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Lo standard HTTP/2, le caratteristiche

Per caricare una pagina html saranno necessarie meno richieste di accesso al server. In questo modo la rete sarà meno congestionata e il download delle risorse web più veloce

HTTP

Meno congestionato, più veloce e più sicuro. Il web del futuro (molto prossimo, a quanto pare) dovrebbe garantire agli internauti di tutto il mondo un caricamento delle pagine più rapido (quindi, una navigazione più veloce) e un livello di sicurezza informatica più elevato rispetto a quanto accade oggi. Merito della definizione di un nuovo standard HTTP (Hypertext transfer protocol, protocollo di trasferimento degli ipertesti) che dovrebbe presto sostituire la release HTTP/1.1, rilasciata nel 1997 (e aggiornata nel 1999) e ancora oggi in uso dalla gran parte dei portali web.

L'annuncio

A diffondere la notizia Mark Nottingham, presidente di IETF HTTP Working Group e tra i responsabili dello sviluppo della nuova versione del protocollo http. L’HTTP/2 sarà ora inviato all'RFC editor (acronimo di Request for Comment, associazione specializzata nella revisione di protocolli e standard relativi al mondo del web e di Internet in generale) per un ultimo controllo concluso il quale il nuovo standard potrà essere implementato all'interno dei server web di tutto il mondo.

 

Internet

 

Lo sviluppo del nuovo standard HTTP ha richiesto diversi anni di lavoro e arriva a 16 anni di distanza dall'ultima modifica apportata al protocollo ideato da Tim Berners-Lee sul finire degli anni '80. Il percorso dell’HTTP/2, però, non è ancora terminato: l'ultima revisione, infatti, potrebbe richiedere mesi se non addirittura anni. Oltre a ciò va considerato che il dispiegamento (installazione su tutti i server web) di una versione aggiornata del protocollo non è un affare così immediato come si potrebbe immaginare.

Che cos'è HTTP/2

Si tratta della nuova versione dello standard HTTP, esempio “tipico” di protocollo richiesta-risposta utilizzato nel web per accedere a determinate risorse (ad esempio una pagina html) ospitate dai server. Basato sul protocollo SPDY (inizialmente ideato da Google per Chrome e successivamente adottato anche da altre software house), permetterà di superare i limiti congeniti del “vecchio” HTTP/1.1: dal 1999 ad oggi, infatti, il web è mutato profondamente, mentre lo standard HTTP è rimasto sostanzialmente immutato. Ciò ha reso altamente inefficienti le richieste di accesso a una pagina web: il caricamento di ogni singolo elemento di una pagina web (oramai diventati decine, se non centinaia, tra immagini, testi, widget e quant’altro) corrisponde a una nuova richiesta al server, sovraccaricando così di lavoro sia la Rete sia lo stesso server. L’HTTP/2 nasce principalmente per risolvere questo problema.

Qual è la differenza

Essendo un protocollo più moderno, lo HTTP/2 velocizza il transito dei dati lungo le dorsali web cambiando le modalità con le quali i dati vengono richiesti dal browser e sono inviati dal server. Utilizza gran parte delle tecnologie già utilizzate dal vecchio HTTP/1.1 ed è retrocompatibile con questo standard, ma assicura una maggiore efficienza “lavorativa”.

 

HTTP

 

Una richiesta di accesso al server permetterà di ricevere una quantità di dati maggiore rispetto al passato, eliminando la necessità di inviare più richieste per il caricamento di una singola risorsa web (come, ad esempio, una singola immagine in una pagina html). Il client, inoltre, potrà inviare contemporaneamente più richieste a più server, velocizzando ulteriormente il caricamento di uno o più siti Internet.

Si vedrà la differenza?

Sì. I portali e i server web che per primi implementeranno il nuovo standard si caricheranno molto più velocemente rispetto a quelli basati sul vecchio HTTP/1.1. L’HTTP/2, inoltre, permetterà di velocizzare anche la navigazione mobile: riducendo il numero di richieste necessarie per il caricamento di una singola pagina web, permetterà anche a smartphone e tablet di accedere più rapidamente alle risorse presenti all'interno dei server ottenendo nel contempo anche una certa riduzione del traffico dati necessario.

Cosa dovrà fare l'utente?

Nulla. Dal punto di vista dell'internauta, infatti, cambierà ben poco (a parte la velocità, ovviamente): nella barra degli indirizzi continuerà a comparire la stinga “http://”, mentre “sottotraccia” il browser si occuperà di scegliere quale standard HTTP utilizzare (HTTP/1.1 o HTTP/2 a seconda del server cui ci si collega). L’esperienza sarà simile a quella degli utenti Chrome che, oramai da qualche tempo, utilizzano in sottotraccia il protocollo SPDY senza notare alcuna differenza nella propria esperienza di navigazione.

 

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E la sicurezza?

Anche con il nuovo standard HTTP/2 si potrà continuare a utilizzare il protocollo HTTPS, la versione sicura e crittografata utilizzata da banche, piattaforme di e-commerce, portali di posta elettronica ma anche, sempre più spesso, da normali portali di notizie ed informazioni (wikipedia, per fare un esempio). L'accesso crittografico è uno di quegli elementi che l’HTTP/2 mutuerà dal vecchio protocollo: l'utente, come detto, non noterà alcuna differenza tra la vecchia e la nuova versione dello standard. Ma non è tutto: l’HTTP/2 utilizza una versione più recente del protocollo TLS (la release 1.2) e pertanto è in grado di offrire livelli di sicurezza informatica superiori rispetto a quelli in uso oggi.

Quando sarà in uso?

Lo standard HTTP dovrà ora essere rivisto un'ultima volta prima di poter essere implementato nei server e nei portali web. L'operazione potrebbe richiedere diversi mesi, ma i big del settore sembrano essere molto fiduciosi al riguardo. Google, ad esempio, ha già annunciato che metterà da parte il protocollo SPDY a favore dello standard HTTP/2 e inizierà a implementarlo in Chrome a partire dai primi mesi del 2016.

A cura di Cultur-e
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