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La biografia di Robert Pera

Dopo aver abbandonato Apple quasi per disperazione, decide di mettersi in proprio. Da lì in avanti sarà una strada costellata di successi

Robert Pera

Se c'è qualcosa che non ha dimenticato della sua adolescenza è l'umiltà e lo spirito di sacrificio. Nonostante sia tra le 400 persone più ricche al mondo, con un patrimonio personale stimato attorno ai 3 miliardi di dollari, Robert Pera vive in una casa con “sole” due stanze da letto e poco altro. “Tanto – spiega il fondatore di Ubiquiti Networks – passo gran parte del mio tempo in ufficio a lavorare e non saprei davvero cosa farci con una casa più grande”. Questo aneddoto, raccontato dallo stesso Robert Pera nel corso di un'intervista rilasciata al network televisivo statunitense NBC, ci aiuta a capire meglio il profilo personale di questo self-made man conosciuto da tutti come “the Wireless wonder”.

L'adolescenza e lo studio

Robert Pera nasce il 10 marzo del 1978 a Saint Louis, ma cresce a Redwood City, cittadina a metà strada tra San Francisco e San Jose. Forse per l'estrema vicinanza alla Silicon Valley, il piccolo Robert si appassiona immediatamente al mondo dell'informatica, coltivando sin dalla più tenera età un profondo interesse per il mondo dei videogame (tanto da acquistare le versioni giapponesi dei videogames più famosi perché commercializzati con un anno di anticipo rispetto agli USA). Figlio di un consulente economico (oggi CEO di Armanino Foods, società che produce e commercializza cibo italiano surgelato) e di un'addetta alle pubbliche relazioni, il futuro CEO di Ubiquiti Networks compie la trafila delle scuole dell'obbligo nella sua città d'origine per poi trasferirsi, con la sorella, presso la sede di San Diego della University of California.

 

Robert Pera con uno dei suoi prodotti

 

Qui mette a frutto le sue due grandi passioni: quella per l'informatica e l'ingegneria elettronica e quella per la lingua e la cultura giapponese. Nel corso degli studi per la laurea triennale (il Bachelor nel sistema universitario statunitense) segue le lezioni per il corso di Ingegneria Elettronica (Bachelor of Science) e Lingua Giapponese (Bachelor of Arts). Terminato il primo ciclo mette da parte gli studi asiatici per concentrarsi esclusivamente su quelli ingegneristici: merito anche di un viaggio in Giappone, nel corso del quale si convince a voler rivoluzionare il mondo delle telecomunicazioni senza fili.

Mela disconnessa

Nel 2002, appena ottenuto il Master of Science in Ingegneria Elettronica, sbarca in Apple. A Cupertino si occupa della fase di testing degli Apple AirPort, i router ideati e realizzati per connettere i dispositivi della mela morsicata. Intrappolato in un lavoro piuttosto ripetitivo e noioso (controllare se le emissioni elettromagnetiche delle antenne sono al di sotto dei limiti di legge), Robert Pera tenta ugualmente di mettersi in luce. Arriva per primo e va via per ultimo; appena può confida a chiunque il suo desiderio di essere trasferito al reparto design, dove mettere a frutto le sue competenze.

 

Robert Pera

 

Nel corso del primo summit annuale del suo team Robert Pera viene ripreso: troppo attivo, gli viene consigliato di rallentare i ritmi lavorativi e non eccedere. Il suo salario resta bloccato a 65mila dollari annui. Nonostante ciò, Robert non demorde e continua ad avanzare proposte: dopo aver analizzato a fondo il modulo Wi-Fi dell'AirPort, ad esempio, scopre che aumentando leggermente le tensioni elettriche delle antenne, il raggio d'azione del router aumenterebbe di parecchio. Anche in questo caso, però, la proposta è rinviata al mittente. È la classica goccia che fa traboccare il vaso: dopo tre anni, Robert Pera decide di abbandonare la casa di Cupertino e, utilizzando i soldi della buona uscita e qualche risparmio che ha da parte fonda una sua startup. L'obiettivo, nemmeno a dirlo, realizzare router wi-Fi poco costosi e che possano rendere al meglio.

Ubiquiti Networks

Robert Pera, con un capitale di poco superiore ai 30mila dollari, fonda nel marzo 2005 (poco più che 27enne) la sua prima startup: Ubiquiti Networks. Nel giugno di quello stesso anno presenta i primi prodotti della serie “Super Range”: lo SR2 e lo SR5. Per minimizzare i prezzi e massimizzare i profitti, Robert Pera decide di eliminare due segmenti apparentemente fondamentali in ogni azienda: il reparto marketing e il reparto sales. Il CEO di Ubiquiti Networks si affida al passaparola sulla Rete e a una vasta rete di rivenditori che permettono di sbarcare sul mercato con prezzi contenutissimi.

 

Robert Pera

 

Nell'agosto 2005 arriva il primo ordine: alcuni operatori Wi-Fi statunitensi ordinano 4.000 schede di trasmissione radio ad alta potenza. Acquistandole sul mercato taiwanese a 30 dollari, Pera può permettersi di rivenderle sul mercato interno a 80 dollari al pezzo, massimizzando così i guadagni e garantendo prodotti di alta qualità. Il gioco, però, non può reggere a lungo e il CEO di Ubiquiti Networks lo sa perfettamente. Decide così di aumentare la posta in gioco: anziché realizzare solamente uno o più componenti, decide di realizzare l'intero dispositivo e metterlo a disposizione degli operatori telefonici.

Il primo tentativo, datato 2007, si rivela un buco nell'acqua, ma al secondo tentativo Robert Pera fa centro. Nell'arco di pochi mesi i profitti si moltiplicano, sino a toccare quota 50 milioni. Imboccata la giusta strada, Ubiquiti Networks continua a crescere anno dopo anno, sino a conquistare consistenti fette di mercato. Nell'ottobre 2011 arriva la quotazione sul listino Nasdaq e Robert Pera, partito con un investimento di poco superiore ai 30mila dollari, si trova ad essere miliardario.

 

Robert Pera

 

Oggi, come detto, il patrimonio personale del CEO di Ubiquiti Networks si aggira attorno ai 3 miliardi di dollari, anche se il suo stile di vita non sembra essere molto differente rispetto a 10 anni fa. I soldi guadagnati negli ultimi anni, però, gli hanno permesso di togliersi un “piccolo” sfizio, l'unico della sua vita probabilmente. Nel giugno 2012, poco dopo la quotazione in borsa della sua società, Pera diviene proprietario dei Memphis Grizzlies, franchigia del campionato professionistico di basket statunitense (la NBA).

A cura di Cultur-e
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