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Mappatura olografica con frequenze Wi-Fi, le possibili applicazioni

Un gruppo di ricercatori dell'Università di Monaco ha scoperto come usare le frequenze Wi-Fi per mappare ambienti e oggetti. Ecco come funziona

Router Wi-Fi

Quando pensiamo a una rete Wi-Fi il più delle volte la immaginiamo come una sorta di coperta trasparente capace di "coprire e avvolgere" la nostra abitazione (ma anche l'ufficio, il centro commerciale o una piazza della nostra città) e trasportare dati e informazioni da una parte all'altra del globo. Quello che ci resta difficile da immaginare è che, come una coperta, il segnale Wi-Fi è in grado di rilevare le nostre forme e quelle dell'ambiente in cui ci troviamo, riuscendo a mapparlo e a creare un'immagine tridimensionale di tutto ciò che "tocca".

Questi i risultati di una ricerca condotta da alcuni studiosi della Technical University of Munich, capaci di ideare e realizzare un sistema che crea ologrammi tridimensionali partendo dalle informazioni ricavate dalle frequenze Wi-Fi di un'antenna fissa e un'antenna mobile. Questa architettura consente di triangolare il segnale e ricavare una mappatura piuttosto precisa di un ambiente e di tutti gli oggetti – immobili e in movimento – che si trovano al suo interno.

Secondo gli studiosi tedeschi, le applicazioni in ambito industriale della loro scoperta potrebbero essere molteplici. Un sistema di robot, ad esempio, potrebbe sfruttare la capacità di mappatura del Wi-Fi per muoversi liberamente all'interno di impianti produttivi o dei magazzini senza che ci sia un controllore umano a dirigerli. Allo stesso tempo, la mappatura Wi-Fi può essere utilizzata anche come un sistema di tracciatura dei movimenti, in grado di rilevare gli spostamenti di oggetti e persone all'interno di un ambiente chiuso.

Come funziona la mappatura degli ambienti con il segnale Wi-Fi

Nel corso dei loro esperimento, gli scienziati tedeschi hanno utilizzato una coppia di antenne Wi-Fi: una fissa e una mobile, utile a triangolare il segnale Wi-Fi da diverse posizioni. In alternativa, il sistema di mappatura tridimensionale e olografica potrebbe essere costituito da più antenne fisse: ciò consentirebbe di aumentare la risoluzione delle immagini e ottenere scansioni ancora più precise.

 

Mappatura con frequenze Wi-Fi in corso

 

In questo senso, una grossa mano potrebbe arrivare dallo standard IEEE 802.11ad (detto anche WiGig) che, impiegando le frequenze Wi-Fi a 60 gigahertz consentirebbe di creare immagini tridimensionali con una precisione nell'ordine di pochissimi millimetri. Insomma, sarebbe più o meno come avere tra le mani una videocamera 3D in bianco e nero.

Possibili applicazioni della mappatura Wi-Fi

Questa tecnologia potrebbe trovare anche altre applicazioni oltre a quelle industriali già citate. Un sensore Wi-Fi con capacità di scansione tridimensionale degli oggetti e degli ambienti, ad esempio, potrebbe permettere di ritrovare con facilità oggetti smarriti in casa. Oppure, sperano gli studiosi tedeschi autori della scoperta, la mappatura Wi-Fi potrebbe essere impiegata nelle missioni di soccorso e aiutare a ritrovare dispersi sepolti da una valanga di neve o dalle macerie in seguito a un terremoto o un crollo improvviso di un'abitazione.

 

Riproduzione schematica dell'applicazione della mappatura olografica 3D

 

Problema per la privacy?

La capacità di creare ologrammi in movimento e, dunque, tracciare gli spostamenti delle persone, potrebbe però rappresentare un problema tutt'altro che secondario per quel che riguarda la privacy e la difesa dei dati personali. Un datore di lavoro, ad esempio, potrebbe sfruttare le funzionalità di questo sistema per sorvegliare – spiare – i propri dipendenti, controllando cosa fanno e come si muovono nell'arco della loro giornata lavorativa.

Allo stesso tempo, qualcuno potrebbe utilizzare il segnale Wi-Fi per spiare un vicino di casa o un collega e ricavare, così, preziose informazioni per quanto riguarda le abitudini e lo stile di vita della persona spiata. Fortunatamente, difendersi da questo tipo di minaccia non dovrebbe essere troppo complesso: gli scienziati tedeschi hanno infatti testato questa tecnologia con vari materiali, scoprendo che alcuni hanno proprietà particolarmente "riflettenti" e permetterebbero, dunque, di schermare con facilità le onde radio delle antenne Wi-Fi "indesiderate".

A cura di Cultur-e
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