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Come funziona il dead drop, la condivisione file offline

Si tratta di una modalità di condivisione file peer-to-peer offline e totalmente anonima. Ecco come funziona

Pennette usb piantate nei muri, il fenomeno del dead drop

Chi l’ha detto che la condivisione dei file tra persone è possibile solamente se si è connessi alla Rete? Inutile dire che il file sharing fatto attraverso Internet può risultare più comodo, veloce e globale, ma ci sono anche altri modi per scambiare e condividere file con sconosciuti in giro per il mondo. Uno di questi è il dead drop, condivisione file peer-to-peer completamente anonima che avviene tramite chiavette usb. Ecco come funziona.

 

 

Prima di tutto, è necessario essere degli attenti osservatori e avere anche qualche attitudine al bricolage e ai lavoretti di casa. Queste abilità serviranno a individuare una crepa in un muro, una fessura tra due mattoni, un’intercapedine in una parete di un palazzo. È in questi spazi che deve essere posizionata e, infine, alloggiata una chiavetta usb, ma è necessario fare bene attenzione: non è l’utente a dover creare buchi o intercapedini tra i muri (altrimenti sarebbe un atto di vandalismo), ma si devono sfruttare crepe già esistenti. A questo punto, si possono prendere una o più chiavette usb (nuove o usate, non importa), liberarle dall’involucro di plastica che le protegge e avvolgerle con abbondante nastro isolante. In questo modo, una volta piantate e fissate nell’intercapedine o nella crepa nel muro, le chiavette usb saranno più stabili e meno soggette a spezzarsi.

Il passo successivo è scaricare dal sito web il manifesto del movimento dead drop e il file readme.txt (li potete trovare qui, già tradotti in lingua italiana) e, se volete, caricare sulla chiavetta usb individuata il vostro primo file (o i primi file) da affidare alla condivisione offline.

 

Dead drop

 

Solo in questo momento, si potrà prendere la chiavetta usb e posizionarla nel muro, in modo che possa essere ancora accessibile collegandola direttamente con un computer portatile o un altro dispositivo dotato di uscita usb (non tutti vanno in giro con cavi usb, purtroppo) e chiudere l’intercapedine utilizzando un sigillante chimico.

L’ultimo passaggio consiste nel fotografare il luogo dove è stato posizionato il dead drop: si deve fare una bella fotografia a campo largo, nella strada (o parco, o piazza) dove è stata sigillata la chiavetta usb, poi uno scatto del muro e, infine, un primissimo piano alla chiavetta.

 

 

Se si svuole, si può rendere pubblico il dead drop segnalandolo sul sito web. Entrerà così a far parte del database pubblico e chiunque vorrà utilizzarlo in futuro avrà vita facile nel trovarlo.

Se, invece, si è alla ricerca di un dead drop già esistente, è sufficiente cercarlo sulla mappa realizzata a partire dalle segnalazioni presenti nel database.

10 maggio 2013

A cura di Cultur-e
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