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Smart glasses, la guida completa per acquistare il modello giusto

Gli smart glasses sono uno dei device del futuro e scegliere quello più adatto può essere molto complicato. La guida per acquistare il miglior visore possibile

cosa sono gli smart glasses Fit Ztudio/Shutterstock

Gli smart glasses sono già da oggi considerati uno dei device del futuro. Parliamo di una tecnologia innovativa, che si colloca a metà strada tra le potenzialità di un computer e il fattore di forma di un wearable o di un qualsiasi dispositivo mobile, riescono a coniugare performance e semplicità nell’utilizzo, portando nelle mani degli utenti un prodotto innovativo e con tantissime applicazioni possibili.

Secondo gli esperti del settore, il 2024 sarà l’anno degli occhiali smart e per questo motivo sempre più produttori stanno rivedendo i loro piani di sviluppo, realizzando prodotti dal grandissimo potenziale e pronti a ridefinire completamente l’idea di intrattenimento e di produttività, volgendole verso la realtà aumentata e la realtà virtuale.

Trattandosi di un device così innovativo, acquistarne uno può essere un discorso complicato che, chiaramente, necessita delle giuste conoscenze e delle giuste attenzioni; per questo motivo, ecco una guida all'acquisto dei migliori occhiali intelligenti sul mercato.

  • 1. Smart Glasses monoculari o binoculari
    Smart Glasses

    metamorworks/Shutterstock

    La prima domanda che ci si pone quando si acquistano un paio di smart glasses è se scegliere un device monoculare o uno binoculare.

    Gli smart glasses monoculari hanno un unico display e buona parte dei modelli sul mercato possono essere sovrapposti tranquillamente agli occhiali da vista o da lavoro.

    Rappresentano, generalmente, una soluzione un po’ più complessa da utilizzare (sia a livello di software che di applicazioni) ma sono comunque molto efficienti e garantiscono all’utente una grande libertà di azione.

    Gli smart glasses binoculari hanno la classica forma a occhiale, un design più “classico” e sono molto più intuitivi da utilizzare.

    Un prodotto del genere è la risposta perfetta a chi ha bisogno di un’area di visione più ampia o vuole vivere un’esperienza in 3D.

  • 2. Peso e vestibilità
    Occhiali Smart

    tete_escape/Shutterstock

    Quando si parla di dispositivi indossabili bisogna sempre considerare il comfort, soprattutto se vengono utilizzati per molte ore al giorno.

    La prima cosa da valutare dunque è il peso del device che non deve gravare troppo sulla testa e sul viso dell’utente, così da non provocare alcun fastidio.

    Poi bisogna valutare la vestibilità: un prodotto come gli Apple Vision Pro (pur non trattandosi di smart glasses nel senso classico del termine) è completamente personalizzabile e, in fase di acquisto, può essere completamente adattato alla conformazione fisica dell’utente che li utilizzerà.

    Non tutti i brand offrono un servizio del genere, perciò prima di procedere con la scelta è sempre opportuno provare più di un dispositivo e, prima dell’hardware, controllare che non risulti fastidioso e che possa essere indossato senza problemi.

  • 3. Gli smart glasses più adatti all’utilizzo finale
    Realtà aumentata

    Kaspars Grinvalds/Shutterstock

    Banalmente ogni paio di smart glasses è progettato per un fine specifico: alcuni modelli, ad esempio, sono più adatti per l’intrattenimento, hanno un comparto hardware più semplice e un costo più “ragionevole” ma, ovviamente, hanno anche specifiche tecniche più modeste.

    Altri device, invece, sono progettati per utilizzi ben definiti, magari in campo industriale e progettuale e sono immaginati per essere indossati tante ore garantendo sempre il massimo comfort. Il comparto hardware in questo caso è più importante e spesso includono componenti e funzioni estremamente specifiche che si adattano alla perfezione a qualsiasi contesto produttivo.

    Poi ci sono prodotti estremamente specifici, come gli occhiali utilizzati in campo medico o per la sperimentazione che spesso non sono nemmeno disponibili in commercio e hanno funzioni dedicate al settore in cui vengono utilizzati.

    Addirittura ci sono device da utilizzare in ambito lavorativo, che oltre a garantire ottime prestazioni sono anche resistenti all’acqua, alle cadute e alla polvere e possono essere utilizzati in qualsiasi contesto dalle fabbriche fino ad arrivare a officine specializzate e quant’altro.

     Chiaramente a device specifici corrispondono prezzi ben diversi e, prima di procedere con l’acquisto di un modello è sempre bene chiedersi quale sarà il fine ultimo di quel prodotto.

    Trattandosi di una tecnologia in rapidissimo sviluppo, il consiglio è sempre quello di non pensare solo alla scheda tecnica e alla ricerca del “componente più performante”. La cosa migliore è concentrarsi sull’utilizzo finale e scegliere il modello più in linea con le proprie esigenze in quella specifica categoria.

  • 4. La questione dei controlli
    Smart Glasses lavoro

    Gorodenkoff/Shutterstock

    I comandi degli smart glasses, che gli utenti utilizzano per muoversi all’interno di questa realtà aumentata variano di modello in modello.

    Alcuni occhiali smart, soprattutto quelli sviluppati per la produttività e l’industria, sono collegati a uno o più controller, tipo un joystick di una console, che l’utente può utilizzare per muoversi come se giocasse a un videogioco.

    In altri modelli, invece, l’utente può muoversi liberamente con i gesti delle mani che vengono sapientemente interpretati dai sensori a bordo del device. Una soluzione decisamente più comoda che, oltre a garantire maggiore libertà di movimento, permette anche di tenere libere le mani per fare altre cose.

    Altri prodotti permettono di utilizzare le diverse funzioni attraverso i comandi vocali, come i classici smart assistant. Anche qui, una soluzione piuttosto pratica che lascia libere le mani e garantisce una gestione ottimale del device.

    Infine ci sono dispositivi con “controlli ibridi” che possono mescolare due o più modalità di quelle appena elencate, integrando anche altri sistemi di gestione come un touchpad o uno schermo touch da toccare proprio come accade con uno smartphone.

A cura di Cultur-e
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