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Allenare il pensiero critico, sei modi per svilupparlo

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Il pensiero critico è una soft skills ritenuta necessaria dalle aziende e che può fare la differenza nel processo di valutazione dei candidati: come svilupparlo

Pensiero critico Shutterstock

Avere pensiero critico significa essere in grado di affrontare la realtà e le varie situazioni che accadono nella vita quotidiana e lavorativa nella maniera migliore, prendendo in considerazione tutti gli elementi coinvolti, con assoluta obiettività. È una vera e propria soft skills, che si sviluppa con il tempo e che può essere allenata, che compare nei requisiti di tantissime proposte lavorative di ogni tipo di azienda e la cui presenza fa la differenza nella fase di valutazione dei candidati.

Avere pensiero critico facilita l’accesso a importanti opportunità lavorative e ad avanzamenti di carriera e consente di avere un impatto positivo nell’ambiente di lavoro in cui si opera, di riuscire a cogliere le cause di un problema, affrontarle e rimuoverle e di avere un approccio orientato all’innovazione.

Il pensiero critico consente evita il ragionamento per pregiudizi. Chi possiede questa abilità ha la tendenza a prendere decisioni ponderate e svincolate dal pensiero altrui e a ragionare con una mentalità aperta e senza condizionamenti. Permette di analizzare le informazioni in proprio possesso nel miglior modo possibile e di fornire la risposta più efficace ad un problema.

Per diventare più produttivo, migliorare i processi decisionali, incrementare le proprie performance, rafforzare le relazioni basate sulla fiducia tra colleghi e con i superiori e valutare al meglio il proprio lavoro, si deve allenare il pensiero critico. Scopriamo come fare.

  • 1. Diventare più consapevoli di sé stessi e comprendere come si ragiona
    Consapevolezza

    Shutterstock

    La consapevolezza aiuta il pensiero critico. Se si conosce a fondo se stessi si avranno ben chiari i propri valori, la morale, i propri punti saldi, quelli di debolezza, le proprie preferenze, ciò che fa sentire a proprio agio e ciò che mette disagio e, di conseguenza, il modo in cui si ragiona e si prendono le decisioni.

    Se si ha consapevolezza si possono prendere decisioni nella maniera più razionale possibile. Queste devono essere assunte sulla base delle informazioni in proprio possesso e in relazione a come i dati vengono elaborati dalla propria mente. Comprendere come questa elaborazione e come il proprio ragionamento avviene permette di essere più efficienti e di non commettere errori.

    Prima di prendere una decisione rilevante, si può dedicare del tempo all’analisi del proprio processo di pensiero, capire come si ragione di consueto, cercando di sospendere ogni automatismo e, soprattutto, il giudizio. In questo modo si agisce in modo più obiettivo e, con molta probabilità, si conseguono risultati migliori. Ascoltare i consigli altrui potrebbe essere un valido modo per individuare i propri limiti.

  • 2. Essere lungimiranti, empatici ed ascoltare attivamente il prossimo
    Lavorare insieme

    Shutterstock

    Per sviluppare il pensiero critico occorre essere in grado di non pensare solo a se stessi, ma anche a ciò che viene percepito dagli altri e come questi potrebbero reagire o operare. Quando si analizza una situazione e si prendono decisioni a riguardo è sempre opportuno provare a mettersi nei panni degli altri, immaginare come potrebbero sentirsi e le conseguenze che potrebbero esserci. Ciò consente di evitare situazioni complicate ed avverse.

    L’ascolto è un elemento importante, in assenza del quale non si può sviluppare un pensiero critico. L’opinione e il punto di vista di colleghi e superiori o, nella vita privata, di amici e familiari, deve essere sempre tenuto in considerazione quando si esamina una situazione, soprattutto se controversa e se potrebbe portare alla nascita di diverse prese di posizioni apparentemente irremovibili.

    Per un ascolto attivo è bene accettare il pensiero altrui, anche se non convergente con il proprio, incoraggiare l’altro al dialogo, tenendosi pronti ad ascoltare anche le confidenze.

    Si deve compiere uno sforzo ulteriore e cercare di comprendere nel profondo ciò che gli altri dicono, le motivazioni alla base delle loro proposte e delle loro opinioni, i loro bisogni, le loro aspettative, le ansie e le paure.

  • 3. Studia la situazione, poni le domande giuste e ricorri alla tua esperienza
    Lavorare in gruppo

    Shutterstock

    Non si possono prendere decisioni o sviluppare pensieri e opinioni se non si comprende a pieno la situazione oggetto d’esame e se non la si studia in maniera approfondita, sotto ogni punto di vista. Se non ci si sente sicuri di qualcosa o si hanno dei dubbi non si deve aver paura di fare domande. Si può chiedere una conferma di ciò che si pensa di sapere, per essere certi di non aver commesso errori. Chiedere di ripetere i le criticità e maggiori chiarimenti sulle opportunità da cogliere aiuta ad ottenere buoni risultati e a prendere decisioni più consapevoli.

    Quando ci si confronta con altre persone, è bene sapere sempre se quella che si sta ascoltando è una opinione personale, una proposta o la narrazione di un fatto in maniera oggettiva. Conoscendo la natura dell’informazione ricevuta si possono prendere decisioni obiettive. Ogni argomento ha degli elementi costituitivi, che devono essere valutati singolarmente. Prima di prendere la decisione finale, è essenziale cercare di rilevare eventuali contraddizioni e ricorrere alla propria esperienza per capire cosa è più giusto fare.

    Laddove manca l’esperienza, fare delle ricerche, chiedere e confrontarsi con i propri colleghi, un mentore o i superiori per sapere se si sono trovati già ad affrontare situazioni simili. Infine, analizzare tutti gli elementi in proprio possesso per poter arrivare alla soluzione migliore.

    Per saperne di più: Cos'è il problem solving e come sviluppare questa competenza

A cura di Cultur-e
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