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Vecchi smartphone e reti di nuova generazione: perché non funzionano

Con lo switch-off della rete 3G che si avvicina, i vecchi smartphone non funzioneranno: cosa cambierà

reti cellulari

Entro il 2023 un vecchio smartphone con tecnologia 3G potrebbe non funzionare più. Il motivo è nella continua evoluzione delle reti cellulari e con l’avvicinarsi nel mondo, e anche in Italia, dello switch-off delle reti 3G. La tecnologia delle reti cellulari evolve rapidamente e sempre più operatori telefonici si preparano a liberare le frequenze di banda occupate dal 3G per fare spazio a reti 4G più capillari, e soprattutto alla diffusione del nuovo standard: le reti 5G, che garantiscono una connessione più stabile e veloce. Gli smartphone più datati che supportano fino al 3G, una volta che le reti saranno dismesse, potranno probabilmente continuare a effettuare e ricevere chiamate, appoggiandosi sulle reti 2G, ma la navigazione in Internet risulterà inevitabilmente compromessa e la copertura del segnale per i vecchi telefoni sarà limitata o addirittura assente.

Reti cellulari: dal 1G al nuovo standard 5G

reti cellulariLe reti cellulari sono in rapida evoluzione fin dal lancio negli anni Ottanta dell’1G, cioè la prima generazione di tecnologia cellulare wireless. Appena 10 anni dopo, arriva la seconda generazione (2G), basata sullo standard GSM e di natura digitale, che ha segnato anche il debutto dei messaggi SMS. Da allora, gli standard della rete cellulare hanno continuato ad avvicendarsi con l’arrivo del 3G nei primi anni 2000, che offrì per la prima volta la possibilità di navigare velocemente in internet, poi il 4G nel 2009 e infine la più recente tecnologia 5G a partire dal 2018. Ogni passaggio alla generazione successiva ha rappresentato un miglioramento della tecnologia precedente, offrendo un segnale Internet mobile sempre più potente e velocità di connessione superiori. In appena 30 anni si è passati dalle semplici telefonate, alla navigazione web fino allo streaming ad alta risoluzione direttamente su smartphone e tablet.

Reti cellulari e dismissioni: come funzionano

reti cellulariPer tenere il passo con le nuove generazioni di reti e offrire un servizio capillare e con una copertura sempre più estesa, gli operatori di telefonia mobile sono costretti a dismettere le vecchie reti cellulari. Ciò perché proprio come il Wi-Fi, i provider di telefonia mobile possono utilizzare solo una specifica gamma di frequenze radio per le loro reti.

Dismettere le reti 2G o 3G, quindi, significa liberare frequenze che potranno essere riutilizzate e riassegnate ai nuovi standard per ottenere un potenziamento della rete Internet mobile.

Ad esempio, nel 2021 in Italia gli operatori offrono ancora supporto per le reti 2G e 3G, mentre aumentano la rete 4G e soprattutto la copertura del 5G. Sempre più operatori telefonici, però, hanno avviato negli ultimi anni la dismissione del 3G, che dovrebbe completarsi entro il 2022, mentre quella del 2G al momento è rimandata almeno fino al 2029. Si va quindi verso una progressiva dismissione degli standard più vecchi per liberare frequenze da mettere a disposizione delle reti di nuova generazione, così da creare una copertura capillare con connessioni più veloci e potenti.

Reti 3G dismessa prima del 2G: i motivi

reti cellulariSia il 3G che il 2G sono standard ormai obsoleti e superati dal 4G e soprattutto dal 5G, ma al momento in Italia si procede solo con la dismissione delle reti di terza generazione.

Seppur più vecchie, le reti 2G resistono e il motivo è da ricercare nel suo utilizzo nel mondo dell’industria.

Ad oggi molti sistemi di allarme, così come contatori elettrici o POS per i pagamenti con carte di credito e bancomat, supportano le SIM dette M2M, machine-to-machine cioè “da macchina a macchina”, che navigano sulla rete 2G. Anche se la seconda generazione di reti è molto lenta, rimane comunque solida e ancora ampiamente utilizzata, motivo per cui la sua (eventuale) dismissione è rimandata dagli operatori telefonici.

Smartphone 3G: cosa accade e cosa fare

reti cellulariAnche se gli standard delle reti mobili si evolvono rapidamente, non è questo il motivo per cui i vecchi telefoni rischiano di non funzionare. Il vero problema è la dismissione delle reti 3G, che avrà inevitabilmente delle ripercussioni sull’utilizzo dei vecchi smartphone che supportano solo questo standard.

Un vecchio telefono come l’iPhone 4 o un vetusto Samsung Galaxy S, che supportano fino alla tecnologia 3G, una volta che questa sarà dismessa, potrà continuare a effettuare e ricevere chiamate e inviare SMS grazie al 2G, così come navigare in Internet a velocità decisamente limitata, a meno che non ci si connetta a una rete Wi-Fi. Le soluzioni disponibili per gli utenti saranno a quel punto solo due: continuare a utilizzare il vecchio telefono, consapevoli delle limitazioni della rete 2G e quindi impiegandolo soprattutto connettendosi attraverso il Wi-Fi, oppure acquistare un nuovo smartphone che supporti gli standard di connettività di nuova generazione.

A cura di Cultur-e
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