unica e definitiva. Approfondire come funzionano i modelli aiuta a riconoscere quando una risposta è utile e quando, invece, va verificata con attenzione.

Bias e discriminazioni: quando l’AI fornisce risposte distorte

Shutterstock

Un’altra categoria di errori dell’intelligenza artificiale riguarda i bias, ovvero distorsioni sistematiche che portano l’AI a produrre risultati discriminatori o ingiusti. A differenza delle allucinazioni, in questo caso il sistema non “inventa” informazioni, ma replica e amplifica pregiudizi già presenti nei dati di addestramento.

Se i dataset riflettono squilibri sociali, culturali o storici, l’AI tende a riprodurli in modo automatico e spesso invisibile all’utente finale.

Numerosi studi hanno mostrato come sistemi di AI utilizzati per la selezione del personale abbiano penalizzato candidati donne o appartenenti a minoranze, perché addestrati su dati storici sbilanciati. In ambito finanziario e assicurativo, alcuni algoritmi hanno mostrato valutazioni del rischio meno favorevoli per specifici gruppi sociali, pur in assenza di differenze oggettive. In questi casi l’errore non è casuale, ma strutturale: l’AI apprende correlazioni statistiche senza comprendere il contesto etico o sociale in cui opera.

Problemi simili sono emersi anche nel riconoscimento facciale. Diversi sistemi hanno dimostrato tassi di errore più elevati nel riconoscere persone con pelle scura, donne o soggetti non occidentali. Questo ha portato, in alcuni casi, a identificazioni errate e a conseguenze legali gravi, soprattutto quando l’AI è stata utilizzata in ambiti di sicurezza o sorveglianza. Qui l’errore dell’intelligenza artificiale non è solo tecnico, ma diventa un rischio concreto per i diritti delle persone.

Quando l’AI sbaglia, tra casi reali ed errori documentati

Shutterstock

Negli ultimi anni non sono mancati casi concreti in cui l’intelligenza artificiale ha prodotto errori con conseguenze reali, soprattutto in contesti dove affidabilità e precisione sono fondamentali. Uno degli esempi più noti riguarda l’uso di sistemi di AI generativa in ambito professionale e istituzionale. Nel 2023, in Australia, un report ufficiale realizzato con il supporto dell’AI è stato ritirato dopo che erano emerse citazioni accademiche completamente inventate, attribuite a studi e ricercatori inesistenti. Il caso ha portato a un rimborso pubblico e ha acceso il dibattito sulla fiducia cieca nei sistemi di intelligenza artificiale utilizzati senza adeguati controlli umani.

Errori simili sono emersi anche in ambito legale. Negli Stati Uniti, alcuni avvocati hanno presentato in tribunale documenti contenenti precedenti giuridici falsi, generati da un sistema di AI che aveva “allucinato” sentenze mai emesse. In questi casi, l’errore non era immediatamente riconoscibile, perché il linguaggio utilizzato era coerente e credibile, ma le fonti non esistevano.

L’episodio ha evidenziato come l’AI possa risultare formalmente corretta ma sostanzialmente inaffidabile, se non affiancata da verifiche rigorose.

Anche nel settore dell’informazione e dei motori di ricerca non sono mancati problemi. Alcuni sistemi basati su intelligenza artificiale hanno fornito risposte errate su temi di salute, finanza o sicurezza, mescolando dati obsoleti, informazioni incomplete e deduzioni statistiche. In questi casi, l’errore dell’AI non deriva da “malafede”, ma dal modo stesso in cui questi modelli funzionano: non comprendono il significato dei contenuti, ma calcolano la probabilità che una frase sia plausibile.

Questi esempi mostrano perché parlare di intelligenza artificiale affidabile significhi anche riconoscerne i limiti e adottare un approccio critico. L’AI può essere uno strumento potente, ma solo se inserito in processi che prevedano responsabilità, controllo umano e consapevolezza dei rischi.

Per saperne di più: Intelligenza Artificiale: cos'è e cosa può fare per noi

Domande frequenti (FAQ)

  • Perché l’intelligenza artificiale commette errori anche se sembra affidabile?
    Perché i sistemi di AI non comprendono realmente i contenuti che producono, ma generano risposte sulla base di probabilità statistiche. Questo può portare a risultati formalmente corretti ma privi di fondamento reale.
  • Perché è importante comprendere quando l'intelligenza artificiale sbaglia e come funzionano i suoi modelli?
    Comprendere gli errori dell'AI e il funzionamento dei suoi modelli aiuta a valutare la sua affidabilità, a riconoscere quando una risposta è utile e a evitare un utilizzo cieco e non critico.
  • Quali sono le differenze tra allucinazioni ed errori da bias nell'intelligenza artificiale?
    Le allucinazioni si verificano quando l'AI genera contenuti corretti ma basati su informazioni inventate, mentre gli errori legati ai bias derivano da dati di addestramento incompleti o sbagliati, che portano l'algoritmo riproporre risposte che contengono l'errore del database.
A cura di Cultur-e
Addestramento IA non consentito: É assolutamente vietato l’utilizzo del contenuto di questa pubblicazione, in qualsiasi forma o modalità, per addestrare sistemi e piattaforme di intelligenza artificiale generativa. I contenuti sono coperti da copyright.
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