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Bret Taylor, la biografia del papà del tasto like

Nonostante la giovane età, Bret Taylor è tra le personalità più influenti della Silicon Valley. Ecco perché

Bret Taylor

Oggi si dedica, anima e corpo, allo sviluppo di Quip, l'avventura hi-tech che sente più sua tra le tante a cui ha preso parte sinora. E dire che la lista sarebbe piuttosto lunga: a 34 anni Bret Taylor può vantare uno dei curriculum più impressionanti della Silicon Valley. Ha iniziato con Google, per poi mettersi in proprio una prima volta, passare qualche anno da Facebook e tornare nuovamente a “reggersi sulle proprie gambe”. Uno, insomma, che non riesce a occupare a lungo la stessa scrivani. “Certo, avevo molta influenza nel mio ruolo di Chief Technology Officer a Facebook, ma a fine giornata mi rendevo conto di eseguire la strategia che qualcun altro aveva preparato per me”. Un ruolo troppo stretto per una persona dotata del suo talento e della sua ambizione.

La carriera universitaria

Nato nel 1980, Bret Taylor entra a Stanford sul finire degli anni '90 e, con un po' di anticipo rispetto ai tempi canonici, riesce a ottenere il Bachelor of Science (equivalente della laurea triennale in materie scientifiche) e il Master of Science (equivalente della laurea magistrale in materie scientifiche) in Scienze Informatiche nel 2002 e nel 2003.

 

Bret Taylor

 

Nel corso della sua carriera universitaria, il fondatore di Quip si segnala per la sua curiosità e la sua estrema bravura con i linguaggi di programmazione. Doti che non passano affatto inosservate nella Silicon Valley, dove i big dell'hi-tech fanno a gara per farlo entrare nel proprio team di sviluppo.

Su e giù per la Silicon Valley

La più veloce e convincente è Google, dove Bret Taylor resta per circa quattro anni. In questo lasso di tempo, il giovane programmatore si occupa dello sviluppo iniziale di Google Maps, della creazione della API delle mappe digitali di Big G e, poco prima di andar via, inizia a lavorare alla formazione del gruppo dei Google's Developer. Nel 2007 saluta la compagnia e, per la prima volta, tenta la strada dell'imprenditoria. Con un gruppo di altri “fuoriusciti” dal gigante di Mountain View, fonda FriendFeed, social network che permette di aggregare in un'unica pagina – o feed – i contenuti provenienti da altri social network, da blog, da Tumblr e da tutti quei servizi web che supportano il protocollo Feed RSS e Atom. La piattaforma sociale riscuote non poco successo e, in appena 2 anni, attira le attenzioni del gigante del settore, Facebook.

 

Con FriendFeed nel cuore

 

Nel 2009 Mark Zuckerberg conclude personalmente l'acquisizione della startup, affidando a Bret Taylor uno dei ruoli chiave all'interno del social network blu: il Chief Technology Officer. Si tratta di una delle posizioni più importanti all'interno dello scarno organigramma di Facebook: Taylor è direttamente responsabile dello sviluppo e delle innovazioni tecnologiche della piattaforma. Molte di queste passano sottotraccia e sono invisibili agli occhi degli utenti, altre, invece, segnano una volta per tutte il futuro del portale (e in alcuni casi anche quella degli utenti). Bret, infatti, è tra gli sviluppatori che idea e sviluppa il pulsante Like, che tanto successo ha riscosso e continua a riscuotere. Anche in questo caso, però, la “storia d'amore” lavorativa di Bret Taylor non va avanti per molto e, dopo appena tre anni, abbandona Facebook.

L'obiettivo, anche questa volta, è creare qualcosa di proprio che resti nel tempo. Bret scompare dai radar per qualche mese, per riapparire, in grande stile, nell'estate 2012, quando presenta alla stampa di settore la sua ultima creatura: Quip.

 

Bret Taylor

 

Quip e il futuro

Negli ultimi due anni Bret ha dedicato ogni singola ora della sua giornata allo sviluppo e al perfezionamento della piattaforma di lavoro multimediale e interattiva. Molto orientata sul lato social (tra le altre cose, permette a più persone di lavorare contemporaneamente sullo stesso file e di chattare tra gruppi di lavoro), Quip ha recentemente subito un restyling funzionale e grafico che ha portato all'introduzione del tasto like anche tra i documenti e i fogli di lavoro. Un modo semplice e innovativo (quanto meno in ambito lavorativo) per esprimere il proprio apprezzamento e la propria soddisfazione rispetto al lavoro portato avanti da qualche collega. Del futuro, però, si può dire ben poco: sinora Bret Taylor ci ha abituato a cambiare progetto lavorativo cui dedicarsi ogni tre o quattro anni e la soglia si avvicina sempre di più: chissà che non sorprenda nuovamente tutti e decida di portare il suo bagaglio di esperienza in qualche altra città della Silicon Valley...

A cura di Cultur-e
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